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  • Domenica 4 febbraio 2018

Cosa sappiamo su Luca Traini e sull’attentato a Macerata

Le sei persone africane ferite dal 28enne neofascista non sono in pericolo di vita, lui è accusato di tentata strage aggravata dal razzismo

La gradinata del monumento ai caduti di Macerata, dove è stato arrestato Luca Traini. (GIUSEPPE BELLINI/AFP/Getty Images)
La gradinata del monumento ai caduti di Macerata, dove è stato arrestato Luca Traini. (GIUSEPPE BELLINI/AFP/Getty Images)

Luca Traini, il 28enne neofascista responsabile dell’attentato di ieri a Macerata, è ora in stato di arresto, con l’accusa di tentata strage aggravata dal razzismo e porto abusivo d’armi. Intorno alle 11 di mattina di sabato ha ferito sei persone africane, sparando una trentina di colpi con una pistola a bordo di un’Alfa Romeo 147 nera, in una decina di punti della città che sapeva essere frequentati da migranti. È poi stato arrestato sulle gradinate del monumento ai caduti, con una bandiera tricolore al collo, e mentre faceva il saluto fascista. Traini è ora nel carcere di Montacuto, ad Ancona. Durante una perquisizione a casa sua è stata trovata una bandiera con una croce celtica, una copia del Mein Kampf di Adolf Hitler e altri libri di stampo fascista

Luca Traini, responsabile per l’attentato di Macerata. (ANSA)

I giornali riportano che Traini avrebbe detto ai Carabinieri: «Ero in auto e stavo andando in palestra quando ho sentito per l’ennesima volta alla radio la storia di Pamela. Sono tornato indietro ho aperto la cassaforte e ho preso la pistola». Traini si riferisce alla morte di Pamela Mastropietro, 18enne che era in una comunità di recupero il cui corpo mutilato è stato ritrovato pochi giorni fa a Macerata in due diverse valigie. L’unico arrestato per la morte è Innocent Osheghale, 29enne nigeriano che si presume fosse uno spacciatore.

Tra le sei persone ferite ci sono un uomo e una donna nigeriani, mentre le altre quattro sono del Mali, del Ghana e forse una del Gambia. Repubblica scrive che sono nati tutti tra il 1985 e il 1997. Il più grave ha subito un intervento chirurgico delicato, perché ha riportato una grave ferita al fegato, ma non è in pericolo di vita. Gli altri sono stati feriti rispettivamente all’arteria dell’avambraccio, al torace, al gluteo, alla gamba e alla spalla.

Secondo diverse testimonianze, Traini diceva spesso cose razziste e contro gli africani, e nel 2017 era stato candidato alle amministrative con la Lega Nord. Sabato la segretaria provinciale della Lega Letizia Marino aveva detto che Traini «era innamorato di una ragazza romana tossicodipendente», portando alcuni giornali a ipotizzare si potesse trattare di Mastropietro: questa tesi è stata però esclusa dai genitori di Mastropietro, e successivamente da fonti vicine alle indaginiche hanno confermato che i due non si conoscevano direttamente.

Luca Traini durante l’arresto. (Ansa)

Traini ha cominciato a sparare a Sforzacosta, una frazione di Macerata, all’ingresso di una discoteca dove qualche settimana fa c’era stato un accoltellamento. Arrivato a Macerata ha sparato nella via dove viveva Osheghale, in un’altra decina di posti frequentati da migranti, e poi si è spostato a Pollenza, poco fuori Macerata, per poi tornare in città e farsi arrestare al monumento ai caduti. In tutto ha sparato una trentina di colpi, da una Glock calibro 9 per cui aveva il porto d’armi, ma soltanto per l’uso nei poligoni. Oggi Repubblica riporta un virgolettato, attribuito a Traini: «Questa mattina ho capito che era venuta l’ora di vendicare la morte di Pamela Mastropiero, e che andava vendicata colpendo i neri. Il mio è un messaggio. L’ho voluto lanciare perché bisogna contrastare l’eccessiva presenza di immigrati in Italia».

Traini ha un diploma da geometra e non ha precedenti penali. Viveva a Tolentino, poco fuori Macerata, con la madre e la nonna, dopo aver lasciato due anni fa la casa del padre a Piediripa. Secondo Repubblica fa il buttafuori, e prima lavorava in una azienda che produce statuette. Sulla tempia destra ha un tatuaggio che sembra essere una “zanna di lupo”, un antico simbolo storicamente associato al nazismo. Con la Lega si era candidato alle comunali di Corridonia, non prendendo nemmeno una preferenza. Francesco Clerico, proprietario di una palestra frequentata da Traini, ha raccontato che da tempo faceva il saluto fascista e diceva cose razziste, ed era per questo stato cacciato.