L’ex presidente catalano Carles Puigdemont è arrivato in Danimarca, rischia l’arresto

(Tariq Mikkel Khan/Ritzau Scanpix via AP)
(Tariq Mikkel Khan/Ritzau Scanpix via AP)

L’ex presidente catalano Carles Puigdemont è atterrato questa mattina a Copenaghen, in Danimarca, per assistere a una conferenza organizzata dal dipartimento di Scienze politiche dell’Università locale relativa alla situazione politica in Catalogna e al tema dell’indipendentismo. Puigdemont non usciva dal Belgio dalla fine di ottobre: era andato a Bruxelles dopo la dichiarazione di indipendenza approvata dal Parlamento catalano e sostenuta dal suo governo, per evitare di essere arrestato e processato in Spagna per reati molto gravi, tra cui quello di ribellione.

La Procura generale spagnola ha annunciato oggi di avere formalmente chiesto al giudice che si sta occupando delle indagini a carico dei leader indipendentisti catalani, Pablo Llarena (del Tribunale supremo), di riattivare il mandato di arresto europeo per Puigdemont, che era stato sospeso proprio da Llarena diverse settimane fa. Llarena dovrebbe decidere questa mattina stessa, visto che la visita di Puigdemont a Copenaghen sarà molto breve. Se dovesse riattivare il mandato di arresto europeo, Puigdemont verrebbe probabilmente arrestato oggi stesso dalla polizia danese, anche se poi sarà un giudice a stabilire se autorizzare la sua estradizione in Spagna.

Non è chiaro per quale motivo Puigdemont abbia deciso di andare in Danimarca, nonostante il rischio di essere arrestato ed estradato in Spagna. Alle ultime elezioni, quelle dello scorso 21 dicembre, la lista di Puigdemont era stata la più votata tra le forze indipendentiste candidate. I partiti indipendentisti si sono quindi accordati nel sostenere Puigdemont come prossimo presidente catalano, nonostante la situazione giudiziaria e la sua assenza dalla Catalogna. Questa mattina il presidente del Parlamento catalano, Roger Torrent, ha annunciato formalmente la candidatura di Puigdemont, che potrebbe essere votato nuovo presidente dal Parlamento entro la fine di gennaio.