Le autorità italiane hanno interrogato Maha Abdel Rahman, tutor di Giulio Regeni a Cambridge, e la sua casa è stata perquisita

(Cosimo Martemucci/Pacific Press via ZUMA Wire)
(Cosimo Martemucci/Pacific Press via ZUMA Wire)

Martedì il pm della Procura di Roma Sergio Colaiocco, insieme a dei funzionari di polizia italiani e britannici, ha interrogato nei suoi uffici dell’università di Cambridge la professoressa egiziana Maha Abdel Rahman, tutor di Giulio Regeni, il ricercatore universitario italiano ucciso al Cairo all’inizio del 2016. Mercoledì mattina la polizia britannica, su richiesta della procura di Roma, ha perquisito la casa e l’ufficio di Rahman.

Rahman è una delle persone interessate dall’indagine sulla morte di Regeni perché secondo l’ipotesi della procura di Roma – che è stata resa pubblica da un articolo di Repubblica, e che però non è mai stata confermata e anzi è stata smentita da altre persone vicine ai fatti – fu lei a proporre e quasi a imporre a Regeni le ricerche sui sindacati indipendenti egiziani, tema che secondo la ricostruzione più accreditata attirò l’attenzione e i sospetti dei servizi segreti egiziani, che per questo lo sequestrarono, torturarono e uccisero. Secondo quanto aveva scritto Repubblica, Rahman si sarebbe da subito rifiutata di collaborare con le indagini e di consegnare i propri computer e smartphone perché venissero analizzati.

Questa tesi è stata contestata da osservatori e giornalisti che hanno seguito il caso Regeni, secondo i quali le responsabilità sul suo omicidio non sono da ricercare tra i docenti di Cambridge ma soltanto tra i servizi segreti egiziani. Rabab Al Mahdi, docente all’Università americana del Cairo che fu tutor in Egitto di Giulio Regeni, aveva poi a sua svolta smentito questa ricostruzione, sostenendo che fu Regeni a scegliere il tema delle sue ricerche, e che le accuse contro Rahman non avevano fondamento.