E così volete comprarvi un giradischi

Ma solo quello, oppure tutto un impianto? Spiegazioni fondamentali e consigli per gli acquisti, dai 65 ai 1.000 euro

Il momento in cui si viene colpiti dal fascino-dei-vinili arriva per molti, non solo per gli impallinati di musica. Il mondo dell’hi-fi è pieno di appassionati che difficilmente sono disposti a scendere a compromessi, ma è un dato di fatto che non tutti quelli che vogliono potere ascoltare un disco sono disposti a spendere duemila euro, o molti di più, per costruirsi un impianto: specialmente se è il primo. Potenzialmente si possono spendere molte migliaia di euro, oppure si può partire spendendone meno di duecento: non ci sarà il minimo confronto, ma a qualcuno potrà bastare di fruire dell’esperienza di scegliere il disco in negozio, di maneggiarne la custodia, di metterci sopra la puntina, e di rigirarlo ogni quarto d’ora. Sentendo delle piccole casse gracchiare, in una qualità molto inferiore a quella che si raggiungerebbe con un abbonamento gratuito a Spotify e un paio di cuffie da trenta euro, ma tant’è.

Qualcun altro magari vorrebbe spendere il minimo indispensabile per avere un impianto completo, fatto di giradischi, amplificatore e casse. E qualcun altro ancora forse vorrebbe spendere il minimo indispensabile per avere un impianto completo e dignitoso. Abbiamo raccolto un po’ di consigli per chi rientra in queste tre categorie: chi cerca cose più prestigiose solitamente ne sa abbastanza da volersi confrontare solo con altri audiofili, di persona. Molti dei prodotti di questa lista si possono trovare su Amazon: sia i giradischi compatti e più economici che quelli più costosi. Se potete, però, andate in un negozio di hi-fi per sentire come suonano gli impianti veri e propri: difficilmente vi faranno provare il giradischi – che quindi si può comprare senza problemi online – ma è normale che vi facciano sentire un amplificatore abbinato a varie casse, e viceversa. Spesso i negozi fisici hanno prezzi simili a quelli online, ma con la possibilità di maggiore assistenza e magari qualche offerta sull’usato.

Giradischi compatti: 65 – 257 euro

Gli audiofili saltino questo paragrafo per evitare malori. Gli altri sappiano che quasi tutti passano da qui, prima di costruirsi un impianto vero: che si saprà apprezzare anche molto meglio se si sarà passati da queste scatolette, e che presumibilmente si potrà sfruttare con una minima collezione di dischi che si sarà accumulata nel frattempo. Magari non usateli per quella prima stampa di Abbey Road dei Beatles che avete trovato in solaio, che c’è il rischio che alla lunga i dischi si rovinino. Ce ne sono di molti tipi, portatili e non, compatibili con il Bluetooth, con l’uscita per gli amplificatori, eccetera. E vanno bene anche come regali.

Numark PT-01 (65 euro)
Questo lo ha consigliato Pitchfork: rispetto al Crosley, che segue, consente di convertire i vinili in file digitali, grazie all’uscita USB.

Crosley Cruiser Deluxe (99,99 euro)
Crosley è una marca americana, tra le più vendute nel settore dei giradischi portatili, e questo è il suo modello più popolare in una versione un po’ rifinita. Può leggere sia i 33 giri che i 45, può funzionare anche come diffusore Bluetooth e ha un’uscita cuffie e RCA, per collegarci un paio di casse migliori.

Teac MC-D800 (257 euro)
Questo impianto compare in quasi tutte le liste dei migliori giradischi all in one, ed è già un gradino sopra rispetto a quelli portatili. Ha due casse vere, per quanto piccole, e un piatto un po’ più stabile. Fa anche una figura diversa in soggiorno. Non ha un gran volume ma fa anche da radio, legge i CD, riceve audio Bluetooth e converte i dischi in formato digitale.

Un impianto economico: 278 – 535 euro  

Un impianto tradizionale è fatto di un giradischi, di un amplificatore che ne riceva e processi il segnale, e di un paio di casse. Molti amplificatori non sono progettati per gestire il segnale di un giradischi, che è più basso di quello – per esempio – di un lettore CD: hanno quindi bisogno anche – ci arriviamo – di una scatoletta da collegare tra il giradischi e l’amplificatore, e che ne amplifichi il segnale.

Audio Technica AT LP-60 (159 euro con un paio di casse)
Per avere una soluzione economica e da neofiti, ma senza ricorrere a un impianto all in one, si può partire da questo semplice modello di Audio Technica, storica marca giapponese. È già preamplificato, quindi si può collegare a qualsiasi tipo di casse. Insieme ne vengono vendute due, piccoline, per cominciare subito.

Lenco L-85 (135 euro)
Lo ha consigliato WhatHiFi, il più popolare sito di recensioni di prodotti audio. Dice che è il migliore giradischi economico in circolazione, a mani basse. C’è in diversi colori (costano un po’ di più) e converte anche i vinili in digitale.

Onkyo A-9010 (196 euro)
Lo consiglia WhatHiFi, che dice che è il migliore amplificatore in questa fascia di prezzo, spiegando che «il design è funzionale, più che appariscente, ma quello che è cruciale è il suono coinvolgente ed energico». Anche per Pitchfork è la scelta migliore.

Roth Oli RA1 (119 euro la coppia)
Le consigliano senza riserve WhatHiFi Vinyl Factory, scrivendo che a questo prezzo non c’è niente di meglio: hanno una gran dinamica e ottimi dettagli per le piccole dimensioni, e sono ideali se la stanza in cui usate il giradischi non è molto grande.

Indiana Line Nota-X (dai 160 euro la coppia)
Indiana Line è un’azienda italiana, e la linea Nota è ottima per chi ha un budget non altissimo ma vuole portarsi a casa delle ottime casse. Ci sono i modelli 240 X (160 euro su Amazon o ePrice), 250 X (180 euro su Amazon) o 260 X (210 euro su Amazon o ePrice), e sono progressivamente più potenti e grandi come dimensioni. Dipende da quanto volete spendere.

Un buon impianto: 979 – 1242 euro

Se le cose viste finora continuano a non convincervi, o se arrivate da una gavetta con un impianto economico e volete cambiare campionato, questa sezione è per voi. Non è detto comunque che si debba prendere, fin da subito, tutte le componenti del proprio impianto spendendo sopra una certa cifra. Ci si può per esempio regalare un buon giradischi, e abbinarlo all’amplificatore Onkyo e a un paio di casse recuperate da uno zio: con il tempo si cambia prima un pezzo, poi l’altro, e ci si costruisce un impianto serio. Sentirete pareri contrastanti, su dove si debba riservare la maggiore spesa: se nel giradischi, nell’amplificatore o nelle casse. In realtà c’è ben poca unanimità.

Audio-Technica AT-LP120USB (265 euro)
Compare in quasi tutte le liste per impianti che non superino la spesa complessiva di 1.000 euro: comprese quella di Pitchfork e di WhatHiFi. Ha un pre-phono integrato: il che vuol dire che se il vostro amplificatore non ha l’uscita per il giradischi, non c’è bisogno di comprare una di quelle scatolette a parte. È a trazione diretta, e non a cinghia: si parla del modo in cui il piatto gira, che in questo caso funziona come lo storico piatto Technics. Ma non vi serve sapere molto di più. Ha anche un’uscita USB ed è una soluzione “moderna”, anche esteticamente, e ad alcuni puristi non piace.

Rega Planar 1 (319 euro)
Rega è una storica marca inglese e questo è il suo modello base. A differenza degli altri, questo è già un prodotto da impianto hi-fi serio, e state tranquilli di avere un oggetto che si porta dietro una gran storia. È a cinghia e il braccio non ha il ritorno automatico: finito il lato del disco, rimane lì a girare a vuoto, e dovete alzarvi dal divano.

Pro-Ject Debut Carbon (370 euro)
Pro-Ject è una marca austriaca piuttosto giovane, ma in meno di trent’anni è diventata una delle più apprezzate dagli audiofili: e offre diverse soluzioni relativamente abbordabili. Il Debut Carbon è probabilmente la migliore: si chiama così perché ha il braccio in carbonio, un dettaglio che lo rende migliore secondo alcuni. Se chiedete ai negozianti, vi loderanno probabilmente Pro-Ject o Rega a seconda di cosa vendono. Se li hanno tutti e due, potete stare ad ascoltare. Se volete strafare c’è il Debut Carbon Esprit, con il piatto in acrilico (un materiale migliore) e una testina più bella.

NAD C316BEE (339 euro)
NAD è una famosa marca canadese, che ha prodotto tra i più apprezzati amplificatori di sempre. Il C316BEE è uno dei modelli introduttivi: come gli altri, sacrifica un po’ sull’aspetto estetico per concentrarsi sulla qualità del suono.

Marantz PM6006 (454 euro)
È uno dei più consigliati in questa fascia di prezzo – da WhatHiFiVinyl Factory, tra gli altri – e si ha la garanzia di comprare un prodotto Marantz, tra i marchi più storici del settore Hi-Fi. Su WhatHiFi prese cinque stelle su cinque, che lo mise a metà tra l’Onkyo A-9010 e i modelli più costosi di Cambridge Audio. Non ha un ingresso USB.

Monitor Audio Bronze 2 (375 euro la coppia)
Nel2015 hanno vinto il premio per le migliori casse in questa fascia di prezzo su WhatHiFi, che dice che hanno un suono molto bilanciato e degli ottimi bassi, per le loro dimensioni.

Dali Zensor 3 (418 euro la coppia)
WhatHiFi ne ha apprezzato soprattutto la spazialità del suono e la qualità dei dettagli. Costano un po’ di più delle Audio Bronze 2, ma sono un po’ più grandi.


Scatolette pre-phono: 61-131 euro

Il vostro giradischi potrebbe non essere pre-amplificato: soltanto alcuni modelli economici lo sono. Il vostro amplificatore potrebbe non avere un ingresso per il giradischi (chiamato “phono”): solitamente ce l’hanno quelli molto vecchi, oppure quelli più recenti. Non c’è comunque da preoccuparsi, e anzi è normale dover ricorrere a un pre-amplificatore, che aumenti il segnale prodotto dal vostro giradischi e lo renda adatto a passare per l’amplificatore. Il mondo dei pre-amplificatori è una riproduzione del mondo dell’Hi-Fi, in piccolo: si parte dai venti euro e si arriva alle migliaia. Diciamo che spendendone tra i 60 e 130, come per i due che abbiamo scelto, si compra già un buon prodotto. E naturalmente deve essere proporzionato al resto del vostro impianto: se rientra in quelli proposti in questo articolo, con uno di questi due siete a posto.

Pro-Ject Phono Box MM (61 euro)

Rega Fono Mini A2D (131 euro)

Testine: 55 – 160 euro

Partiamo dal presupposto che le puntine dei giradischi vanno cambiate: perché dopo un po’ suonano male e rovinano i dischi. Il grande dibattito è ogni quanto cambiarle: la verità è che dipende da un sacco di fattori, primo fra tutti quanto usate il giradischi. Una buona indicazione può essere di cambiarla ogni 1000 ore di ascolto. Si può comprare solo la puntina, o si può decidere di cambiare tutta la testina (cioè la scatoletta che collega la puntina al braccio del giradischi) e prenderla più bella di quella che si ha, per migliorare il suono. Si ottengono miglioramenti sensibili, cambiando la testina: se ci pensate è la cosa che concretamente trasforma i solchi del vinile nel suono. Anche in questo caso, la spesa va proporzionata al proprio giradischi: prima di spendere più per la testina che per il resto, pensateci un attimo. Ma spendere la metà può avere senso.

Shure M92E (55 euro)
È una testina per chi ha poche pretese, ma fa il suo lavoro.

Ortofon 2M Rossa (93 euro) o Blu (160 euro)
Sono i due modelli più consigliati per chi vuole fare un upgrade significativo al proprio impianto senza spendere centinaia di euro. Sono una garanzia, tra chi se ne intende.

 

Bonus: la spazzola per vinili

Perché i vinili vanno puliti, per togliere la polvere senza rovinarli. Poi vanno conservati con cura e maneggiati per i bordi, sempre per evitare che si accumuli della sporcizia nei bordi. Anche qui, potete spendere quanto volete: dai 10 euro di questa, che va benissimo, ai 23 euro di quest’altra di Audio-Technica.

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