Un giudice federale delle Hawaii ha bloccato il nuovo “travel ban” voluto da Donald Trump

(AP Photo/Evan Vucci, File)
(AP Photo/Evan Vucci, File)

Il giudice federale Derrick K. Watson di Honolulu, Hawaii, ha bloccato buona parte del nuovo “travel ban” introdotto dal presidente degli Stati Uniti con un ordine esecutivo che a partire da oggi, mercoledì 18 ottobre, avrebbe vietato l’ingresso nel paese a tutti i cittadini di Iran, Libia, Siria, Yemen, Somalia, Ciad e Corea del Nord. Watson era il giudice che aveva già bloccato il secondo “travel ban” introdotto da Trump lo scorso marzo: nelle sue motivazioni ha scritto che il nuovo divieto «ha precisamente gli stessi problemi del primo» e «discrimina evidentemente in base alla nazionalità» in un modo che va contro «i valori fondanti di questa nazione».

Il nuovo ordine, che sarebbe dovuto entrare in vigore oggi, avrebbe introdotto restrizioni permanenti all’ingresso negli Stati Uniti – la versione originale invece valeva soltanto per 90 giorni – alla maggior parte dei cittadini di Iran, Libia, Siria, Yemen, Somalia, Ciad, Corea del Nord e ai funzionari governativi del Venezuela. Ai cittadini iracheni, invece, imponeva ulteriori controlli prima dell’ingresso. La sentenza del giudice Watson ha bloccato la parte del divieto riferita ai cittadini di Ciad, Iran, Libia, Siria, Yemen e Somalia, mentre non riguarda nordcoreani, venezuelani e iracheni.

A differenza del primo “travel ban”, quello che sarebbe dovuto entrare in vigore oggi non avrebbe dovuto provocare la stessa confusione e sofferenza per le persone coinvolte, perché non avrebbe dovuto riguardare le persone che risiedono già legalmente negli Stati Uniti, quelli con un visto valido, gli studenti stranieri o i dipendenti di aziende americane. Queste persone, però, sarebbero state interessate dal divieto una volta scaduto il visto. Trump non ha ancora commentato la sentenza del giudice Watson.