Pisapia, però, ha detto «Buon cammino»

La risposta del leader di Campo Progressita a MDP non è quella che avete letto sui giornali

(ANSA/MASSIMO PERCOSSI)
(ANSA/MASSIMO PERCOSSI)

Domenica, il leader di Campo Progressista Giuliano Pisapia è sembrato mettere fine alla possibilità di un’alleanza con Articolo 1 – MDP, il partito formato dagli scissionisti del PD. La mattina, in un’intervista al Corriere della Sera, il coordinatore di MDP Roberto Speranza aveva detto che il 19 novembre Campo Progressista ed MDP avrebbero dovuto finalmente celebrare la loro alleanza in un incontro ufficiale. «Pisapia – aveva detto Speranza – è naturalmente protagonista di questa storia, ma non si può più perdere un solo minuto e neanche stare lì a parlare tutti i giorni di nomi dei big, invece che di proposte. È diventata una soap opera insopportabile». Premettendo che avrebbe voluto verificare la correttezza del titolo dell’intervista perché spesso «il titolo non risponde a quello che è il contenuto» (Speranza: «Pisapia? L’attesa è una soap opera. No a Renzi, con lui alleanze farlocche»), Pisapia ha risposto a Speranza:

«Se questa è la decisione è una decisione a cui auguro un buon cammino. Sicuramente ci ritroveremo in tante battaglie»

È la frase che sui giornali è stata trasformata in “buon viaggio”, con un effetto di maggiore critica e ironia. Si può ascoltare dal minuto 8 in poi.

Pisapia ha poi ripetuto quello che aveva già detto in molte occasioni, cioè che il suo obiettivo è quello di creare una grande alleanza di centrosinistra sul modello dell’Ulivo, che vada dai cattolici moderati fino alla sinistra (escludendo per il momento la sinistra più radicale, quella di Sinistra Italiana). Per sottolineare questo concetto, Pisapia ha ripetuto ancora una volta che non gli interessa «un partito del 3 per cento». Alcuni giornali hanno presentato questa frase un po’ ambiguamente, facendo pensare che Pisapia stesse parlando di MDP. In realtà il riferimento di Pisapia sembra più in generale alla auspicata crescita del suo movimento e delle aggregazioni possibili.

Da tempo i leader di MDP accusano Pisapia di essere troppo titubante nel prendere la guida della sinistra e mantenere relazioni ambigue con il segretario del PD Matteo Renzi, una figura che secondo MDP andrebbe criticata per il suo operato e con cui bisognerebbe fare solo i compromessi strettamente necessari. Da parte sua Pisapia teme che se dovesse stringere troppo l’alleanza con MDP si ritroverà a fare il candidato di facciata, ma senza nessuna possibilità di prendere decisioni autonome.

Questa settimana c’erano già state parecchie tensioni Pisapia e MDP. Mercoledì MDP è uscito ufficialmente dalla maggioranza che sostiene il governo, ritirando il suo unico sottosegretario e votando in Senato contro la maggioranza su un provvedimento molto importante. Pisapia aveva fatto capire di condividere la decisione soltanto in parte, ma aveva approfittato dell’occasione per attaccare Massimo D’Alema, uno dei leader di MDP che gli sono più ostili. Pochi giorni dopo, durante un incontro pubblico, Pisapia si è scontrato con un altro leader di MDP, Vasco Errani, ex governatore dell’Emilia-Romagna, che ha difeso D’Alema e chiesto ancora una volta al leader di Campo Progressista di prendere una decisione sulla sua candidatura. Già allora Pisapia aveva risposto che, se quelle erano le condizioni, lui sarebbe stato pronto a ritirarsi.