La cellulite spiegata bene

Da dove arriva e perché viene soprattutto alle donne (i rimedi definitivi non esistono, malgrado gli spot)

(Winfried Rothermel/picture-alliance/dpa/AP Images)
(Winfried Rothermel/picture-alliance/dpa/AP Images)

La cellulite interessa centinaia di milioni di persone in tutto il mondo e si stima che, dopo la pubertà, riguardi tra l’80 e il 90 per cento delle donne. Nonostante sia una condizione naturale e ben distante dall’essere una malattia, anni di pubblicità di prodotti per ridurla e ricorrenti articoli con consigli e suggerimenti allo stesso scopo hanno portato a una percezione estremamente negativa della cellulite per i nostri canoni estetici: un difetto che deve essere rimosso o mascherato il più possibile. Il mercato dei cosmetici e degli altri prodotti per contrastare la cellulite è molto florido in buona parte dell’Occidente, e solo in Italia la spesa è intorno agli 87 milioni di euro all’anno. Le creme e i gel più venduti offrono risultati temporanei e cosmetici, migliorano cioè l’apparenza della pelle, mentre a oggi non è stato ancora realizzato un prodotto in grado di eliminare la cellulite, nonostante le promesse altisonanti di alcune pubblicità.

Non essendo una malattia e non avendo particolari conseguenze sulla salute, finora la cellulite è stata poco indagata dal punto di vista strettamente scientifico. Negli anni sono state prodotte poche ricerche, spesso per riassumere e mettere ordine tra le scoperte fatte sul tema in ambito dermatologico, ma non si trovano grandi rivelazioni o indizi che potrebbero essere sfruttati per prodotti risolutivi di nuova generazione. Mentre il mercato degli anti-cellulite è continuato a crescere, la ricerca ha fatto piccoli progressi e molti aspetti su cause e rimedi sono ancora da chiarire.

Da dove arriva la cellulite
Il grasso è una componente essenziale del nostro organismo: oltre a essere presente nelle aree più evidenti come pancia, fianchi e glutei, è diffuso sotto la pelle in buona parte del corpo e contribuisce alla termoregolazione, ad attutire i colpi, a proteggere il sistema nervoso e a riempire gli spazi tra gli organi interni. I lipidi che lo costituiscono sono una fonte di energia molto importante per far funzionare il nostro organismo: si concentrano negli adipociti, cellule (adipose) specializzate che sono in grado di produrre, accumulare e cedere i lipidi. Il numero di adipociti non cambia molto da individuo a individuo, ma la dimensione delle singole cellule piene di grasso può variare sensibilmente a seconda delle abitudini di vita e alimentari di ognuno. Semplificando, il nostro organismo tende a ottimizzare il più possibile i consumi di energia, quindi se riceve più calorie di quante ne consuma, immagazzina gli eccessi in riserve di grasso da usare in un secondo momento.

Ricercatori e nutrizionisti hanno impiegato molti anni per capire come funziona il grasso corporeo, il suo rapporto con la dieta e l’attività fisica, e più in generale il suo ruolo nel metabolismo. Nei primi anni Venti del Novecento, i medici francesi Alquier e Pavot furono i primi a usare il termine “cellulite” per descrivere le piccole depressioni e fossette che si formano sulle gambe, sui glutei e talvolta sull’addome legate agli accumuli di grasso. Definirono la condizione come una “distrofia dei tessuti mesenchimali”, cioè un’anomalia nel tessuto connettivo sotto la pelle, non dovuta a stati infiammatori e caratterizzata dalla ritenzione di liquidi. La loro definizione fu accolta con qualche perplessità, anche perché Alquier e Pavot non erano stati in grado di spiegarne con precisione le cause.

A distanza di quasi un secolo le poche ricerche sulla cellulite hanno portato a tre ipotesi principali riguardanti la sua formazione:

– accumulo di liquidi (edema) dovuto a un’eccessiva capacità delle sostanze tra le cellule di accumulare acqua;
– alterazione della microcircolazione;
– caratteristiche anatomiche del tessuto sottocutaneo (sotto la pelle) diverse tra donne e uomini.

I confini tra queste tre ipotesi sono molto labili e in generale si ritiene che sia una loro combinazione a portare alla cellulite.

Dove si forma la cellulite
Alla fine degli anni Settanta i ricercatori tedeschi Nürnberger e Müller pubblicarono “La cosiddetta cellulite: una malattia inventata”, uno studio interessante che approfondiva le analisi sulla struttura della pelle e delle cellule del grasso. Notarono che nelle donne la parte superiore del tessuto sottocutaneo, chiamata “lamina superficiale”, è strutturata in modo tale da avere spazi liberi nei quali si accumulano gli adipociti. Pareti verticali di tessuto connettivo (setti) separano questi spazi, che nella loro parte più superficiale formano un piccolo arco, che cede facilmente se sottoposto a una lieve pressione, dovuta per esempio alla presenza di adipociti ingombranti o a ritenzione di liquidi.

Formation_of_Cellulite

I due ricercatori notarono inoltre che nei maschi le cose funzionano diversamente: gli spazi liberi per il grasso sono più piccoli e, soprattutto, i setti non sono verticali, ma obliqui in modo da formare una sorta di reticolo che è più resistente e contiene meglio gli adipociti. È probabilmente questa una delle cause per cui la cellulite è evidente nelle donne, mentre è raramente visibile negli uomini. Gli ormoni, che hanno un ruolo importante nel regolare gli accumuli di grasso, fanno comunque la loro parte: è stato notato che i maschi con più caratteristiche femminili hanno più probabilità di avere la cellulite.

Come si forma la cellulite
Anche se sono ancora discussi e non tutti concordano sulla classificazione, le principali associazioni di dermatologia hanno identificato nel corso del tempo vari stadi di evoluzione della cellulite. Il processo che porta alla sua formazione inizia di solito poco dopo la pubertà, con un deterioramento non visibile a occhio nudo del derma, la parte della cute sotto l’epidermide, e dei capillari, i piccoli vasi sanguigni che portano il sangue agli strati più superficiali della pelle. Questo processo porta a una riduzione del tono dei setti che delimitano gli spazi in cui si trovano le cellule del grasso, che aumentano di volume accumulando più lipidi; la mancanza di un ricambio efficiente di sangue causa inoltre il ristagno dei liquidi.

Il processo di peggioramento prosegue negli stadi successivi, con un circolo vizioso che fa sì che gli adipocidi ormai più voluminosi sottraggano spazio ai capillari, che riducono ulteriormente la loro portata e diventano più distanziati, mentre la ritenzione dei liquidi continua ad aumentare. A questo punto il cosiddetto effetto a “buccia di arancia” diventa visibile e, a seconda degli individui, la condizione può continuare a progredire fino a diventare una caratteristica stabile della pelle nelle aree del corpo interessate.

A cosa serve la cellulite?
La combinazione di perdita di tono degli spazi che ospitano gli adipociti più superficiali e la riduzione dei capillari è ritenuta la causa principale della cellulite, almeno secondo le attuali conoscenze. Non è però ancora chiaro perché questo processo si verifichi in modo più marcato in alcune persone rispetto ad altre. È stato osservato che le donne che fanno regolarmente attività fisica e che non sono sovrappeso tendono ad avere meno segni della cellulite, ma ci sono comunque molte eccezioni. È stato anche ipotizzato che chi abbia iniziato a fare sport prima della pubertà e abbia poi continuato a farlo sia meno soggetto alla cellulite, ma questa circostanza è ancora dibattuta.

Il fatto che interessi buona parte delle donne, che si manifesti quasi sempre dopo la pubertà e che sia sostanzialmente una condizione fisiologica potrebbe indicare una specifica funzione della cellulite. L’ipotesi è che, subentrata la fertilità, nell’organismo femminile si sviluppino meccanismi per accumulare più facilmente i lipidi, da convertire in energia nei mesi della gravidanza e dell’allattamento, quando sono necessarie più risorse per il metabolismo; la differente distribuzione del grasso corporeo tra donne e uomini è del resto dovuta alle necessità della riproduzione. Non ci sono però ancora studi e ricerche sufficienti per confermare la fondatezza di questa ipotesi: non sappiamo se la cellulite abbia davvero una funzione per l’organismo.

Cosa fare contro la cellulite
Come abbiamo visto, la cellulite non è una malattia e quindi non si “cura”, nonostante le pubblicità di alcuni prodotti promettano effetti miracolosi. A oggi non è stata dimostrata l’efficacia nel lungo periodo di nessun trattamento per ridurre la cellulite: in compenso cosmetici e particolari dispositivi permettono di ottenere effetti temporanei che mascherano almeno in parte le depressioni e la discontinuità sulla pelle. Quasi tutti i sistemi non invasivi prevedono l’utilizzo di sostanze o di sollecitazioni meccaniche per stimolare la circolazione e, al tempo stesso, creare una lieve infiammazione che – complice il gonfiore – aiuta a nascondere la cellulite.

Creme
Quasi tutte le creme contro la cellulite sono di tipo cosmetico, quindi i loro effetti sono limitati e tesi a migliorare l’aspetto della pelle, non a rimuovere definitivamente la cellulite. Queste creme contengono olii essenziali e sostanze eccitanti come la caffeina, che stimolano blandamente la microcircolazione negli strati più superficiali della pelle. La loro applicazione porta a percepire un lieve bruciore e qualche volta causa un temporaneo arrossamento della pelle, a dimostrazione del loro effetto irritante. L’infiammazione comporta un aumento della circolazione sanguigna e un lieve gonfiore, che colma parzialmente gli avvallamenti tipici della cellulite. La pelle risulta più tesa e compatta, ma l’effetto dura poche ore e sono quindi necessarie nuove applicazioni per mantenerlo. Le creme cosmetiche contro la cellulite hanno un notevole successo commerciale e sono comunque una buona risorsa, se le si utilizza sapendo che servono per nasconderla parzialmente e non per “curarla”.

Massaggi
L’utilità dei massaggi per ridurre la cellulite è dibattuta da molto tempo e ha ricevuto anche l’attenzione di alcune ricerche scientifiche. Un tempo si pensava che i massaggi molto energici aiutassero a far drenare i liquidi accumulati negli strati più superficiali della pelle, soprattutto sulle gambe, sui glutei e sull’addome. In realtà massaggi di questo tipo, eseguiti a mano o con particolari rulli, possono peggiorare la situazione e stimolare l’accumulo di nuovi liquidi, soprattutto se non sono utilizzati insieme a prodotti per stimolare la circolazione sanguigna e linfatica. Massaggi più leggeri come il “drenaggio linfatico manuale” (DLM, linfodrenaggio) possono invece contribuire a ridurre parzialmente i liquidi, ma devono essere eseguiti più volte a settimana e seguendo movimenti precisi, che richiedono un minimo di esperienza.

Macchinari
Molti produttori vendono dispositivi di vario tipo per contrastare la cellulite, alcuni professionali disponibili solo nei centri estetici, altri utilizzabili anche a casa. Questi sistemi utilizzano una combinazione di sollecitazioni meccaniche per ridurre la ritenzione dei liquidi e migliorare la circolazione nelle parti interessate. Ci sono macchinari che usano gli infrarossi, il laser, rulli e aspiratori per massaggiare la pelle in alcuni casi combinando insieme l’applicazione di creme e gel. Come è stato rilevato qualche anno fa sul Journal of German Society of Dermatology, questi dispositivi hanno l’effetto di rendere meno evidente la cellulite, ma come per i cosmetici il risultato è temporaneo e richiede sedute frequenti.

Interventi invasivi
Nei casi più gravi e dove la cellulite è accompagnata a sintomi, come fastidio o dolore alla palpazione, alcuni medici consigliano di ricorrere a interventi di chirurgia estetica. La pratica più frequente è la liposuzione, che prevede l’asportazione diretta degli accumuli di grasso. I risultati di queste pratiche variano estremamente da persona e persona, ma non sono comunque risolutivi; sono inoltre interventi chirurgici veri e propri, che richiedono una valutazione molto attenta del rapporto tra rischi e benefici.

Siamo fatti così ¯\_(ツ)_/¯
Dopo la pubertà, tra l’80 e il 90 per cento delle donne ha la cellulite, lieve e praticamente invisibile (tanto da non essere notata nemmeno dalle dirette interessate) o più marcata. È talmente diffusa e quasi sempre asintomatica da essere considerata una normalissima condizione fisiologica: è il modo come si è fatti e come si diventa, per dirla in parole semplici. Per motivi economici e culturali, nel nostro contemporaneo la cellulite è considerata un difetto estetico, qualcosa che dovrebbe essere eliminato o nascosto il più possibile. La pressione esercitata dalla pubblicità sui prodotti per contrastarla ha contribuito a rendere ancora più sentito il problema, in particolar modo nel periodo dell’adolescenza, quando inizia a manifestarsi. Come per molti altri aspetti del proprio fisico, se viene vissuta come un problema e porta a sentirsi a disagio è comprensibile che si voglia provare a fare qualcosa. L’importante è farlo con la consapevolezza che creme, massaggi o strani affari che emettono calore potranno nascondere la cellulite, ma non eliminarla definitivamente.