Larry Sultan, <em>My Mother Posing for Me</em>, dalla serie <em>Pictures From Home</em>, 1984; <small>chromogenic print; © Estate of Larry Sultan; photo: courtesy Casemore Kirkeby and Estate of Larry Sultan</small>

Le scene domestiche di Larry Sultan

Create da un grande fotografo a partire dai suoi genitori, dai set dell'industria pornografica o dagli immigrati latinoamericani

Fino al 23 luglio il San Francisco Museum Of Modern Art ospiterà Here and Home, una retrospettiva sul fotografo statunitense Larry Sultan, che nei suoi 35 anni di carriera si è fatto conoscere e ricordare per le immagini di scene domestiche che parlano di famiglia, case e appartenenza a un luogo.

Sultan è nato a New York nel 1946 ma è cresciuto nella San Fernando Valley (California), dove si è trasferito da piccolo con la famiglia e che è stata una grande fonte di ispirazione per molti dei suoi lavori, anche dopo essersi nuovamente trasferito nella California settentrionale negli anni Settanta. Ha insegnato fotografia per anni: dieci al San Francisco Art Institute e venti al California College of the Arts.

Le oltre duecento fotografie in mostra spiegano bene lo stile e i temi di Sultan attraverso quattro dei suoi lavori principali. In Evidence (1975-1977), realizzato in collaborazione con Mike Mandel, Sultan esplora i temi dell’appropriazione, della paternità e della relazione tra contesto e significato usando fotografie d’archivio di istituti di ricerca e di società per de-contestualizzarle dal significato originale e riorganizzarle in un ordine e un significato nuovi. Pictured From Home è probabilmente il suo lavoro più famoso: l’ha realizzato tra il 1983 e il 1992 e mostra la vita dei suoi genitori – attraverso scene di vita quotidiana accuratamente ricreate con la loro collaborazione, vecchie foto di famiglia e fermi immagine da filmati – a Los Angeles e a Palm Desert, dove si sono trasferiti lì in seguito alla pensione. The Valley è una serie sulle case della San Fernando Valley che vengono affittate come set per l’industria pornografica: Sultan ritrae gli attori concentrandosi più su arredi e dettagli marginali per le riprese pornografiche, ma centrali per le scene domestiche in cui sono collocati. Homeland è l’ultimo lavoro presentato nella mostra e l’ultimo realizzato (2006-2009): Sultan ha fotografato soprattutto operai latinoamericani a cui ha fatto impersonare azioni semplici e quotidiane – come portare cibo o sacchetti della spesa, dormire in un prato o remare su una barca – immersi nei paesaggi della California del nord.

In un articolo a lui dedicato, la rivista TIME spiegava: «Gli interessava la nostra ricerca, lunga tutta una vita, di una sistemazione, fotografando le persone che avevano perso le loro case (immigrati in paesaggi stranieri), che avevano cambiato il loro stile di vita (i suoi genitori in una comunità per pensionati) o scene domestiche ricreate. Anche il suo primo lavoro, Evidence, era sul rendere le immagini senza casa, esiliandole dal loro contesto».

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