Decine di morti per un attacco dei talebani a una base dell’esercito afghano
Il ministero della Difesa afghano ha parlato di almeno 100 morti: gli attentatori si erano travestiti da militari, e la sparatoria è durata diverse ore
Nel pomeriggio di ieri, venerdì 21 aprile, alcuni miliziani talebani sono entrati in una base militare dell’esercito afghano uccidendo decine di persone: le prime stime parlavano di 50 morti, il ministero della Difesa afghano ha confermato in mattinata la morte di almeno 100 soldati ma secondo una fonte dell’esercito afghano sarebbero almeno 130. L’attacco dei talebani è iniziato intorno all’una di pomeriggio, quando molti militari afghani che si trovavano nella base di Mazar-i Sharif – nella provincia di Balkh, nel nord del paese – stavano finendo il pranzo o terminando la preghiera del venerdì: molti di loro erano quindi disarmati. I talebani – alcuni dei quali sono poi fatti esplodere all’interno della base – sono riusciti a entrare perché si erano travestiti da militari afghani e, secondo alcune ricostruzioni, grazie all’aiuto di alcuni talebani che da tempo erano riusciti a infiltrarsi nell’esercito afghano e lavorare nella base di Mazar-i Sharif.
La stima dei morti è cresciuto rapidamente nelle ultime ore: il dato più recente, riportata questa mattina da Reuters citando una fonte anonima interna al governo afghano, parla di 140 morti, ma sempre Reuters ha scritto che secondo altre fonti il numero di morti potrebbe essere ancora maggiore.
Le notizie sulla dinamica dell’attacco sono ancora parziali e incomplete: BBC ha scritto che i talebani morti sono almeno 10, e che forse uno di loro è stato catturato ancora vivo. I talebani travestiti da militari afghani erano almeno sei (altri – quelli forse infiltrati – sarebbero stati già nella base, mentre altri ancora potrebbero essere arrivati in seguito), su due veicoli militari. Sono riusciti a passare il primo posto di blocco, ma al secondo – dicono le prime ricostruzioni – uno dei talebani si è fatto esplodere, permettendo agli altri di entrare nella base. L’attacco è durato diverse ore, e sono state usate armi automatiche e granate.
I talebani hanno rivendicato l’attacco attraverso il loro portavoce Zabihullah Mujahid: è stato lui a parlare di alcuni talebani infiltrati da tempo nell’esercito afghano. Potrebbe quindi essere un modo per screditare l’esercito afghano, ma le modalità dell’attacco e una parziale ammissione di Hashem Azimi, un membro del governo locale, sembrerebbero confermarlo.
Negli ultimi mesi – e ancora di più negli ultimi giorni – quando si è parlato di Afghanistan si è parlato soprattutto di ISIS (o Stato Islamico): lo si è fatto a marzo, quando l’ISIS ha attaccato il più grande ospedale di Kabul e, ancora più di recente, quando gli Stati Uniti hanno usato in Afghanistan la più potente bomba tra quelle non nucleari a loro disposizione, per distruggere una serie di tunnel usati dai militanti dell’ISIS. Il New York Times ha però scritto che «i talebani continuano a essere la più grande minaccia alla sicurezza dell’Afghanistan» e che «nell’ultimo paio d’anni i talebani hanno guadagnato territorio e minacciato diverse città».