L’intervista del principe Harry sulla morte di sua madre

Ha raccontato al Daily Telegraph della sua lunga rimozione di quel lutto, e di come abbia deciso di affrontarlo

La principessa Diana con il secondogenito Harry a due anni, nel 1987 a Maiorca (AP Photo/John Redman)
La principessa Diana con il secondogenito Harry a due anni, nel 1987 a Maiorca (AP Photo/John Redman)

Il quotidiano britannico Daily Telegraph ha pubblicato con grande risalto un’intervista – ripresa in queste ore in tutto il mondo – al principe Harry, fratello minore dell’erede al trono William: entrambi sono nipoti della regina Elisabetta e figli del principe Charles e della sua ex moglie Diana Spencer, morta in un incidente stradale a Parigi nel 1997 dopo che i due si erano separati. Il tema principale dell’intervista è il rapporto di Harry, che ha 32 anni, con la morte di sua madre, e la sua scelta di rimuovere il dolore dai suoi sentimenti e pensieri per molto tempo, prima di affrontarlo su consiglio di suo fratello anche con l’aiuto di una psicoterapia (e della boxe, per sfogare la propria aggressività).

Posso dire con sicurezza che perdere la mia mamma a 12 anni, e di conseguenza blindare le mie emozioni per gli ultimi vent’anni ha avuto un effetto rilevante non solo sulla mia vita personale ma anche sul mio lavoro.

Probabilmente sono stato molto vicino a un crollo nervoso in più occasioni, quando ogni genere di dolore, bugia, travisamento e tutto mi si sono riversati addosso da ogni parte.

Il mio modo di affrontarlo fu di mettere la testa sotto la sabbia, e rifiutare persino di pensare alla mia mamma, perché a cosa serviva?

Pensavo che mi avrebbe solo reso più triste, non me l’avrebbe restituita. Quindi da un punto di vista emotivo ero “bene, non permettere alle tue emozioni di avere un ruolo in niente”. Ero un tipico venti-venticinque-ventottenne che andava in giro dicendo “la vita è stupenda” o “va tutto bene” ed era così.

E poi ho iniziato a parlarne con qualcuno e tutt’a un tratto tutto questo lutto che non avevo mai elaborato ha cominciato a venirmi incontro e ho capito che c’era in effetti un sacco di cose con cui dovevo fare i conti.