Di Maio dice che in Siria era meglio lanciare delle banconote anziché dei missili

L'ha detto durante il convegno "#Sum 01 – Capire il futuro", parlando dell'attacco americano contro le forze di Assad

(Simone Bergamaschi/LaPresse)
(Simone Bergamaschi/LaPresse)

Durante il convegno “#Sum 01 – Capire il futuro” organizzato a Ivrea dal Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio – dirigente del Movimento 5 Stelle e vicepresidente della Camera – ha parlato dei 59 missili Tomahawk che nella notte tra giovedì 6 e venerdì 7 aprile gli Stati Uniti hanno lanciato contro la base aeronautica militare siriana di Shayrat, a sud-est di Homs. L’attacco – il primo degli Stati Uniti contro il regime di Bashar al Assad – è stato compiuto in risposta all’attacco chimico compiuto il 4 aprile nella città di Khan Shaykhun, a una settantina di chilometri a sud di Idlib, nel quale sono rimaste uccise decine di persone. Di Maio, parlando del costo dei missili lanciati, ha detto:

Tenete presente che i missili lanciati ieri dagli Stati Uniti ci costano circa 60 milioni di dollari. Se avessero sganciato 60 milioni di dollari in banconote verso le popolazioni in difficoltà, non le avrebbero aiutate di più? E non lo dico solo agli americani, lo dico anche ai russi: quanto stiamo spendendo in armamenti sulla Siria in questo momento. Quanti soldi?