Italiani si diventa

La nuova sezione del Post sugli "italiani di seconda generazione", connazionali con storie speciali

La manifestazione a Milano a febbraio a sostegno dello Ius Soli, (LaPresse - Mourad Balti Touati)
La manifestazione a Milano a febbraio a sostegno dello Ius Soli, (LaPresse - Mourad Balti Touati)

Alla fine del 2016, le persone di Otto – un popolare e amato locale milanese che ha ospitato per amicizia e complicità alcune iniziative pubbliche del Post – ci hanno offerto di sostenere un lavoro di informazione molto in sintonia con due inclinazioni del Post: quella a capire come cambiano le cose, e quella a spiegare storie e meccanismi che non sono sufficientemente spiegate e chiare alla gran parte di noi. La proposta di Otto era di raccontare quelli che – nelle rare volte in cui se ne parla e se ne scrive – sono chiamati “i nuovi italiani” o “gli italiani di seconda generazione”, che sono sempre di più, sono molti di noi, e che forse per un sovrappiù di integrazione e mimetismo tendiamo a raccontare poco, malgrado abbiano storie e questioni che hanno delle loro peculiarità.
Sono, a differenza della maggioranza in questo paese, persone che diventano italiane: da bambini, da ragazzi, da adulti, formalmente; oppure sostanzialmente, ma non formalmente, faticando molto a ottenere una certificazione di quella che è una realtà di fatto, il loro vivere in Italia come gli altri; oppure formalmente, ma mantenendo un rapporto sostanziale rilevante con un altro paese di cui sono originari.

Sono condizioni diverse da quelle di chi nasce e si trova italiano senza necessità di scelta, di dimostrazione, senza quasi accorgersene. Naturalmente. E al tempo stesso sono condizioni uguali, di italiani, che viviamo tutti stabilmente nello stesso paese e ne frequentiamo culture, leggi, vita. Un paese di persone con storie differenti, e connazionali, nella forma o nei fatti, speriamo presto in ambedue.
Nei fatti tutto questo già avviene e molto dell’Italia e del suo presente è fatto di persone che sono diventate italiane, nelle scuole, nelle strade, sul lavoro, nelle necessità a nei successi, nella partecipazione alle cose pubbliche e nelle relazioni private.
E nelle intenzioni condivise tra il Post e Otto è utile e importante raccontarlo al di là delle espressioni astratte e generiche, e contrapporre questo racconto del presente alle uniche narrazioni invece molto invadenti, quelle discriminatorie e ingannevoli contro l’immigrazione. Come molti dicono da tempo, l’Italia è già multiculturale e ha già adottato tantissime persone che l’hanno adottata: diventare italiani significa molte cose, e gli articoli di questo spazio proveranno a raccontarlo. Si chiama Nativi, a ribaltare l’uso dell’espressione usata spesso per trasformare in privilegio un accidente, quello di nascere in un posto piuttosto che un altro: in un momento o nell’altro diventiamo italiani, e in quel momento siamo nati italiani.

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