I divieti per botti e fuochi d’artificio nelle principali città italiane

Quest'anno se ne è parlato soprattutto per il caso di Roma, dove potranno essere usati nonostante un'ordinanza della giunta Raggi: in molte altre città invece sono vietati

(ANSA/ALESSANDRO DI MARCO)
(ANSA/ALESSANDRO DI MARCO)

Negli ultimi giorni si è parlato molto dei divieti relativi ai fuochi d’artificio, petardi e “botti” di capodanno, soprattutto a Roma. Il sindaco Virginia Raggi li aveva vietati – con conseguenti proteste di chi li vende e produce –  ma poi il TAR del Lazio ha sospeso il divieto. Il caso di Roma è il più grande e noto ma anche altrove ci sono state discussioni simili, con esiti di volta in volta diversi dato che sul tema non esistono direttive nazionali: anche se, come ha scritto il Corriere della Sera, già a inizio dicembre il ministero dell’Interno ha risposto a una specifica richiesta della procura di Rovigo spiegando che i sindaci non possono usare ordinanze «contingibili e urgenti» (pensate per eventi imprevisti e fuori dall’ordinario) per il Capodanno, «un accadimento che si verifica ogni anno durante le festività natalizie, pertanto non è una circostanza che si pone fuori dall’ordinato e prevedibile svolgersi degli eventi».

Sempre il Corriere ha messo in ordine divieti e restrizioni stabiliti dai sindaci di alcune delle principali città italiane: ovviamente i fuochi d’artificio, petardi e botti permessi sono quelli a norma di legge, regolarmente acquistati da chi ha il diritto di venderli.

Roma: il TAR ha sospeso l’ordinanza del sindaco, quindi botti e petardi permessi. La giunta ha però scritto una lettera ai cittadini: «Evitiamo botti e petardi pericolosi che possono portare a conseguenze negative sia per la salute delle persone che degli animali».
Milano: fuochi d’artificio, petardi e botti saranno vietati solo in piazza Duomo, dove ci sarà un concerto (canteranno Annalisa e Mario Biondi).
Torino: divieto in tutta la città.
Venezia: come a Roma, il sindaco avrebbe voluto vietarli, ma la prefettura ha detto che non si può. A meno di provvedimenti dell’ultimo momento, petardi, botti e fuochi d’artificio sono quindi permessi.
Livorno: C’è il divieto – fatto attraverso una di quelle ordinanze «contingibili e urgenti» criticate dal ministero – in prossimità di: «ospedali e case di cura e di riposo; aree destinate ai giochi dei bambini; aree di particolare concentrazione di persone; cimiteri e luoghi di culto; aree di sgambatura dei cani; canili e cliniche veterinarie».
Bologna: divieto attivo fino al 7 gennaio, in tutti i luoghi pubblici e in tutte le aree private «da cui possano essere raggiunte o interessate direttamente aree e spazi ad uso pubblico». Potrà usare botti, petardi e fuochi d’artificio solo chi è in possesso di regolare licenza.
Napoli: nessun divieto, ma solo un invito al «buon senso» da parte del sindaco Luigi de Magistris.
Bari: c’è un divieto di vendita e utilizzo – in luoghi pubblici e privati – dalle 20 del 31 dicembre alle 7 dell’1 gennaio.
Catania: divieto in tutta la città, fino al 7 gennaio.
Palermo: divieto su tutto il territorio comunale «di accensione, lancio e sparo di fuochi d’artificio, mortaretti, petardi, bombette e oggetti similari».