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  • Venerdì 30 dicembre 2016

Anis Amri forse non aveva un’idea precisa di dove andare

Prima di essere ucciso a Sesto San Giovanni, l'attentatore di Berlino si è informato per andare a Roma e più genericamente verso Sud

Anis Amri alla stazione di Torino Porta Nuova (Questura Milano)
Anis Amri alla stazione di Torino Porta Nuova (Questura Milano)

Dalle ultime informazioni raccolte dagli investigatori, sembra che Anis Amri, l’uomo sospettato di avere compiuto l’attentato di Berlino il 19 dicembre, non avesse le idee chiare su dove nascondersi nei giorni in cui era ricercato dalla polizia di mezza Europa. Dopo avere ucciso 12 persone a un mercatino di Natale nel centro di Berlino, Amri è arrivato in Italia passando dai Paesi Bassi e dalla Francia, ed è stato ucciso da un agente di polizia a Sesto San Giovanni, in provincia di Milano. Finora si era ipotizzato che Amri avesse dei contatti nella zona del milanese, che l’avrebbero spinto ad arrivare lì la notte tra il 22 e il 23 dicembre. Stando alle ultime ricostruzioni riportate dal Corriere della Sera, sembra invece che Amri volesse andare verso il centro o sud Italia, anche se non è chiaro dove, e sembra che non avesse pianificato per niente la fuga dopo l’attentato.

La prima novità riportata dal Corriere riguarda la testimonianza di una donna che la sera del 22 dicembre ha incontrato Amri alla stazione ferroviaria Porta Nuova di Torino. Amri era appena sceso da un treno proveniente da Bardonecchia, un piccolo comune in val di Susa, mentre la donna aveva finito il suo turno di lavoro in uno dei negozi della stazione. La donna ha detto alla polizia di essere stata avvicinata da Amri, che in quel momento non aveva riconosciuto come l’attentatore di Berlino: Amri le ha detto che aveva perso il treno e le ha chiesto aiuto. Le ha chiesto se conosceva un posto dove andare a dormire o qualcuno che poteva ospitarlo. La donna ha troncato la conversazione e se n’è andata. Sempre alla stazione di Torino, Amri è stato ripreso per due volte da una telecamera a circuito chiuso mentre cercava indicazioni dei treni da prendere alle biglietterie automatiche. Le sue ricerche si sono concentrate sia verso Milano che verso Roma: «Segno che non aveva un progetto preciso di spostamento», ha scritto il giornalista Gianni Santucci sul Corriere.

L’indecisione di Amri su dove andare sembra essere confermata anche da quello che è successo poche ore dopo, fuori dalla stazione Centrale di Milano, dove Amri era arrivato prendendo un treno regionale da Torino. Alle 2 di notte Amri ha incontrato un uomo salvadoregno a cui ha chiesto informazioni per prendere un autobus verso «Roma, Napoli o il Sud». Poi è andato fino a Sesto San Giovanni prendendo un autobus sostitutivo della metropolitana, forse perché da lì partono degli autobus diretti sia verso Roma che verso alcune città della Campania e della Calabria, dove si pensa che Amri avesse dei contatti che si era fatto negli anni trascorsi nei centri di accoglienza e in prigione in Sicilia, prima di trasferirsi in Germania.

Gli investigatori stanno ancora cercando di ricostruire la rete di amicizie di Amri in Italia, anche se finora non sono emerse grandi novità. Giovedì la Digos ha perquisito una casa a Campoverde, una frazione di Aprilia, comune della provincia di Latina, dove Amri fu ospitato da un uomo tunisino e dalla sua famiglia alcuni mesi nel 2015. L’uomo, che Amri aveva conosciuto anni prima a Lampedusa, si trova in carcere a Velletri per spaccio di droga. Durante la perquisizione la Digos ha sequestrato due telefoni cellulari, ma finora gli investigatori non hanno ulteriori informazioni.