Karl Lagerfeld con il nipote assiste alla sfilata di Chanel al Paseo del Prado all'Avana, 3 maggio 2016 (ADALBERTO ROQUE/AFP/Getty Images)
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Il 2016 della moda

È stato un anno pieno di cambiamenti, polemiche, nuove collezioni – come quelle di Rihanna e Beyoncé – e il seguito di Zoolander, a prendere in giro un po' tutti

di Enrico Matzeu – @enricomatzeu
Karl Lagerfeld con il nipote assiste alla sfilata di Chanel al Paseo del Prado all'Avana, 3 maggio 2016 (ADALBERTO ROQUE/AFP/Getty Images)

Il 2016 della moda è stato un anno pieno di cambiamenti, dalle numerose sostituzioni alla direzione creativa di molti marchi importanti – una tendenza già iniziata nel 2015 – alla decisione di molte aziende, a partire da Burberry, di unificare le sfilate o rendere i capi visti in passerella subito disponibili all’acquisto, il cosiddetto “see-now, buy-now”. Alcune popstar, come Rihanna e Beyoncé, hanno disegnato le loro prime linee di abbigliamento, si è parlato tantissimo del successo di Alessandro Michele da Gucci e del debutto di Demna Gvasalia da Balenciaga, e c’è stata la prima sfilata di Chanel a Cuba, dopo la fine dell’embargo americano.

I grossi cambiamenti nella moda

Nel 2016 la moda è stata al centro di un grosso dibattito che ha coinvolto non soltanto giornali ed esperti del settore: infatti non si è scritto tanto di collezioni e tendenze quanto dei grossi cambiamenti in corso. All’inizio dell’anno l’argomento erano i tempi troppo veloci della moda, che avrebbero causato i molti cambi di direttori creativi delle case di moda nel 2015, proseguiti anche nel 2016 con una frequenza insolita ed eccezionale. Gli stilisti infatti non riescono più a seguire i ritmi imposti dal mercato, che richiede continuamente nuove collezioni e nuovi capi nei negozi, come fanno le catene di abbigliamento low cost.

Anche i fashion blogger sono considerati tra i responsabili di questa accelerazione per via delle foto dalle sfilate che pubblicano continuamente sui social network, provocando il desiderio immediato di possedere quei capi. Il meccanismo è stato al centro di una polemica delle giornaliste di Vogue America dopo le Settimane della moda di settembre, quando hanno accusato i fashion blogger di «distruggere lo stile per soldi o per vanità». I blogger hanno risposto sui social network accusando le giornaliste di vivere fuori dal tempo. Infine si è parlato della decisione adottata da sempre più case di moda di unificare le sfilate uomo donna e di mettere subito in vendita i vestiti visti in passerella.

Come sta la moda italiana

Le cose per la moda italiana sembrano andare bene e molti attribuiscono ad Alessandro Michele, il nuovo direttore creativo di Gucci, il merito di aver riportato al centro dell’attenzione le sfilate di Milano. Nel frattempo si sono affermati anche nuovi stilisti: Marco De Vincenzo, particolarmente apprezzato dai personaggi famosi; Massimiliano Giorgetti, che oltre al suo marchio MSGM lavora per Emilio Pucci; e Fausto Puglisi, anche lui molto richiesto dalle popstar internazionali. Alla Settimana della moda milanese di settembre alcune giornaliste di Vogue America hanno però criticato dei marchi italiani definendoli «ripetitivi e poco originali».

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Una modella alla sfilata della collezione cruise 2017 di Gucci all’Abbazia di Westminster di Londra, il 2 giugno 2016. (John Phillips/Getty Images for GUCCI)

I tanti cambi di direttori creativi

Come dicevamo, nel 2016 sono proseguiti i numerosi cambi di direttori artistici, iniziati nel 2015. La notizia più rilevante è il passaggio di Maria Grazia Chiuri da Valentino a Christian Dior: è la prima volta che una donna si trova alla guida della casa di moda francese, e finora Chiuri aveva sempre lavorato con Pier Paolo Piccioli, il suo collega rimasto a dirigere Valentino. Sul Post vi avevamo raccontato chi è qui.

Anche altri marchi francesi hanno cambiato direttore creativo: la stilista Bouchra Jarrar è arrivata a Lanvin mentre Hedi Slimane ha lasciato Saint Laurent in polemica con Kering, la holding che la controlla, e il suo posto è stato preso da Anthony Vaccarello, andato via da Versace.
La direzione creativa del marchio americano Diane von Furstenberg è stata affidata a Jonathan Saunders, mentre Calvin Klein ha licenziato sia Francisco Costa, direttore della linea donna, che Italo Zucchelli, a capo di quella maschile, e che secondo molti giornali stava facendo un buon lavoro.

Anche in Italia ci sono stati un bel po’ di licenziamenti e nuove assunzioni. Lo stilista Massimiliano Giornetti se n’è andato da Salvatore Ferragamo, dove lavorava da un po’ di anni, e lo stesso ha fatto Stefano Pilati con Ermenegildo Zegna, dov’è stato sostituito da Alessandro Sartori. Alessandra Facchinetti – la sorella del cantante Francesco Facchinetti – è stata licenziata da Tod’s. Nel mondo della moda e dell’imprenditoria italiana si è parlato molto anche di Ennio e Carlo Capasa, che hanno lasciato definitivamente l’azienda Costume National, che avevano fondato, dopo averla venduta al fondo cinese Sequedge; e di Consuelo Castiglioni che è andata via da Marni, azienda di cui era fondatrice e direttrice creativa, ma che già dal 2012 era di proprietà di Renzo Rosso.

Il debutto di Demna Gvasalia da Balenciaga

Lo stilista di cui si è parlato di più nel 2016 è sicuramente Demna Gvasalia, che a marzo ha debuttato con la sua prima sfilata per Balenciaga. È piaciuta, ma ha fatto molto discutere perché ha proposto abiti dalle forme e dalle fantasie molto esagerate. Secondo gli esperti sta proponendo un nuovo modo di vestire molto ispirato agli anni Novanta, come faceva già con la linea Vetements, un collettivo di stilisti guidato proprio da Gvasalia. Piace molto ai giovani e i suoi vestiti e accessori diventano subito di tendenza, anche quelli più semplici come la maglietta con il logo di DHL, che ha venduto tantissimo quest’estate.

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La modella Sarah Snyder indossa la maglietta di Vetements con il logo di DHL appoggiata a un furgone dell’azienda (Instagram)

Stilisti che non ci sono più

Quest’anno sono morti anche alcuni stilisti e figure che hanno lasciato una traccia significativa nel mondo della moda. A gennaio è morto lo stilista francese André Courrèges, che negli anni Sessanta inventò alcuni capi diventati poi di uso comune, come la minigonna, l’abito bianco e gli stivaletti con il tacco basso. Sul Post abbiamo spiegato quali tra queste cose vanno ancora di moda e perché (come per esempio gli occhiali indossati da Miley Cyrus).

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Miley Cyrus, vestita da Simone Harouche, indossa le Lunettes Eskimo, i famosi occhiali da sole di André Courrèges (Kevork Djansezian/Getty Images)

Anche la stilista Sonia Rykiel, morta ad agosto, è stata fondamentale per la storia della moda e del costume, per la sua maglieria e le righe multicolori che utilizzava nei suoi abiti.

Bill Cunningham non era uno stilista ma era comunque una figura centrale nella moda americana: fu probabilmente il primo e più importante fotografo di street fashion, e da 40 anni ritraeva le persone vestite meglio o in modo più originale di New York. È morto a giugno e qui abbiamo raccontato dieci cose da sapere su di lui (oltre a un documentario da guardare)

Gli anniversari più importanti

Quest’anno sono 90 anni da quando la casa di moda Fendi aprì a Roma il suo primo laboratorio di pelletteria e pellicce. L’anniversario è stato festeggiato a luglio con una sfilata di alta moda molto scenografica, come mostrano le foto, davanti alla Fontana di Trevi.

Fendi
(Franco Origlia/Getty Images)

A settembre Bottega Veneta ha festeggiato i suoi 50 anni con una sfilata all’Accademia di Brera di Milano, dove ha presentato in contemporanea le collezioni uomo e donna per la primavera/estate 2017.

Hanno compiuto 50 anni anche le scarpe Vans, diventate famose tra gli skaters per la suola in gomma alta, e indossate nel tempo anche da molti cantanti e attori americani.

La sfilata di Chanel a Cuba

Dopo la fine dell’embargo a Cuba e la ripresa dei rapporti con gli Stati Uniti avvenuta nel 2015, quest’anno si sono visti i primi grandi cambiamenti sul piano economico e quindi anche della moda. L’evento più rilevante e spettacolare è stata la sfilata di Chanel, che ha presentato all’Avana la collezione cruise per il 2017. È stato il direttore creativo Karl Lagerfeld a voler sfilare a Paseo del Prado, la via pedonale della capitale, invitando molti personaggi famosi come Giselle Bündchen e Vin Diesel. L’evento è considerato storico: per la prima volta un marchio internazionale ha presentato una collezione a Cuba, aprendo anche un discorso sulle opportunità della moda nel paese.

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Lo stilista Karl Lagerfeld con il nipote e le modelle della sfilata di Chanel all’Avana (AP Photo/Ramon Espinosa)

Popstar stiliste

Nel 2016 si è parlato anche delle collezioni e le linee di abbigliamento di alcune popstar americane: Kanye West, Beyoncé e Rihanna. Kanye West ha continuato la collaborazione iniziata nel 2015 con Adidas, disegnando due nuove collezioni per Yeezy, la linea creata apposta. Entrambe le sfilate, una al Madison Square Garden l’altra in un parco del Roosevelt Garden a New York, sono state un evento e sono state trasmesse in streaming su Tidal, la piattaforma musicale del rapper Jay-Z.

#YEEZYSEASON4 (@gq)

Un video pubblicato da YEEZYSEASON 1/2/3/4 (@yeezyseason2) in data:

Ad aprile è uscita la prima linea di abbigliamento di Beyoncé: si chiama Ivy Park ed è stata realizzata in collaborazione con Philip Green, capo di Topshop. Sono soprattutto abiti sportivi e al tempo stesso alla moda, da indossare durante gli allenamenti ma anche per stare comodi. Nel 2016 Beyoncé ha avuto un impatto nel mondo della moda più alto del solito anche per gli abiti che indossa nel visual album uscito per Lemonade, il suo nuovo album, e nel successivo tour mondiale: abiti e costumi sono disegnati da stilisti diversi – da Balmain a Gucci – e sono molto diversi tra loro: body in latex, con perle e cristalli ricamati, molti abiti con corpetti in pizzo e colletti stretti, inserti d’oro o effetto nudo.

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Rihanna, che nel 2015 era diventata testimonial di Puma, ha disegnato le sue prime due collezioni Fenty, il marchio di Puma a lei riservato, che ha sfilato a New York a febbraio, e poi a Parigi a settembre. I suoi vestiti sono molto sportivi: che nella prima collezione c’erano scarpe da ginnastica con il tacco a stiletto, nella seconda si è ispirata alla regina Maria Antonietta. La stampa ha detto che Rihanna ha fatto bene a Puma, perché ha riportato attenzione a un marchio un po’ dimenticato che grazie a lei è riuscito quest’anno ad aumentare le vendite.

Rihanna Puma
Rihanna alla sfilata della sua collezione per Puma, 12 febbraio 2016 (TIMOTHY A. CLARY/AFP/Getty Images)

Michelle Obama

Il 2016 è stato anche l’ultimo anno di Michelle Obama come First lady degli Stati Uniti, che l’ha fatta apprezzare anche per il suo stile innovativo, contemporaneo, e attento agli stilisti emergenti, copiato dalle persone comuni e messo in risalto dai giornali, a partire da Vogue America. Molte sue scelte di abbigliamento sono state veri e propri messaggi politici, come quando indossò un vestito della stilista cinese Vera Wang per la cena di stato a Pechino nel settembre 2015, o quando ne scelse uno color calendula di Narciso Rodriguez, uno stilista gay di origine cubana, per il discorso sullo Stato dell’Unione nel gennaio scorso. Obama è famosa anche per indossare abiti low cost di famose catene americane, anche se il suo stilista preferito è sempre stato Jason Wu, di cui ha indossato spesso abiti da sera.

Michelle Obama
Michelle Obama con un abito di Jason Wu al ballo inaugurale della presidenza a Washington DC, 14 gennaio 2014. (AP Photo/Charles Dharapak, File)

Zoolander 2

A inizio anno è uscito Zoolander 2, il sequel del famoso film del 2001 che prendeva in giro il mondo della moda: entrambi sono stati diretti da Ben Stiller, che fa anche parte del cast insieme a Owen Wilson, Penelope Cruz e Will Ferrell. Il film era molto atteso e per promuoverlo ci sono state molte iniziative legate alla moda, a partire dalla première a New York, impostata come una vera e propria sfilata. La presa in giro del mondo della moda è continuata, e alcuni stilisti hanno disegnato gli abiti e molti personaggi famosi, come Justin Bieber, Kim Kardashian, Benedict Cumberbatch, Kanye West e Katy Perry, sono anche comparsi nel ruolo di sé stessi.