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  • Lunedì 28 novembre 2016

François Fillon ha vinto le primarie del centrodestra francese

Ha ottenuto il 66,5 per cento dei voti al secondo turno battendo Alain Juppé, sarà candidato alle elezioni presidenziali del 2017

Francois Fillon, 27 novembre 2016 (ERIC FEFERBERG/AFP/Getty Images)
Francois Fillon, 27 novembre 2016 (ERIC FEFERBERG/AFP/Getty Images)

François Fillon ha vinto le primarie del centrodestra francese e sarà il candidato del partito dei Repubblicani alle elezioni presidenziali che si terranno il 23 aprile 2017. Secondo i risultati provvisori del secondo turno, Fillon ha ottenuto il 66,5 per cento dei voti. Alain Juppé, con il 33,5 per cento, ha riconosciuto la sconfitta: ha detto che le primarie si sono svolte in modo corretto e ha dichiarato il proprio sostegno a Fillon augurandosi che diventi presidente.

Fillon era stato il candidato più votato al primo turno la settimana scorsa, e aveva ottenuto il 44 per cento dei voti; Alain Juppé, dato per favorito prima dell’inizio delle primarie dai sondaggi, aveva ottenuto il 28 per cento, seguito dall’ex presidente Nicolas Sarkozy. Al secondo turno l’affluenza ha superato quella del primo. Alain Juppé ha vinto solo in tre dipartimenti (Gironde, Corrèze e Guyana) e ne ha persi sette rispetto al primo turno.

Nel suo discorso Fillon ha detto che la sua vittoria è andata contro ogni previsione: «Da tre anni traccio la mia strada ascoltando i francesi, con il mio progetto, i miei valori, e a poco a poco ho sentito questa onda che ha rotto tutti gli scenari che erano stati scritti in anticipo. Il mio approccio è stato compreso: (…) la Francia vuole verità e vuole azione». Fillon ha citato il suo partito, Nicolas Sarkozy e anche Juppé al quale ha detto di essere legato da amicizia, stima e rispetto («Alain è un uomo di stato e lo rimane»). Ha spiegato che nessun elettore deve sentirsi sconfitto o escluso: «Ciò che ci unisce è più importante di ciò che ci separa». Poi ha criticato il governo socialista di Manuel Valls e la presidenza di Hollande dicendo che gli ultimi cinque anni sono stati «patetici».

Famiglia, identità, liberismo
Fillon ha 62 anni, è cattolico, ha cinque figli ed è stato primo ministro dal 2007 al 2012. Prima, in altri governi, era stato ministro dell’Istruzione, degli Affari sociali, delle Telecomunicazioni, delle Tecnologie dell’informazione e delle Poste, e anche dell’Istruzione superiore e della Ricerca, negli anni Novanta. Fillon ha sostenuto durante la campagna elettorale di avere l’unico programma “realistico” per la Francia e l’unico in grado di far ripartire l’economia francese. Se eletto presidente avvierà un programma di riduzione della spesa pubblica pari a 100 miliardi di euro: ha promesso di aumentare la TVA, l’imposta equivalente all’IVA italiana, attualmente al 20 per cento, di eliminare 500 mila posti di lavoro pubblici, di posticipare l’età pensionabile a 65 anni nel 2022, di armonizzare le pensioni.

In politica estera Fillon è favorevole a un riavvicinamento strategico con la Russia, a cui vorrebbe togliere l’embargo imposto per via dell’annessione della Crimea. Fillon, come il presidente eletto degli Stati Uniti Donal Trump, ha anche parlato in favore di un’alleanza con il dittatore siriano Bashar al Assad allo scopo di combattere lo Stato Islamico.

Fillon è stato sostenuto esplicitamente dagli ambienti cattolici conservatori come quelli di La Manif pour tous, collettivo composto da diverse personalità e movimenti contrari all’estensione del matrimonio civile alle coppie omosessuali, all’aborto e alla cosiddetta “teoria del gender”. Ha una visione estremamente tradizionalista sul ruolo delle donne, sulla famiglia e sul matrimonio. In particolare, ha detto che vorrebbe fosse riesaminata la legge Taubira che tre anni fa ha introdotto la possibilità di adottare bambini per le coppie omosessuali. Riguardo l’aborto Fillon ha detto di essere personalmente contrario («per ragioni di fede») ma di non voler cambiare niente della legge approvata in Francia nel 1975. Ha scritto due libri: il primo si intitola “Fare”, il secondo “Contro il totalitarismo islamico”. Fillon ha anche proposto di stabilire un limite all’immigrazione attraverso un referendum.

Cosa si dice
Per François Bayrou, presidente del partito di centro Mouvement démocrate (MoDe) che sosteneva Alain Juppé, il programma di François Fillon «pone numerose questioni ai cittadini e alla nostra società» e diversi aspetti non sono stati considerati: «il futuro dell’Unione Europea, la salvaguardia dell’ambizione sociale, l’ambiente e la sostenibilità, le nuove condizioni del lavoro, la situazione dei giovani e il loro futuro». Marine Le Pen ha invece detto che François Fillon «sarà un ottimo candidato». La sinistra ha denunciato «l’inedita violenza» del programma di Fillon.

Alcuni giornali francesi tradizionalmente conservatori, come Le Figaro, parlano di Fillon come di un «liberale moderato» e come di un «dichiarato conservatore» augurandosi anche che la radicalità del suo progetto non si perda. Diversi quotidiani locali lo descrivono poi come un outsider che è riuscito a conquistare l’elettorato della destra. Libération, quotidiano di sinistra, dice invece che François Fillon dovrà rinunciare a parte del suo radicalismo se alle presidenziali vorrà ottenere consensi anche al di fuori del suo partito.

Le primarie della destra francese sono state molto seguite e raccontate dalla stampa internazionale. El País, quotidiano spagnolo, ha pubblicato sul suo sito una foto di François Fillon con la mano sul cuore soffermandosi soprattutto sulla sua fede. El País parla di «un cattolico tradizionalista per condurre una Francia laica» ricordando che «il conservatorismo è l’ideologia che ha guidato la sua vita». Il tedesco Bild sottolinea il percorso di François Fillon, da «collaboratore di Sarkozy a vincitore» (Nicolas Sarkozy chiamava Fillon «il mio collaboratore» e «Mister Nobody»: molti giornali hanno dunque usato nei titoli queste due formule).

L’agenzia di stampa statunitense Associated Press insiste sulla sua sobrietà e autorevolezza dicendo che l’esperienza bilancia la sua mancanza di carisma. Reuters scrive che questo «amante delle auto da corsa che vive in un castello nella Valle della Loira promette riforme radicali». CNN e alcuni giornali inglesi parlano di Fillon come di una «Thatcher alla francese», mentre il New York Times dice che Fillon «con le sue promesse di restaurare l’identità della Francia e la sua grandezza nazionale e con il suo linguaggio duro sull’immigrazione e l’Islam ha chiaramente fatto un appello alla base degli elettori di Le Pen». Il Wall Street Journal vede infine nella scelta di François Fillon l’inizio di un cambiamento: «La Francia flirta con una rivoluzione nell’economia di mercato, il che sarebbe una rottura decisiva con il passato (…) Molti diranno che era arrivato il tempo. Sono trent’anni che la Francia opponeva resistenza».

E ora?
Secondo alcuni sondaggi alle presidenziali del 2017 Fillon se la giocherà con Marine Le Pen del Front National, il partito euroscettico di estrema destra sempre più popolare in Francia. Sempre secondo due sondaggi diffusi domenica sera Fillon sarebbe davanti a Marine Le Pen al primo turno delle presidenziali e vincerebbe nettamente al secondo turno. Nella prima indagine Fillon otterrebbe il 26 per cento dei voti al primo turno, due punti in più rispetto a Marine Le Pen (24 per cento). Emmanuel Macron arriverebbe terzo (14 per cento) e Jean-Luc Mélenchon, candidato per la sinistra del Front de Gauche, quarto (13 per cento). Se François Hollande si candidasse e vincesse le primarie del suo partito sarebbe al 9 per cento. I risultati sarebbero praticamente identici nell’ipotesi che a sinistra si presentasse Manuel Valls al posto di François Hollande. Al secondo turno François Fillon vincerebbe la presidenza con il 67 per cento dei voti: Le Pen otterrebbe il 33 per cento.

Nell’altro sondaggio condotto da Odoxa per France 2, François Fillon raggiungerebbe il 32 per cento al primo turno e Marine Le Pen si fermerebbe al 22. Emmanuel Macron otterrebbe il 13, Jean-Luc Mélenchon il 12 e François Hollande l’8. Anche da questa seconda indagine risulta che Fillon vincerebbe al secondo turno e diventerebbe presidente.

Le cose potrebbero ancora cambiare, ma ci vorrebbe una gran rimonta del Partito Socialista, attualmente al governo, che gli consenta di superare il primo turno delle elezioni. Per ora non si sa chi sarà il candidato del Partito Socialista: il presidente in carica François Hollande, il cui consenso al momento è molto basso, non ha ancora detto se si ricandiderà.