Sandro Bondi dice che Berlusconi ha sempre e solo pensato ai suoi interessi

In una lettera al Foglio invita a non stupirsi del fatto che il fondatore di Forza Italia voterà nello stesso modo dei suoi storici avversari politici al referendum costituzionale

(ANDREAS SOLARO/AFP/Getty Images)
(ANDREAS SOLARO/AFP/Getty Images)

Sul Foglio di martedì 4 ottobre c’è una lettera al direttore scritta dall’ex ministro della Cultura e dirigente di Forza Italia Sandro Bondi, un tempo collaboratore molto stretto di Silvio Berlusconi, e che però nel 2015 è uscito dal partito per sostenere il governo del presidente del Consiglio Matteo Renzi. Bondi dice che non c’è da stupirsi, come invece fa l’ex direttore del Foglio Giuliano Ferrara, se Berlusconi voterà “no” al referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre, come farà anche un suo storico critico e avversario politico come il costituzionalista Gustavo Zagrebelsky. Secondo Bondi non conta neanche il fatto, come dice Ferrara, che la riforma della Costituzione proposta da Renzi sia simile a quella che voleva lo stesso Berlusconi:

C’è però una spiegazione in questo paradosso. Secondo me risiede nel fatto che il fondatore di Forza Italia non crede in nulla, proprio in nulla. Tutto risponde ai suoi interessi contingenti siano essi di natura politica o siano quelli delle sue aziende. Ed e’ sempre stato così in questi vent’anni. Con il risultato di un nulla di fatto, beninteso per l’Italia e gli italiani. Anzi con il risultato di continuare a fare del male a questo sventurato nostro paese.

Ferrara ha risposto a Bondi, chiedendogli «che bisogno c’è di cospargere di cenere e fango il passato? Berlusconi è stato un entusiasmante esempio di cambiamento, e il nemico dei più arcigni e faziosi tra gli italiani. Non basta?».