La ragazzina coi capelli rossi, quella vera

Cioè la donna che ispirò il personaggio dei Peanuts: Schulz le propose di sposarla, lei rifiutò, racconta il Washington Post

di Michael Cavna – Washington Post

L’estate scorsa ho provato a chiamare ogni giorno la ragazzina-coi-capelli-rossi. E ogni notte mi sono chiesto se sarei mai riuscito a parlarle. La vera ragazzina-coi-capelli-rossi – cioè la donna che ha ispirato il celebre personaggio dei Peanuts – si chiamava Donna Johnson Wold. E anche nella vita reale era sfuggente come quella di cui era cotto Charlie Brown.

Alla fine, a luglio riuscii a parlare con lei: era calorosa, alla mano, ispirava subito affetto e mi raccontò di aver avuto una vita piena e gratificante. Più di sessant’anni fa aveva preferito sposare un pompiere – Allan Wold, con cui ha passato tutta la vita – anziché Charles M. Schulz. Schulz, cioè l’inventore dei Peanuts, finì per trasformare quella delusione d’amore in arte inventando il personaggio della ragazzina coi capelli rossi, che compare per la prima volta nel film dei Peanuts, uscito a novembre, ma a cui si allude spesso nelle strisce.

«Oh, uscimmo insieme per circa due anni», mi raccontò Wold, dicendo che lei e “Sparky”, come gli amici chiamavano Schulz, si erano incontrati alla scuola d’arte di Minneapolis. Sia Schulz che Allan Wold le chiesero di sposarli. «Lo amavo. Penso di aver scelto Al perché conoscevo tutti i suoi amici. Mentre gli amici di Sparky non li conoscevo affatto. Ma è successo tanto tempo fa», mi raccontò parlando al telefono a Minneapolis. Wold ha sempre vissuto lì: ha viaggiato, è andata molto in campeggio (le piaceva soprattutto il parco naturale di Grand Tetons, in Wyoming), ha avuto quattro figli e ha cresciuto molti nipoti.

Allan e Donna Wold si sposarono nel 1950, lo stesso anno in cui i Peanuts vennero pubblicati per la prima volta. Schulz introdusse il misterioso personaggio ispirato a Donna nella striscia del 12 novembre del 1963: c’era Charlie Brown che diceva, con aria sognante, «Mi piacerebbe tantissimo pranzare con quella ragazzina dai capelli rossi».

«È l’oggetto del suo amore», mi raccontò sempre un anno fa Jean Schulz, la vedova di Schulz. «Non possiamo conoscerla veramente. C’è un alone di mistero attorno a lei». E nel cartone animato dello scorso anno i registi hanno reso «quella esperienza effimera». «È praticamente il catalizzatore del film», mi spiegò Steve Martino, il regista, prima che uscisse nelle sale. «La bella silhouette che Sparky disegnò ci ispira ancora».

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La ragazzina dai capelli rossi compare infatti in un’unica striscia, in quella del 25 maggio del 1998, 37 anni dopo la prima volta che venne nominata: era disegnata come un profilo che ballava con Snoopy, che si immedesimava in Jay Gatsby.

ragazzina

Wold ha vissuto nell’ombra di quella silhouette per più di 25 anni, da quando nel 1989 uscì la biografia di Schulz Good Grief, che la indicava come la fonte di ispirazione per il personaggio: «La fece diventare un po’ famosa, ma soltanto un po’», ha raccontato il marito Allan Wold allo Star Tribune di Minneapolis.

Si dice che Wold avesse un cassetto pieno di scarabocchi di Schulz, e che chiamò alcuni nipoti come i personaggi dei Peanuts. Lo scorso weekend lo Star Tribune ha scritto che Donna Wold è morta il 9 agosto 2016 per arresto cardiaco e complicazioni dovute al diabete: aveva 87 anni. Oltre al marito, aveva ancora le tre figlie Sally, Peggy e Susan; una sorella, Margaret Olson, sette nipoti e 13 bisnipoti.

«Ho avuto una bella vita», mi disse al telefono. «Una vita molto felice».

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