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  • Giovedì 9 giugno 2016

Inizia la riunione del Bilderberg

Ci saranno politici, imprenditori, manager e giornalisti, anche italiani: e circoleranno le solite teorie del complotto

L'Hotel Taschenbergpalais Kempinski di Dresda dove da oggi si riunirà il gruppo Bilderberg, 7 giugno 2016 (Matthias Rietschel/Getty Images)
L'Hotel Taschenbergpalais Kempinski di Dresda dove da oggi si riunirà il gruppo Bilderberg, 7 giugno 2016 (Matthias Rietschel/Getty Images)

Giovedì 9 giugno a Dresda, in Germania, comincerà la conferenza del “gruppo Bilderberg”, un incontro annuale di leader politici, manager e dirigenti da tutto il mondo inaugurato nel 1954 che prende il nome dall’albergo olandese dove il gruppo si riunì per la prima volta. La conferenza durerà quattro giorni, saranno presenti circa 130 persone tra cui alcuni primi ministri e trenta amministratori delegati. I temi in discussione saranno, come al solito, molto diversi: ci saranno argomenti piuttosto prevedibili come la Cina, la questione dei migranti e la sicurezza informatica, ma si parlerà anche di “precariato e classe media”.

Quartz spiega che cosa significa “precariato” – cosa che in Italia non sarebbe necessaria – e dice che la parola è entrata nell’uso comune grazie all’economista inglese Guy Standing, che parla di una classe crescente di persone che si sentono insicure nel loro lavoro, nelle comunità di cui fanno parte e in generale nella loro vita. I precari sono «i lavoratori costantemente part-time, i lavoratori con lo stipendio minimo, i lavoratori stranieri temporanei, i domestici del mercato grigio pagati in contanti, i lavoratori tecno-impoveriti il cui lavoro frammentario non prevede né un ufficio né uno specifico settore, gli anziani che lottano con le pensioni che diminuiscono, i cittadini emarginati, le madri senza sostegno, gli operai che non hanno risparmi, la generazione per la quale non è disponibile né prevista una pensione e una data di ritiro dal lavoro».

Secondo Standing questo gruppo «alienato, ansioso e arrabbiato», accanto a una classe media che non sta facendo molto, sta favorendo l’ascesa di politici populisti come Donald Trump negli Stati Uniti e simili demagoghi in Europa e in altri posti del mondo. Durante la riunione si discuterà anche delle conseguenze di questa situazione nei mercati finanziari e nell’economia. I contenuti e le conclusioni dell’incontro rimarranno comunque segreti. Secondo il codice del gruppo «non c’è un risultato desiderato, non saranno redatte delle note né alcun rapporto finale. Inoltre non si propongono risoluzioni, non ci sarà alcun voto e non saranno rilasciate dichiarazioni politiche».

La segretezza delle riunioni del Bilderberg è determinata dalla cosiddetta “Chatham House Rule”, citata dallo stesso sito del gruppo: si tratta di una regola che stabilisce la confidenzialità delle fonti di informazioni scambiate nel corso di riunioni a porte chiuse. La Chatham House Rule è nata nel 1927 all’interno della Chatham House – il cui nome per intero è Royal Institute of International Affairs – un’organizzazione non governativa con sede a Londra. La Chatham House Rule dice che «i partecipanti sono liberi di usare le informazioni ricevute, ma non rivelare l’identità o l’affiliazione né di chi le ha diffuse né degli altri partecipanti» agli incontri. La segretezza che circonda queste riunioni ha fatto sì che negli anni si sviluppassero molte teorie complottiste, secondo cui il vertice avrebbe in realtà l’obiettivo di creare un “nuovo ordine mondiale”, condizionare la politica, costruire il predominio e il potere della finanza globale (o della massoneria, o degli ebrei, eccetera).

Il gruppo Bilderberg si presenta oggi come un forum internazionale la cui unica attività sono le conferenze. Gli organismi dell’autogoverno del Bilderberg sono il presidente e lo Steering Committee, il comitato direttivo. Il presidente – che dal 2010 è Henri Conte de Castries, proveniente da una antica famiglia della nobiltà francese – è eletto dallo Steering Committee, mentre quest’ultimo è eletto non si capisce bene da chi per quattro anni.

Alla conferenza di quest’anno parteciperanno circa 130 persone: politici, industriali, ricercatori, docenti universitari e giornalisti. Nella lista dei partecipanti ci sono anche alcuni italiani: Franco Bernabè, ex presidente di Telecom; Lilli Gruber, giornalista; Marta Dassù, ex sottosegretaria al ministero degli Esteri; Claudio Costamagna, presidente di Cassa Depositi e Prestiti; John Elkann, presidente di Fiat Chrysler Automobiles. Saranno presenti poi la direttrice del Fondo Monetario Internazionale Christine Lagarde, la giornalista Anne Applebaum, José Barroso, ex presidente della Commissione Europea, Laurent Fabius, ex ministro francese degli Affari Esteri e ora presidente del Consiglio costituzionale, Thomas de Maizière, ministro tedesco degli Interni, Mark Rutte, primo ministro olandese, Charles Michel, primo ministro del Belgio e la vice presidente della Commissione europea Kristalina Georgieva.