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  • Venerdì 6 maggio 2016

I club del libro di soli uomini

Dove non sono ammessi né donne, né romanzi scritti da donne con donne protagoniste

Un uomo legge un libro in un parco (NIKLAS HALLE'N/AFP/Getty Images)
Un uomo legge un libro in un parco (NIKLAS HALLE'N/AFP/Getty Images)

Il Man Book Club è un gruppo di lettura fondato in California nove anni fa, ha 16 membri e sono tutti uomini, la maggior parte con età compresa tra i 50 e i 60 anni. Quando si pensa a un gruppo di lettura si immaginano signore che discutono dei romanzi di Jane Austen accompagnati da tè e pasticcini: secondo un sondaggio realizzato nel 2011 dal Pew Research Center, l’11 per cento degli americani frequenta club del libro o gruppi di discussione simili e, tra questi, le donne sono più del doppio degli uomini. Il New York Times ha pubblicato un articolo che racconta come funziona il Man Book Club e altri gruppi di lettura riservati a soli uomini.

Il membri del Man Book Club leggono un libro al mese e si ritrovano per parlarne a casa di uno di loro che si prende l’impegno di preparare un pasto ispirato al libro in lettura; ad esempio, la discussione su Tropico del cancro di Henry Miller è stata accompagnata da una cena di cucina francese da otto portate; quella su Vestivamo da superman, il memoir sull’infanzia negli anni Cinquanta del giornalista e scrittore Bill Bryson, da merendine e patatine servite su quei vassoi pensati per mangiare davanti alla tv; per la riunione su Il potere del cane di Thomas Savage, un romanzo del 1967 ambientato in una fattoria del Montana negli anni Venti in cui a un certo punto viene castrato un toro, c’erano dei tacos con testicoli fritti. Gli altri membri del club devono portare qualcosa da bere.

Il Man Book Club ha solo tre regole: gli autori dei libri proposti devono aver vinto o essere stati nominati per un importante premio letterario (una garanzia per la qualità delle letture), i libri non devono essere lunghi più di 500 pagine e – la più importante – non devono essere “libri su donne scritti da donne”, che a leggere quanto scrivono sul loro sito sembrano essere considerati inevitabilmente “chick-lit” (il genere dei rosa con protagoniste donne single). Ogni libro viene votato con un punteggio da 1 a 10 alla fine del mese, e degli 85 letti finora dal club quello che è piaciuto di più è stato La vita, secondo me del premio Pulitzer Richard Russo, che si è aggiudicato un 8,8. Il primo libro letto dal gruppo nel 2007 è stato La macchia umana di Philip Roth, un autore che più “maschile” si fa fatica.

Un altro gruppo di lettura americano riservato a soli uomini è l’international Ultra Manly Book Club (iUMBC), che si trova a Kansas City. Sul sito del gruppo, che si vanta di non essere “il club del libro di tua madre”, ci sono immagini di Chuck Norris e di Dwayne “The Rock” Johnson, considerati icone dello “stile macho”. I membri dell’iUMBC sono più giovani di quelli del Man Book Club; il club è nato da un gruppo di ex compagni di università. Anche loro organizzano ritrovi mensili, ma sono meno raffinati quanto alle scelte sul cibo da portare. E anche loro hanno una lista dei 100 migliori libri per uomini: al primo posto c’è Paura e disgusto a Las Vegas di Hunter S. Thompson, al secondo La Città Bianca e il diavolo di Erik Larson e al terzo L’urlo e il furore di William Faulkner.

Leggendo il manifesto dell’iUMBC si ha l’impressione che i suoi membri si prendano meno sul serio rispetto a quelli del Man Book Club: scrivono di essere in cerca di libri “adatti all’ultramascolinità“, di sognare che un giorno gli uomini siano più educati e più profondi nelle conversazioni, e di sperare di potere prima o poi “uscire dall’ombra dei book club delle proprie madri”. Sembra quasi che sia stata una donna a scrivere la loro presentazione.

Lo scrittore ed editor Edward Nawotka, membro del Men’s Book Club di Houston, in Texas, ha raccontato al Times che discutendo delle opere di José Saramago, Haruki Murakami e Anthony Doerr si è creato un forte legame tra i 15 componenti del suo gruppo. Tuttavia non si parla di sentimenti e stati d’animo durante le riunioni; piuttosto, quando è capitato che uno degli uomini del club soffrisse per un lutto o stesse divorziando, gli altri hanno offerto aiuto e supporto in versione “maschile”. Nawotka ha anche raccontato di una volta in cui una donna ha chiesto agli uomini del club se erano omosessuali dopo che loro le avevano detto di trovarsi per parlare di libri.

A New York un gruppo di lettura per uomini gay esiste: si chiama NYC Gay Guys’ Book Club, ha circa 1.400 membri sul un gruppo Meetup ma agli incontri mensili partecipano tra le 10 e le 60 persone. Tra i libri che sono piaciuti di più in questo club ci sono La stanza di Giovanni di James Baldwin, Un uomo solo di Christopher Isherwood e Il cardellino di Donna Tartt.

Ovviamente l’articolo del New York Times ha suscitato alcune reazioni negative su Twitter, soprattutto a causa della regola più importante del Man Book Club, quella per cui non possono essere proposti libri scritti da donne sulle donne. La maggior parte dei libri letti dal club è stata scritta da un uomo (fanno eccezione Just Kids di Patti Smith, Preghiera per Černobyl’ del premio Nobel Svetlana Aleksievič e Unbroken di Laura Hillenbrand) e supporre che qualsiasi libro scritto da una scrittrice che abbia come protagonista una donna sia “chick-lit” sembra davvero un pregiudizio. Negli Stati Uniti come in Italia la maggior parte dei lettori sono donne, ma tra autori e recensori gli uomini non mancano, anzi, e per ragioni storiche la maggior parte dei libri considerati parte del canone letterario sono stati scritti da uomini.

Su Slate la giornalista L.V. Anderson ha scritto che le femministe non dovrebbero criticare i club del libro di soli uomini, ma applaudirli. Resta però il problema, secondo Anderson, che le lettrici crescono identificandosi con protagonisti maschili di libri scritti da uomini mentre agli uomini non capita il contrario.