Piero Del Re su Repubblica di oggi racconta di come la crisi economica e la paura del terrorismo abbiano messo in crisi il settore turistico a Malindi, città del Kenya sulla costa dell’Oceano Indiano, a circa 120 chilometri da Mombasa, diventata famosa in Italia come località turistica di personaggi più o meno ricchi e famosi (l’imprenditore Flavio Briatore per esempio possiede due locali a Malindi, entrambi in difficoltà, scrive Del Re).
Le esuberanti bouganville che debordano a cascata dalle ville di Casuarina road fanno parte con il profumo dei frangipani e le acque turchesi dell’oceano Indiano a un’immutata scenografia, quella di una fiaba tropicale. Eppure per le strade di Malindi gli italiani sono scomparsi.
Sono vuoti perfino il Billionaire e il Lion in the sun di Flavio Briatore, costruiti per una clientela meno esposta alle ristrettezze della crisi. È vero, qui l’alta stagione finisce assieme alle vacanze di Pasqua, ma non può bastare l’inizio di quella delle piogge a spiegare un tale deserto turistico.
Che cos’è che ha spopolato quest’oasi di pace e piaceri, diventata negli ultimi decenni il paradiso africano più o meno low-cost di molti italiani? «Malindi è defunta, e il colpo di grazia gliel’ha inferto l’attacco degli Al Shebaab all’Università di Garissa, quando a Pasqua 2015 furono massacrati 150 studenti», sostiene Roberto Macrì, arrivato qui nel 1978, dove è stato nostro console per più di vent’anni. «L’altro motivo del declino, considerando che in Kenya il costo della vita è molto aumentato, a cominciare dai voli aerei, è che la gente non ha più i soldi per offrirsi vacanze di lusso».
Le cifre che fornisce Macrì sono eloquenti: dei 35mila turisti italiani che soprattutto a Natale affollavano Malindi quest’anno ne sono visti, sì e no, 20mila. Quanto ai 3mila residenti o cosiddetti semi-residenti, ossia coloro che vengono qui solo per svernare, la paura degli islamisti ne ha recentemente allontanati la metà. Risultato: molti alberghi italiani sono rimasti chiusi, e altrettanti hanno fallito, anche se a Malindi sono sempre il lento ritmo delle maree a cadenzare la vita sulla spiaggia e gli spumosi cumulonembi che s’addensano all’orizzonte a creare cieli belli da dipingere.