Chi è la ragazza della Repubblica?

La storia di una delle foto più famose d'Italia – l'avrete vista ovunque – e della sua protagonista

(ANSA-PAL)
(ANSA-PAL)

Mario Tedeschini-Lalli ha pubblicato su Medium un articolo per raccontare, in occasione del 25 aprile, la storia di una fotografia molto celebre: quella in cui si vede una ragazza che sorride mentre mostra la prima pagina del Corriere della Sera del 3 giugno 1946, giorno successivo al referendum istituzionale, con il titolo «È nata la Repubblica italiana». Tedeschini-Lalli ha intervistato i familiari della donna, che è morta nel 1997, si chiamava Anna, era milanese e all’epoca aveva 24 anni. L’articolo, che è firmato anche da Giorgio Lonardi, è stato pubblicato domenica su Repubblica.

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Ancora poche settimane fa, l’8 marzo, per celebrare 40 anni dell’ingresso della prima donna nel corpo della polizia locale – la prima donna “ghisa” – e insieme i 70 anni del voto alle donne, il Comune di Milano ha installato davanti al municipio un pannello con una celebre fotografia: la ragazza sorridente che sbuca dalla pagina del Corriere della Sera il giorno della proclamazione della Repubblica, nel giugno 1946.

E’ stato così per anni, per decenni. La foto di Federico Patellani è stata utilizzata per illustrare articoli e libri, mostre e manifestazioni politiche e le occasioni si moltiplicheranno avvicinandoci alle celebrazione del 70° anniversario del referendum del 2 giugno 1946: una foto-icona, una splendida ed anonima donna chiamata a impersonare la gioventù e la speranza di un Paese che guardava avanti dopo il fascismo e la guerra.

Oggi, a tanti anni di distanza, lo splendore di quel sorriso resta, il significato di quello scatto anche, ma l’anonimato non c’è più: quel simbolo ha un nome e un cognome e una storia che proponiamo alla vigilia delle celebrazioni del 25 aprile.

L’anno scorso ci eravamo chiesti “Ma chi era il volto della Repubblica italiana?”, come andò che questa giovane donna si ritrovasse a posare per uno dei più celebri fotogiornalisti italiani (anzi quello che il “fotogiornalismo” in Italia praticamente lo inventò)? Patellani è morto nel 1977 e non ha raccontato nulla, suo figlio Aldo non ne aveva idea: “Probabilmente — ci disse — una modella cui aveva chiesto di posare”.

Ma no, non era una modella — e la sua storia, scopriremo, è intrecciata in molti modi con quella del giornalismo italiano.

La foto fu pubblicata per la prima volta il 15 giugno del 1946 sulla copertinavolta sulla copertina del settimanale Tempo, fondato nel 1939 da Alberto Mondadori sull’esempio dell’americano Life e riportato in edicola da Arturo Tofanelli all’inizio del ‘46. Federico Patellani, che aveva già collaborato con Mondadori e da quella esperienza nel ’43 aveva tratto il suo manifesto del fotogiornalismo “Il giornalista nuova formula”, lavorava a tempo pieno nella redazione.

Il settimanale applicava con fortuna la formula, poi comune nel giornalismo italiano, di unire “l’alto” delle cronache politiche e sociali, al “basso” della cronaca di costume e nei mesi precedenti aveva parlato pochissimo del referendum monarchia/repubblica. Solo alla immediata vigilia del voto, nel numero datato 1–8 giugno, comparve in copertina una “ragazza repubblicana” con un’edera appuntata sul golfino e un editoriale di Tofanelli si schierò nettamente per la repubblica: “E’ l’avvenire di tutti: è la speranza, laddove la Monarchia è il dubbio, la paura”. Ancora una settimana di incertezza (sulla copertina del numero 8–15 giugno c’è la foto di una ragazza qualsiasi e il titolo “Chi ha vinto?”), e finalmente arriva in edicola la famosa copertina con la testa della ragazza sorridente che sbuca dal giornale, con l’esplicito titolo “Rinasce l’Italia”.

Per ottenere l’immagine che durerà 70 anni Federico Patellani aveva fatto scattare 41 volte la sua Leica, come si vede dai provini a contatto conservati nell’archivio di Patellani presso il Museo della Fotografia contemporanea di Cinisello Balsamo.

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