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  • Mercoledì 13 aprile 2016

In Irlanda manca ancora un governo

Da un mese e mezzo i partiti trattano senza risultati: ora si stanno parlando i due partiti storicamente rivali, Fine Gael e Fianna Fáil

(AP Photo/Shawn Pogatchnik, File)
(AP Photo/Shawn Pogatchnik, File)

Da circa un mese e mezzo l’Irlanda è senza governo: le elezioni politiche si sono tenute lo scorso 26 febbraio, ma nessun partito ha ottenuto i voti necessari per governare. Da allora i partiti hanno cominciato una serie di negoziati per formare un governo, ma senza risultati. Negli ultimi giorni in particolare stanno trattando per formare un’alleanza di governo i due partiti principali, entrambi di centrodestra ma storicamente rivali fin dalla guerra civile degli anni Venti: il Fine Gael, partito cattolico e conservatore, e il Fianna Fáil, partito repubblicano considerato un po’ più a sinistra del Fine Gael. Per ora i due partiti non hanno raggiunto un accordo. Nella loro storia non hanno mai governato insieme, nonostante in Irlanda i governi di coalizione siano molto frequenti.

Il governo uscente alle ultime elezioni era formato dal Fine Gael in alleanza con il partito laburista, e il primo ministro (che in Irlanda si chiama “taoiseach”) era il 65enne Enda Kenny, che rimarrà in carica finché il Parlamento non voterà la fiducia a un nuovo governo. I due partiti si erano alleati per governare dopo che il Fianna Fáil aveva perso alle elezioni del 2011, dopo un calo di voti dovuto alla criticata gestione della crisi economica cominciata nel 2008: era dal 1987 che il Fianna Fáil governava ininterrottamente l’Irlanda. L’opposizione alla Dáil Éireann, la camera bassa del Parlamento irlandese, era formata tra gli altri dal Fianna Fáil e dal Sinn Féin, partito di sinistra. Alle elezioni di febbraio il Fianna Fáil ha raddoppiato i suoi voti, prendendo il 24,35 per cento delle preferenze e ottenendo 44 seggi in Parlamento. Il Fine Gael ha preso più voti, il 25,52 per cento, e ha ottenuto 50 seggi: meno della precedente legislatura, quando ne aveva 67. A crollare è stato soprattutto il Partito Laburista, passato da 33 seggi a 7: si ritiene che la perdita di voti per i due partiti di governo sia dovuta alle misure di austerità decise negli ultimi anni per superare la crisi economica. Attualmente, però, il PIL dell’Irlanda sta crescendo a un tasso dell’8 per cento, il più alto nell’Unione Europea, e il tasso di disoccupazione sta scendendo.

La Dáil Éireann ha 158 seggi (ne aveva 166 prima di una riforma del 2013) e dopo il voto Kenny ha provato a raccogliere in parlamento i 79 voti per essere nominato nuovamente taoiseach, ottenendo però solo i 57 del suo partito e di quello laburista. Durante le prime settimane dopo il voto, il Fine Gael e il Fianna Fáil hanno escluso categoricamente la possibilità di formare un governo insieme, nonostante le richieste in questo senso di alcuni altri partiti, tra cui il Sinn Féin. Secondo gli osservatori, la principale preoccupazione del Fianna Fáil è lasciare il Sinn Féin come unico grosso partito di opposizione, permettendogli quindi di aumentare i propri consensi. Per tutto il mese di marzo il Fine Gael e il Fianna Fáil hanno condotto trattative separate con gli altri partiti irlandesi, dai Verdi ai Socialdemocratici ai 23 parlamentari indipendenti eletti al Dáil Éireann, ma nessuno ha trovato un accordo, e all’inizio di aprile sono cominciati i primi contatti tra il Fine Gael e il Fianna Fáil.

Il 6 aprile Kenny ha perso un altro voto in Parlamento per diventare primo ministro, così come Micheál Martin, il leader del Fianna Fáil, raccogliendo rispettivamente 51 voti e 43: le trattative tra i due partiti sono continuate. Il 7 aprile però il Fianna Fáil ha fatto sapere di aver rifiutato una proposta del Fine Gael per formare un governo insieme: il Fine Gael ha criticato la decisione del Fianna Fáil, sostenendo che è stata guidata da interessi di partito e non da quelli della nazione. Il primo ministro Kenny l’ha definita «un grave errore» e ha detto che l’opzione di un governo di coalizione sarebbe stata la più stabile e la migliore per l’Irlanda. Martin ha però spiegato che «i migliori interessi degli irlandesi non sono rispettati da un governo formato dal Fianna Fáil e dal Fine Gael. Abbiamo fatto questa promessa molto prima delle elezioni, avevamo chiarito esplicitamente agli irlandesi e ai nostri elettori che non avremmo formato un governo col Fine Gael, e stiamo mantenendo quell’impegno».

I giornali irlandesi e britannici scrivono che difficilmente il Fianna Fáil verrà meno a questa promessa, per paura di perdere consensi in favore del Sinn Féin. Scrivono però che il partito sarebbe disposto a sostenere un governo di minoranza guidato dal Fine Gael, in quella che viene definita una “tregua politica” che consentirebbe al Fine Gael di governare fino all’autunno, chiedendo in cambio di avere un relativo potere decisionale nelle attività del governo. Nelle trattative per un eventuale governo di minoranza, nel quale il Fianna Fáil si asterrebbe durante i voti più importanti, permettendo al Fine Gael di governare, dovrebbero comunque essere coinvolti anche gli altri partiti minori il cui sostegno è necessario per il Fine Gael. Tra le richieste del Fianna Fáil c’è quella di aumentare gli aiuti alle famiglie con figli, di mettere una tassa sulle bibite gasate, mentre il Fine Gael ha promesso di aumentare di circa 7 miliardi la spesa per i servizi pubblici da qui al 2012, e di costruire 25mila case per combattere la crisi immobiliare irlandese.