• Moda
  • Lunedì 4 aprile 2016

Lo stilista italiano che fa andare bene Calvin Klein

Italo Zucchelli disegna la linea uomo dal 2004, mantenendo l'essenza del marchio e innovandolo insieme

di Enrico Matzeu – @enricomatzeu

Italo Zucchelli. (Tullio M. Puglia/Getty Images)
Italo Zucchelli. (Tullio M. Puglia/Getty Images)

Calvin Klein è uno dei marchi di moda più famosi al mondo, fondato nel 1968 e oggi conosciuto soprattutto per i jeans, la biancheria intima e le famose mutande con l’elastico firmato. La sede di Calvin Klein è a New York, dove sfila anche la collezione donna disegnata dallo stilista brasiliano Francisco Costa, mentre la linea uomo sfila a Milano e dal 2004 è realizzata dallo stilista italiano Italo Zucchelli. Da anni i giornali parlano dell’ottimo lavoro fatto da Zucchelli a Calvin Klein, che è riuscito a rispettare l’essenza del marchio – fatto di abiti sportivi dalle linee minimaliste e sensuali – innovandolo grazie alla sperimentazione tecnica e all’introduzione di nuovi tessuti.

La storia di Calvin Klein

Lo stilista Calvin Klein oggi ha 73 anni ma non lavora più nell’azienda, che ha venduto nel 2003 alla Phillips-Van Heusen Corporation, una holding di moda che controlla tra gli altri anche Tommy Hilfiger. È stato lo stesso Klein ad assumere e a formare Costa e Zucchelli, e fino al 2006 è in qualche modo intervenuto nelle collezioni che hanno disegnato. Di origini ungheresi, Klein frequentò il New York’s Fashion Institute of Technology, ma non si laureò mai. Cominciò a disegnare vestiti per alcune boutique di New York e poi fondò l’azienda, caratterizzata da linee essenziali e pulite e ispirata all’abbigliamento sportivo.

Calvin Klein è molto famoso per i jeans, dai colori classici e dai tagli puliti, che furono il punto di partenza della sua carriera e del suo successo, arrivato soprattutto negli anni Ottanta e Novanta. Nel 1982 lanciò anche una linea di biancheria intima, destinata inizialmente soltanto agli uomini. La prima campagna pubblicitaria dedicata dell’intimo – il Calvin Klein Underwear – realizzata in quell’anno dal famoso fotografo di moda Bruce Weber è particolarmente famosa.

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Altre campagne dell’azienda sono diventata celebri e hanno fatto la storia della casa di moda e di un pezzo della cultura pop: come quella del 1981 con l’attrice statunitense Brooke Shields che chiede «Volete sapere cosa c’è tra me e i miei jeans Calvin Klein? Niente».

O quella del 1992 con Kate Moss a 17 anni, ritratta a petto nudo insieme a Mark Wahlberg dal celebre fotografo Herb Ritts.

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Calvin Klein ha sempre puntato molto sulla sensualità, mostrando corpi nudi e scegliendo modelle e modelli muscolosi. Negli ultimi anni ha rilanciato la linea di intimo anche grazie ai social network, utilizzando l’hashtag #MyCalvins, che invitava le persone a pubblicare fotografie con le mutande del marchio. Per la pubblicità ha scelto come testimonial Justin Bieber e Kendall Jenner.

Italo Zucchelli

Dal 2004 la linea uomo è disegnata dallo stilista Italo Zucchelli, che lavorava da Calvin Klein dal 1998. Zucchelli è nato in provincia di La Spezia nel 1965, ha studiato architettura, si è laureato anche al Polimoda di Firenze, e ha poi lavorato con gli stilisti Romeo Gigli e Jil Sander, imparando da uno l’attenzione per lo studio dei materiali e dall’altra lo stile minimalista. Nelle collezioni che ha realizzato per Calvin Klein ha spesso inserito richiami all’architettura, soprattutto nei tagli e nelle forme: ha sperimentato molto e ridisegnato la silhouette maschile.

In generale il lavoro di Zucchelli è piuttosto apprezzato dalla stampa, per la sua capacità di mantenere le caratteristiche del taglio adattandole al gusto contemporaneo e per la sperimentazione di nuovi tessuti e materiali. GQ scrive per esempio che «ha trasformato il marchio in una sorta di laboratorio, dove l’innovazione è applicata a capi che sono essenzialmente i classici abiti sportivi americani»: bomber in nylon e neoprene, completi dai colori fluo, felpe in girocollo e tanto denim. Insieme ai capi più sperimentali, Zucchelli ha sempre proposto anche collezioni più facili da portare e che si adattano ai gusti dei clienti, con linee minimaliste e fantasie grafiche.

Il critico di moda Alexander Fury commenta sull’Independent l’ultima collezione disegnata da Zucchelli per Calvin Klein, quella per l’autunno/inverno 2016. L’aspetto centrale è l’accostamento di elementi comuni, come il denim, ad altri più ricercati: ne sono un buon esempio i pantaloni in jacquard di cotone, che sembrano jeans ma non lo sono. Quest’ultima collezione, dice Fury, è «un punto di convergenza tra le idee contemporanee di sensualità maschile e di bellezza, l’imperialismo culturale americano e uno sportswear pulito». Zucchelli riesce, in breve, a mantenere l’identità americana del marchio e innovare la moda maschile, lavorando soprattutto sui materiali e sulle linee e, per quel che riguarda i capi, sui jeans e sulle mutande, che più rappresentano la sensualità tipica dello stile Calvin Klein.

Zucchelli stesso spiega che «ho unito l’abbigliamento sportivo e formale con la tecnologia e tessuti innovativi». Il modello a cui ispirarsi resta la pubblicità di Kate Moss e Mark Wahlberg, che secondo lui «definisce l’essenza del marchio. Definiscono l’americanicità, la freschezza e le linee pulite di Calvin Klein. Sono senza tempo». Il suo lavoro è stato di innovare «quel che andava già bene» e creare «qualcosa più simile a me. Dovevo farlo. Ma mantengo viva l’identità del marchio: ho solo aggiunto qualcosa per renderla più adatta ai tempi».