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  • Mercoledì 23 marzo 2016

In Israele non va d’accordo nessuno

Non si litiga solo fra ebrei e musulmani: un nuovo studio evidenzia forti divisioni anche fra laici e ortodossi

di Ruth Eglash – Washington Post

Un manifestante ebreo ultra-ortodosso discute animatamente con un poliziotto israeliano durante una manifestazione, il 24 ottobre 2009 ((AP Photo/ Tara Todras-Whitehill, Files)
Un manifestante ebreo ultra-ortodosso discute animatamente con un poliziotto israeliano durante una manifestazione, il 24 ottobre 2009 ((AP Photo/ Tara Todras-Whitehill, Files)

Un nuovo studio del centro studi americano Pew ha esaminato le credenze e le pratiche religiose di ebrei, musulmani, cristiani, drusi e altre minoranze in Israele. La conclusione? Un disastro: prevedibilmente, i vari gruppi religiosi non si amano molto tra loro. Ancora oggi Israele è composta da una popolazione settaria e ci sono grandi divisioni tra tutti i gruppi etnico-religiosi, non solo tra la maggioranza ebrea e la minoranza musulmana. I risultati sono basati su 5.601 interviste condotte con persone provenienti da tutti i livelli della società israeliana, compresi i residenti palestinesi di Gerusalemme est e i coloni ebrei nella Cisgiordania occupata. I residenti arabi di Gaza e della Cisgiordania non sono contemplati nello studio, come nemmeno gli ebrei o gli israeliani che vivono all’estero, che sono stati oggetto di altre ricerche di Pew.

Di seguito trovate i risultati – in alcuni casi alcuni ampiamente prevedibili –  di questo studio sullo stato ebraico, la sua forma di democrazia unica e il ruolo della religione nella politica, nella vita pubblica e nelle discriminazioni.

Non ci sono divisioni solo tra ebrei e arabi, ma anche tra i diversi sottogruppi ebraici

Lo studio ha scoperto che gli ebrei religiosi osservanti e gli ebrei laici vivono per gran parte del tempo in mondi separati, nonostante risiedano nella stessa piccola nazione e condividano molte tradizioni. È raro che i due gruppi abbiano amici in comune e ancora di più che ci siano matrimoni al di fuori di una certa cerchia. Lo studio ha anche scoperto che gli ebrei laici (cioè quelli che riconoscono il valore della tradizione ebraica ma non la sua componente divina), che costituiscono il 49 per cento della popolazione ebraica, sono più a disagio all’idea che loro figlio possa sposare un persona ultra-ortodossa (gli ultra-ortodossi costituiscono il 9 per cento della popolazione ebraica) di quanto lo siano al pensiero che sposi una cristiana.

Le divisioni non si fermano qui

Dal punto di vista sociale, i principali gruppi religiosi israeliani sono isolati l’uno dall’altro. Lo studio ha notato come la stragrande maggioranza di ebrei, musulmani, cristiani e drusi sostengano che la maggior parte dei loro amici, se non tutti, appartengono alla loro stessa comunità religiosa. Va sottolineato che quasi tutte le persone intervistate hanno qualche tipo di affiliazione religiosa: l’81 per cento si è dichiarato ebreo, il 14 per cento musulmano, il 2 per cento cristiano, e il 2 per cento druso. Solo l’un per cento si è dichiarato non religioso. Gli ebrei sono risultati divisi in quattro sottogruppi: ultra-ortodossi (9 per cento), ortodossi (13 per cento), tradizionali (29 per cento) e laici (49 per cento). I musulmani, i cristiani e la maggior parte dei drusi si sono stati identificati come di etnia araba.

La maggior parte degli ebrei israeliani crede che Israele possa essere ebraica e democratica, al contrario della maggior parte di arabi israeliani

La maggior parte degli ebrei in tutti i sottogruppi religiosi concorda fondamentalmente sul fatto che Israele possa essere contemporaneamente una democrazia e uno stato religioso ebraico, ma le loro opinioni divergono quando si tratta di scegliere quale dei due aspetti dovrebbe essere prioritario nel caso di un scontro tra democrazia e legge ebraica (halakha). Secondo gli ebrei laici i principi democratici dovrebbero prevalere sulla legge religiosa, mentre per gli ultra-ortodossi è la legge religiosa ad avere la priorità.

Lo studio evidenzia che gli arabi israeliani generalmente non credono che Israele possa essere uno stato ebraico e una democrazia allo stesso tempo: questa è l’opinione espressa dalla maggior parte dei musulmani, dei cristiani e dei drusi, che in quasi tutti i casi sostengono che la democrazia dovrebbe essere prioritaria nel caso di un conflitto con la legge ebraica.

Per la maggior parte degli arabi israeliani in Israele c’è discriminazione: per gli ebrei non è così

Per otto arabi israeliani su dieci nella società israeliana i musulmani – che rappresentano per distacco la minoranza religiosa più nutrita – sono oggetto di grande discriminazione. Gli ebrei invece hanno un’opinione diversa: la maggior parte non vede grande discriminazione contro i musulmani in Israele.

Allo stesso tempo l’opinione pubblica ebrea è divisa quando si tratta di valutare se Israele possa essere la patria per gli ebrei e una minoranza araba: secondo quasi la metà degli ebrei israeliani interpellati gli arabi dovrebbero essere espulsi o trasferiti da Israele.

Tutti i gruppi religiosi considerano la pace tra israeliani e palestinesi improbabile 

Gli arabi israeliani non credono che i tentativi del governo israeliano per raggiungere un accordo di pace siano sinceri, e gli arabi israeliani sono altrettanto scettici sulla sincerità dei leader palestinesi. Circa quattro ebrei su dieci inoltre non credono che il governo israeliano voglia davvero ottenere un accordo, e un numero simile di arabi non pensa che i leader politici palestinesi siano sinceri sull’argomento.

Gli ebrei israeliani e quelli americani la pensano diversamente su religione e politica

Gli autori dello studio hanno confrontato i loro risultati con uno studio americano del 2013 sugli ebrei negli Stati Uniti, notando come gli ebrei israeliani siano in generale più osservanti di quelli negli Stati Uniti.

Dal punto di vista politico gli ebrei americani sono più ottimisti circa la possibilità di una soluzione pacifica a due stati, e hanno un giudizio più negativo sulle colonie ebree in Cisgiordania rispetto agli ebrei israeliani. Nel 2013 però era il clima generale a essere molto più ottimista: in quel periodo gli Stati Uniti guidavano un processo di pace, che però successivamente naufragò.

© 2016 – Washington Post