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  • Venerdì 12 febbraio 2016

I piedi mozzati trovati tra Canada e Stati Uniti

Dal 2007 in un tratto di spiaggia sono stati trovati 16 piedi mutilati, quasi sempre destri e dentro una scarpa da corsa: le ipotesi sono le più disparate

di Yanan Wang - Washington Post

Una spiaggia della British Columbia, in Canada. (foto: Maëlick)
Una spiaggia della British Columbia, in Canada. (foto: Maëlick)

Spuntano dal mare come un rifiuto qualsiasi. A volte vengono trovati dai volontari che ripuliscono la zona tra carte di dolci e pezzi di conchiglie. Altre volte sono i turisti ad avvistare con la coda dell’occhio il rifiuto raccapricciante, che interrompe una serena passeggiata sulla spiaggia. Con la diffusione della notizia di queste scoperte, diversi “cercatori” morbosi sono stati attratti verso la costa nordoccidentale del Pacifico, dove il Mar dei Salish collega diversi corsi d’acqua lungo la costa occidentale di Stati Uniti e Canada. La cosa più strana è quello che queste persone cercano: piedi mozzati dentro a scarpe da corsa, trasportate da chissà dove. Dal 2007 in Columbia Britannica, una regione del Canada, e nello stato americano di Washington sono stati trovati 16 piedi umani recisi. Nella maggior parte dei casi erano piedi destri. Sono stati ritrovati tutti all’interno di una scarpa da corsa o uno scarpone da trekking.

L’ultimo ritrovamento risale alla settimana scorsa. Charlotte Stevens, una donna che vive nella provincia canadese della Columbia Britannica, ha raccontato a CBC che stava passeggiando con la sua famiglia sull’Isola di Vancouver quando a un certo punto suo marito ha avvistato qualcosa nella sabbia. Era chiaro fosse una scarpa, ma guardando più da vicino hanno capito che c’era dell’altro. «Mio marito ha raccolto la scarpa e l’ha portata sulla spiaggia», ha raccontato Stevens a CBC. «L’abbiamo guardata per più o meno cinque minuti e sembrava che dentro ci fosse un osso di un piede». I medici legali della Columbia Britannica hanno confermato che la scarpa conteneva un piede mutilato. Come negli altri casi, non c’è modo di sapere quanto tempo il piede sia rimasto in acqua. Matt Brown, il medico legale locale, ha detto che il modello della scarpa in questione è uscito sul mercato a marzo 2013, e dovrebbe quindi appartenere a una persona scomparsa tra allora e lo scorso dicembre. Brown sta collaborando con la polizia per mettere in relazione il piede alle persone della zona scomparse in quel periodo. Se i casi passati possono fornire un’indicazione, tuttavia, l’identità delle persona a cui apparteneva il piede rimarrà un mistero.

Nel corso degli anni, detective della domenica ma anche scienziati hanno usato diversi termini per descrivere questi piedi: recisi, mutilati e mozzati, tra gli altri. Dopo il ritrovamento nella Columbia Britannica dei primi due piedi – entrambi destri – a distanza di sei giorni l’uno dall’altro, le persone del posto hanno iniziato ad allarmarsi, e le autorità si sono dimostrate altrettanto sorprese. «Trovarne due in così poco tempo è un fatto sospetto», aveva detto Garry Cox della Oceanside Royal Canadian Mounted Police al Vancouver Sun nell’agosto del 2007. «Le possibilità di trovarne uno sono già una su un milione, ma due è assurdo», aveva aggiunto. Nell’anno successivo furono trovati altri cinque piedi, tra cui uno vicino a Pysht, nello stato di Washington. Come raccontato dal Toronto Star in un articolo del 2008, le ipotesi si moltiplicarono:

«Si va dalle catastrofi naturali, come lo tsunami del 2004, a spacciatori, serial killer e trafficanti di essere umani. Una delle teorie in circolazione ha a che fare con uno schianto aereo avvenuto al largo di Quadra Island tre anni fa. L’aereo trasportava cinque persone ma è stato ritrovato il cadavere di una sola. Secondo altri, la costa sarebbe usata dalla criminalità organizzata come discarica umana, mentre un’altra ipotesi sostiene sia opera di un serial killer».

Per il dispiacere di molti complottisti, però, la scienza suggerisce spiegazioni più noiose. Sulla rivista Pacific Standard, l’anno scorso Spenser Davis aveva fatto notare come uno studio condotto sullo stretto di Puget avesse scoperto che quando un corpo che galleggia sull’acqua subisce «spinte e strattoni dall’ambiente circostante» le ossa di mani e piedi sono le prime a staccarsi. Nella Columbia Britannica due dei piedi ritrovati sono stati poi associati a persone che soffrivano di disturbi mentali e altri tre a persone morte probabilmente per cause naturali. Per gli altri casi non ci sono ipotesi di reato, che comunque non vengono esclusi. «Per le persone identificate finora non ci sono misteri», ha detto al Daily Beast Gail Anderson, criminologa della Simon Fraser University, nella Columbia Britannica. «Erano persone depresse, scontente della loro vita, e l’ultima volta che sono state viste stavano andando verso il mare. Le persone saltano giù dai ponti. Vogliono scomparire di proposito». Sembrerebbe una conclusione convincente, dal momento che Vancouver è una città piena di ponti.

Ma ci sono altri punti che non tornano. Perché, per esempio, i piedi sono iniziati a comparire solo dal 2007? E perché così frequentemente da allora? Il Daily Beast propone la teoria del circolo vizioso: una volta diffusa la notizia del fenomeno, le persone hanno iniziato inconsciamente – o di proposito, in alcuni casi – a cercare scarpe sulla costa.

Anche questa è una risposta plausibile, ma è difficile non farsi comunque domande. «Ci sono parecchie coincidenze», aveva detto al Daily Beast nel 2011 il consulente forense Mark Mendelson, «Tutti quelli che si buttano da un ponte portano scarpe da corsa? Finché non mi dimostreranno che è una naturale separazione di un piede da un corpo, continuerò a pensare che ci sia qualcosa dietro».

© 2016 – Washington Post