La mostra di Mucha e l’Art Nouveau a Milano

Sarà aperta fino al 20 marzo e ospita più di 220 opere del noto artista ceco fra quadri, pezzi d'arredamento, sculture, vasellame e disegni

(Richard Fuxa Foundation)
(Richard Fuxa Foundation)

Fino al 20 marzo Palazzo Reale a Milano ospita la mostra Alfons Mucha e le atmosfere art nouveau, che espone 220 opere – quadri, pezzi d’arredamento, sculture, vasellame e disegni – dedicate al pittore e artista decorativo ceco Alfosn Mucha (1860‐1939) e ai suoi contemporanei, soprattutto italiani. Mucha è molto famoso per le sue immagini femminili, protagoniste di pubblicità, calendari e cartelloni teatrali dell’epoca, considerate tutt’ora tra le iconografie più riconoscibili della Belle Époque.

Nel 1887 Mucha si trasferì a Parigi per studiare e ci rimase per 17 anni: iniziò la sua carriera collaborando alle illustrazioni di importanti riviste dell’epoca e divenne famoso nel 1897 per il suo primo manifesto con protagonista l’attrice Sarah Bernhardt – per l’opera Gismonda di Victorien Sardou che continuò a rappresentare negli anni successivi. Nel 1897 vennero organizzate tre importanti mostre a lui dedicate, due a Parigi e una a Praga, mentre per l’Esposizione Universale del 1900 realizza la disposizione del padiglione della Bosnia‐Erzegovina e il manifesto per quello austriaco, imponendosi come figura di riferimento dell’arte dell’epoca. Nel 1902 pubblicò Documents décoratifs, un libro in cui mostrava dettagliatamente lo stile dell’Art Nouveau.

Tra le sue opere più importanti in mostra ci sono i molti manifesti dedicati a Sarah Bernhardt, le Arti, realizzate nel 1898, la pubblicità dei biscotti Lefèvre-Utile del 1896 – dove la figura femminile richiama il colori e la consistenza delle spighe da cui si ricava la farina dei biscotti, che offre su un vassoio – quella delle sigarette Job, caratterizzata da una inedita sensualità, tipica della femme fatale, l’ideale femminile dell’epoca.

La mostra è suddivisa in sezioni tematiche: la prima è dedicata ai poster e manifesti teatrali, segue un’altra dedicata alla vita quotidiana – con le illustrazioni e pubblicità per confezioni di biscotti, champagne, e tavolette di cioccolato; segue una terza sulla figura femminile – creature angeliche e aggraziate e femme fatale provocanti e sensuali –; l’influenza dell’arte giapponese; poi del mondo animale, del tempo – con i calendari e la rappresentazione delle stagioni – e l’immaginario floreale, con l’introduzione di rose, gigli, ninfee.