Non avete capito il finale di Hunger Games?
Slate risponde a 10 domande piuttosto comuni tra gli spettatori che hanno visto l'ultimo film della saga (ovviamente SPOILER se non l'avete visto)
di L.V. Anderson
Hunger Games: Il canto della rivolta – Parte II è il quarto e ultimo film tratto dalla trilogia di Hunger Games scritta da Suzanne Collins: è nei cinema italiani da giovedì 19 novembre e racconta gli eventi della seconda metà di Il canto della rivolta, il libro con cui si conclude la saga. Per chi ha letto il libro e visto il film, ci sono – come sempre – alcune differenze, dovute soprattutto alla necessità di sintesi che il film ha rispetto al libro. Per chi ha visto il film senza aver letto il libro, ci possono essere alcune cose poco chiare, mostrate ma non spiegate. In entrambi i casi è comunque probabile che nell’ultimo Hunger Games ci siano alcune cose da capire meglio, alcune domande a cui serve una risposta più chiara. Eccone alcune risposte, con MOLTI SPOILER per chi non ha ancora visto Hunger Games: Il canto della rivolta – Parte II.
1. Cos’è quel liquido nero?
Nel libro è descritto come qualcosa che ha un «cattivo odore di catrame» e Collins lo indica come di una sostanza nera e oleosa che sgorga da terra come fosse un geyser, che si muove per le strade e crea un impenetrabile muro di oscurità. Collins dice che non sembra essere né un liquido né un gas, non meccanico e non naturale. È in effetti una sostanza simile al catrame, fatta però per far annegare le persone (d’ora in poi lo chiameremo comunque “liquido”).
2. Chi è il personaggio che rimane intrappolato nel liquido, e cosa gli succede esattamente?
Si chiama Mitchell, è un tiratore scelto. Mentre il liquido nero si sposta Peeta ha un crollo psicotico e cerca di attaccare Katniss. Mitchell lo blocca e Peeta lo getta contro il liquido nero. Mitchell non fa poi una buona fine.
3. Perché dopo l’attacco con le bombe incendiarie Capitol City pensa che Katniss e il resto della Squadra di Stelle 451 siano morti?
Il liquido nero ha coperto le videocamere. Succede quindi che mentre la squadra – fatta eccezione per le gemelle Leeg – si sposta in un altro edificio, le videocamere non lo vedono. Quando i pacificatori arrivano per uccidere la squadra, si concentrano sull’edificio in cui hanno visto entrare la squadra, mentre era inseguita dal liquido nero. Le gemelle Leeg sparano ai pacificatori, loro pensano quindi che tutta la squadra fosse in quell’edificio al momento dell’esplosione.
4. Se le videocamere erano coperte dal liquido nero, come ha fatto Capitol City ad avere il video dei pacificatori che bombardano l’edificio in cui ci sono le gemelle Leeg?
Bisogna dare per scontato che nelle loro uniformi i pacificatori abbiano delle piccole videocamere. L’inquadratura del video che si vede a Capitol City sembra fatta proprio dal punto di vista di un pacificatore.
5. Chi o cosa sono gli zombie delle fogne?
Sono animali mutanti creati da Capitol City, che li usa come armi. Anche nei precedenti film della saga ci sono animali mutanti (detti “ibridi”): le vespe e il lupo dell’arena, per esempio. Nel libro Collins parla di queste specie di zombie come di un misto tra uomini, lucertole e chissà cos’altro.
6. E la “donna tigre”: Chi è? Da dove salta fuori?
Non è proprio chiaro. Nel libro e nel film Katniss riconosce Tigris come una delle stiliste degli Hunger Games svolti prima che Katniss vi partecipasse. Nel libro Katniss ipotizza che la donna si sia sottoposta a operazioni che la rendessero simile a una tigre. Nel libro, molti personaggi cercano di cambiare in modo palese il proprio aspetto. Nel film la cosa è invece meno evidente, ma comunque presente (basta pensare ai denti “modificati” di Enobaria, una ex concorrente degli Hunger Games).
7. Cosa succede durante il bombardamento della tenuta del presidente Snow?
Tutti gli abitanti di Capitol City sono invitati al palazzo del presidente, una mossa che Katniss capisce essere fatta perché Snow vuole “farsi bello” davanti ai cittadini che gli restano fedeli. I pacificatori chiedono ai bambini di avvicinarsi ai cancelli. Nel libro Katniss pensa che Snow lo faccia per usare i bambini come “scudo”, pensando che i ribelli non bombarderebbero la sua casa se questo significasse uccidere dei bambini innocenti. I ribelli usano però degli hovercraft con sopra il simbolo di Capitol City. Quando gli hovercraft buttano dei paracadute ai bambini, i bambini pensano che contengano cibo, medicine e cose di quel tipo (perché quei bambini hanno visto che negli Hunger Games i tributi vengono “aiutati” così, con i paracadute). Nei paracadute ci sono invece delle bombe. Alcune esplodono subito, altre solo dopo che i medici dei ribelli (tra cui Prim), corrono in aiuto dei bambini feriti. Tutti quelli che a Capitol vedono il bombardamento pensano che sia colpa di Snow, e si ribellano contro di lui.
8. Alla fine, Gale è “cattivo”? Sapeva del piano del Distretto 13 di bombardare i bambini e i medici?
Sapeva – perché ne parla in precedenza nel film – che i ribelli avevano le bombe che hanno usato per uccidere i bambini. Non sapeva però del piano per terminare – e vincere – la guerra bombardando i bambini e facendo così partire la “rivolta” contro il presidente Snow. Nonostante questo, Katniss è contraria al modo in cui Gale tollera l’uccisione dei civili e al suo costante supporto per Colin. Katniss pensa anche che Gale sia da ritenersi responsabile, seppur in modo indiretto, della morte di Prim.
9. Perché Katniss urla contro il gatto?
Il gatto era di Prim. In Il canto della rivolta – Parte I Katniss trova il gatto nella cucina della casa in cui è cresciuta e poi lo porta nel Distretto 13. Il gatto è quindi riuscito a tornare da solo al Distretto 12: vedendo lui Katniss ripensa alla morte di Prim.
10. Alla fine, Katniss e Peeta vivono da soli nel Distretto 12, con i loro figli e nessun altro intorno?
Sembrerebbe di sì, vero? Nel libro Katniss e Peeta vedono persone che rovistano tra le macerie del Distretto 12, poco dopo la fine della ribellione. Più avanti, quando i due tornano a vivere nel Distretto 12, Katniss spiega che lei e Peeta non sono soli e che un altro centinaio di persone sono tornate a vivere lì.
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