Una barca da pesca chiamata "Facebook" a Zanzibar, in Africa. (GABRIEL BOUYS/AFP/Getty Images)

I “martedì 2G” dei dipendenti di Facebook

Chi lavora a Facebook il martedì può usare l'app per smartphone con una connessione molto lenta, per mettersi nei panni degli utenti che vivono nei paesi più poveri

Facebook ha lanciato un’iniziativa per i suoi dipendenti che consente di utilizzare le app del social network (Facebook, Messenger e le altre) simulando di avere una connessione 2G (second generation). Negli Stati Uniti e in Europa da diversi anni praticamente tutti gli smartphone usano le connessioni 3G o 4G, ma in molti paesi con economie emergenti invece milioni di persone usano internet con una connessione 2G, molto più lenta. Il senso del programma – “2G Tuesday” – è fare in modo che i dipendenti di Facebook si mettano nei panni di questi nuovi utenti e capiscano come funzionano i loro prodotti con delle connessioni lente, per poterli così migliorare.

Il programma funziona così: quando i dipendenti aprono la loro app di Facebook il martedì compare loro una notifica che chiede se vogliono provare a simulare una connessione 2G, per un’ora soltanto. In questo modo possono capire quali sono le cose che non vanno per chi ha una connessione molto lenta e dove mettere le mani. Facebook sta sviluppando un sistema per capire quanto sia veloce la connessione che sta utilizzando un determinato smartphone e modificare il contenuto della sezione “Notizie” (Newsfeed) in modo da mostrare – se la connessione è lenta – più post e link e meno video e foto, che consumano molta banda. Facebook sta puntando da tempo sui mercati emergenti, in particolare sull’India: lo scorso maggio ha lanciato il programma internet.org che offre circa 60 servizi internet, oltre all’app di Facebook, in 19 paesi. Internet.org è gratuito in questi paesi grazie a un accordo tra Facebook e gli operatori internet nazionali, i quali sperano che – una volta che si sarà diffuso l’uso di internet e la popolazione sarà diventata più ricca – molti vorranno pagare per averlo.

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