San Pietroburgo, novembre 2014.
Fotografia in posa di una coppia lesbica formata da O. (27 anni, a destra) e D. (23 anni, a sinistra). Stavano tornando a casa dopo un concerto jazz, era tardi quando sono scese alla loro fermata della metropolitana. Quando hanno preso l’ascensore per salire a livello della strada, c’erano solo due uomini di fronte a loro. Salendo si son prese la mano e si sono baciate e uscite dall’ascensore hanno iniziato a camminare verso casa. D’un tratto O. ha sentito un soffio dietro il suo collo, «fottute lesbiche» ha urlato lo sconosciuto. Poi si è girato e ha tirato un pugno in faccia a D. O. ha cercato di difenderla, ma è arrivato un pugno in faccia anche a lei. O. ha urlato «Cosa stai facendo? Siamo solo sorelle» e lui ha risposto «Non mentire, vi ho visto mentre vi baciavate. State divulgando la propaganda LGBT». L’affermazione si riferiva alla legge Anti LGBT Propaganda Towards Minors, recentemente adottata in Russia. L’uomo ha continuato a prendere a calci e pugni O. e D. mentre urlava «No LGBT» e prima di andarsene finalmente ha gridato «Se vi rivedo di nuovo vi ammazzo». Per tutto il tempo l’altro uomo che era con lui ha filmato l’aggressione col suo cellulare. Parlando di questo episodio, O. ha detto «La paura vera che ho pro- vato non era per me, ma per la persona che amo. La paura si è impossessata di me quando ho capito che non potevo far nulla per proteggerla — e continua dicendo — Adesso in Russia tenersi per mano è pericoloso, ma se l’intento degli aggressori era quello di dividerci, hanno fallito. Hanno solo fatto in modo che la nostra relazione diventasse più solida». © 2015 Robin Hammond