• Mondo
  • Mercoledì 21 ottobre 2015

Tenete d’occhio Caddo Parish

In una delle contee statunitensi dove si uccidono più detenuti si vota per scegliere il prossimo procuratore generale: l'elezione ha attirato l'attenzione dei media e di un uomo ricchissimo

Glenn Ford, condannato a morte "per errore" e liberato dopo 30 anni di isolamento in carcere, 27 febbraio 2015 (AP Photo/The Shreveport Times, Henrietta Wildsmith)
Glenn Ford, condannato a morte "per errore" e liberato dopo 30 anni di isolamento in carcere, 27 febbraio 2015 (AP Photo/The Shreveport Times, Henrietta Wildsmith)

Il prossimo 24 ottobre a Caddo Parish, una contea statunitense della Louisiana, si voterà per scegliere un nuovo procuratore distrettuale. La campagna elettorale e queste elezioni sono diventate una questione di rilevanza nazionale e quindi una storia: potrebbero essere, secondo il Washington Post, «le più importanti elezioni locali del 2015». C’entrano un finanziatore miliardario, un procuratore secondo cui bisognerebbe «uccidere più persone» e uomo che è stato condannato a morte “per errore” e liberato dopo trent’anni di isolamento in carcere.

Caddo Parish, la contea che uccide più detenuti
Per cominciare, scrive il Washington Post, non capita spesso che si liberi un posto da procuratore capo, una figura molto conosciuta e influente sia nelle grandi città che nei piccoli centri. Soprattutto è notevole che accada a Caddo Parish, la cui storia – e quella del suo controverso procuratore, Dale Cox – è stata raccontata in un lungo articolo del New York Times di qualche mese fa e poi ripresa da altri media e giornali internazionali.

Il New York Times partiva da una sentenza dello scorso giugno della Corte Suprema degli Stati Uniti, che aveva difeso l’utilizzo di un contestato metodo per eseguire le condanne a morte con l’iniezione letale, in Oklahoma. Nel parere dei giudici di minoranza si parlava tra l’altro «dell’arbitrarietà nell’applicazione» della pena di morte e di come il giudizio degli uomini su altri uomini ne rendeva “casuale” l’applicazione: conoscendo lo stato o la contea in cui è stato commesso un omicidio, si è sostanzialmente in grado di prevedere se la persona condannata per quell’omicidio sarà anche condannata a morte. «Tra il 2004 e il 2009», c’era scritto nel parere, «29 contee (meno dell’1 per cento delle contee del paese) hanno eseguito circa la metà di tutte le condanne a morte a livello nazionale». Caddo Parish, in Louisiana, è una di quelle 29 contee.

Mentre in Louisiana le condanne sono diminuite notevolmente negli ultimi anni, Caddo Parish è un’eccezione a causa di un solo uomo: Dale Cox, il procuratore distrettuale. A Caddo Parish negli ultimi cinque anni sono state eseguite quasi la metà delle condanne a morte dell’intero stato: dal 2010 al 2014 sono state condannate a morte più persone in rapporto alla popolazione che in qualsiasi altra contea degli Stati Uniti. Inoltre, il 77 per cento di coloro che sono stati condannati a morte negli ultimi 40 anni erano neri. Cox è cattolico, è responsabile di più di un terzo delle condanne a morte della Louisiana e negli anni è diventato un personaggio pubblico, invitato a parlare e a sostenere apertamente su giornali e tv la pena di morte con argomenti estremi.

Per questi motivi, commenta il Washington Post, con le elezioni del prossimo 24 ottobre Caddo Parish si prepara a superare quello che sembra essere un sistema uscito direttamente dall’epoca della segregazione razziale.

Glenn Ford
Dale Cox ha fatto parlare di sé anche nelle ultime settimane, dopo aver continuato a difendere il sistema giudiziario locale nel caso che ha coinvolto Glenn Ford. Ford era un uomo nero condannato a morte per omicidio nel 1983, e rilasciato – sulla base di nuove informazioni che confermavano la sua versione dei fatti – dopo aver trascorso quasi trent’anni in carcere in attesa di essere ucciso. Ford è stato rilasciato nel marzo del 2014 ed è morto lo scorso giugno.

La sua storia è stata raccontata, tra l’altro, dalla celebre trasmissione tv “60 Minutes”, durante la quale Cox ha ribadito che con Ford non era accaduto nulla di immorale, che il sistema aveva funzionato, che l’ex procuratore coinvolto nel caso – che aveva pubblicato una lettera di scuse sul giornale locale – aveva fatto male a scusarsi, che l’uomo era comunque uscito vivo di prigione e che i suoi eredi non avevano diritto ad alcun risarcimento. Due settimane dopo il suo rilascio, a Ford era stata diagnosticata una forma avanzata di cancro ai polmoni; è morto poco più di un anno dopo.

Dopo l’articolo uscito sul New York Times e le polemiche seguite al caso di Glenn Ford, Cox ha deciso di non ricandidarsi.

George Soros
In questa storia è entrato poi George Soros. Soros è un americano di origini ungheresi ed è uno degli uomini più ricchi del mondo: ha alle spalle una lunga carriera di finanziere e uomo d’affari, diventata negli ultimi vent’anni anche una prolifica carriera filantropica a sostegno di cause come i diritti umani, l’assistenza sanitaria universale, la qualità della democrazia, la libera informazione e l’istruzione. Per via del suo attivismo Soros è spesso stato accusato dall’opinione pubblica conservatrice di perseguire con le sue finanze un’agenda politica di sinistra, e così sta accadendo anche a Caddo Parish: Soros è stato accusato di voler “comprare” l’elezione del prossimo procuratore della contea.

Lo scorso 5 ottobre, infatti, Soros ha versato 256 mila dollari (che per una campagna locale di questo tipo sono parecchi) a un comitato politico indipendente che sostiene uno dei sei candidati a procuratore capo di Caddo Parish. Il comitato in questione è uno dei cosiddetti “Super-PAC”, un’organizzazione che appoggia un politico, un candidato o un partito in maniera privata e indipendente, senza coordinarsi con l’oggetto del sostegno, e che può raccogliere fondi senza rispettare limiti e vincoli applicati alle donazioni dirette. Il candidato finanziato da Soros è un giudice nero e democratico che si chiama James Stewart.

James Stewart
Lo scorso settembre erano apparsi a Caddo Parish dei manifesti (di cui non è chiaro il committente) che invitavano James Stewart a candidarsi. Un avvocato locale aveva presentato una denuncia contro Stewart, dicendo che se aveva intenzione di candidarsi si sarebbe dovuto dimettere: Stewart si era dimesso ma un giudice aveva successivamente dato torto all’avvocato che aveva presentato ricorso. Anche prima della donazione di Soros, Stewart era in vantaggio sugli altri cinque candidati: è già stato procuratore a Caddo Parish, entrambi i suoi fratelli maggiori sono avvocati e uno di loro, incaricato da Clinton, è giudice supremo nella Quinta Corte d’Appello degli Stati Uniti. Stewart conosce il sistema giudiziario locale e ha contatti ad alti livelli nell’amministrazione locale: e come scrive il Washington Post, molti sperano che se fosse eletto procuratore generale sarebbe meno interessato di Cox a mandare altri neri nel braccio della morte.