La borsa di Shanghai ha perso dieci volte il PIL della Grecia

Nelle ultime tre settimane il principale mercato azionario cinese ha perso quasi il 30 per cento, venerdì è stata un'altra brutta giornata

 (Photo by ChinaFotoPress/Getty Images)
(Photo by ChinaFotoPress/Getty Images)

Venerdì 3 luglio l’indice principale della borsa di Shanghai (SSE Composite Index) è sceso del 5,77 per cento. Questo nuovo dato porta a una perdita complessiva di più del 10 per cento nell’ultima settimana e a una del 29 per cento dal 12 giugno a oggi. Questa caduta delle ultime tre settimane equivale a una perdita di più di 2mila miliardi, circa dieci volte il PIL della Grecia, per usare un termine di paragone molto discusso in questi giorni. Nel corso di questa settimana l’indice è cresciuto solo martedì.

La condizione in cui si trova il mercato cinese sembra avere tutte le caratteristiche di una bolla finanziaria: i prezzi delle azioni sono cresciuti moltissimo, senza particolari ragioni collegate ai risultati delle aziende. La spiegazione più diffusa è che a un certo punto gli investitori devono avere pensato che i prezzi fossero troppo alti e hanno cominciato a vendere: ma in un mercato finanziario se molte persone si mettono a vendere, anche chi è abbastanza sicuro dei suoi investimenti preferisce vendere (è quella situazione che sui giornali viene descritta come “panico nelle borse”).

Come mostra il grafico di Bloomberg, il crollo della borsa di questi giorni è cominciato il 12 giugno dopo una crescita continua dall’inizio dell’anno. Al termine delle contrattazioni di venerdì la “Commissione Cinese per il Regolamento dei Titoli” ha sostenuto che ci fossero «indizi di una manipolazione illegale del mercato». Reuters dice che gli organismi di controllo cinesi se la stanno prendendo con gli investitori che vendono “allo scoperto”: fin qui sono stati sospesi circa 19 account di agenti di borsa.

Cosa sono le vendite allo scoperto
La vendita allo scoperto è una forma di speculazione finanziaria generalmente utilizzata nel breve termine. Funziona così: il venditore “allo scoperto” prende delle azioni in prestito e le vende al prezzo di mercato corrente, così facendo incassa senza avere speso nulla ma ne ottiene anche un debito. Successivamente ricompra le azioni per restituirle a chi gliele ha prestate. Se quando le ricompra il prezzo delle azioni è sceso, guadagnerà la differenza tra il prezzo di quando le aveva prese in prestito e quello nuovo.

Cosa sta facendo la Cina
Le autorità finanziarie e monetarie cinesi stanno tentando di ridare fiducia agli investitori. In questa settimana sono stati abbassati i tassi d’interesse, per rendere più facile prendere soldi in prestito e investirli nel mercato azionario, ed è stato permesso ai fondi pensione di comprare azioni. Mercoledì è stato deciso che anche gli immobili potranno essere usati come garanzia per i prestiti richiesti degli investitori. Il rischio ovviamente è che se anche questa mossa non dovesse funzionare e il mercato continuerà a crollare, molte persone perderanno la casa che hanno usato come garanzia.

Questo è il confronto tra l’andamento di Shanghai, quello della borsa di Wall Street e quelle europee. La borsa di Wall Street è rappresentata con lo Standard & Poor’s 500, un indice che raccoglie l’andamento dele 500 maggiori aziende statunitensi quotate in borsa. Lo Euro Stoxx 50 raccoglie le 50 maggiori aziende quotate nei diversi mercati che adottano l’euro come moneta.

Come funziona la borsa di Shanghai
La borsa valori di Shanghai funziona un po’ diversamente dalle altre borse maggiori. Le contrattazioni cominciano alle 9.30 del mattino, c’è una pausa dalle 11.30 fino alle 13, quando comincia la sessione pomeridiana che dura solo due ore. La borsa chiude alle 15. La borsa di New York apre alle 9.30 e chiude alle 16 e le contrattazioni avvengono continuamente, senza pause tra la mattina e il pomeriggio. La borsa di Milano apre le contrattazioni alle 9 e le chiude alle 17.25, sempre senza pause. La borsa di Shanghai non è mai stata molto libera, ma negli ultimi due anni sono stati fatti grandi passi avanti per permettere agli investitori stranieri di contrattare le azioni di aziende cinesi ed è stata la possibilità di vendere e comprare la moneta nazionale, lo yuan, molto più facilmente. Rimangono però molti controlli sugli account di chi partecipa alle contrattazioni e molti limiti sulle proprietà straniere in Cina. Per questo motivo ci sono ancora pochi investitori occidentali nel mercato azionario cinese, e questo è il motivo per cui il crollo di questo periodo non ha avuto fin qui grosse conseguenze sui mercati statunitensi ed europei.