Il viaggio di Marco Polo 700 anni dopo

Un fotografo giapponese in tre anni ha ripercorso e raccontato i paesi descritti nel "Milione": le sue foto sono esposte a Torino

Bambini tagiki di una scuola elementare a Tashkurgan, in Cina (©Michael Yamashita / Museo d'Arte Orientale di Torino)
Bambini tagiki di una scuola elementare a Tashkurgan, in Cina (©Michael Yamashita / Museo d'Arte Orientale di Torino)

Il MAO, Museo d’Arte Orientale di Torino, ospiterà fino al 12 aprile la mostra Marco Polo, La Via della Seta nelle fotografie di Michael Yamashita. Le 76 immagini della mostra raccontano i tre anni, dal 1998 al 2001, in cui il fotografo statunitense Michael Yamashita ha ripercorso il viaggio del mercante veneziano Marco Polo, descritto da lui stesso nel libro Il Milione: partì da Venezia nel 1271 e in 17 anni percorse la Via della Seta – quasi 10mila chilometri di strade già usate ai tempi degli antichi romani – attraversando gli attuali Afghanistan, Iraq, Iran e spingendosi fino alla Cina, prima di far ritorno a casa. In Catai, l’antico nome della Cina, Marco Polo divenne fidato consigliere e ambasciatore del Kublai Khan, il fondatore del primo impero cinese della Dinastia Yuan, e restò al suo servizio per oltre dieci anni.

La mostra, arricchita da alcuni documentari, è divisa in tre sezioni: la prima, Da Venezia fino alla Cina, è dedicata al primo viaggio di Marco Polo; la seconda, La permanenza in Oriente, racconta il tempo passato alla corte del Kublai Khan; la terza, II ritorno via mare, ripercorre il viaggio di ritorno avvenuto navigando nell’Oceano Indiano. Come ha raccontato lo stesso Yamashita:

«Armato di quattro macchine fotografiche, di una dozzina di obiettivi, di un migliaio di rullini e di una traduzione commentata del Milione, mi misi alla ricerca di Marco Polo, spesso in compagnia di Mark Edwards, giornalista dello staff di National Geographic, che ha scritto la storia del nostro viaggio».

Le fotografie della mostra, così come le avventure raccontante nel Milione, attraversano nazioni, culture e religioni: dalla Turchia alla Persia, dal deserto del Gobi alle risaie cinesi, dalle moschee dell’Iran ai templi tibetani. Yamashita ha cercato di fotografare scene e paesaggi che sono rimasti il più possibile simile a quelli visitati e descritti da Marco Polo, oltre 700 anni fa. Nella maggior parte delle immagini sono perlopiù assenti – tranne in quelle dedicate a Venezia – strade asfaltate, automobili, cavi elettrici, e altri elementi riconducibili al mondo moderno.

Michael Yamashita è nato nel 1949 a San Francisco da una famiglia giapponese, è cresciuto nel New Jersey, e dal 1979 collabora col National Geographic. Nei suoi primi reportage ha raccontato la Somalia, il Sudan e la Papua Nuova Guinea mentre negli ultimi dieci anni si è concentrato soprattutto sull’Asia, e ha pubblicato libri fotografici sul Giappone, sul Myanmar, sulla Grande Muraglia, sul fiume Mekong, e sull’antica Via del tè che conduceva a Lhasa, capitale del Tibet. Le fotografie in mostra a Torino sono state anche pubblicate nel libro Marco Polo: A Photographer’s Journey, uscito nel 2002.