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  • Sabato 14 marzo 2015

Belle foto dall’Iditarod

Paesaggi spettacolari, molto freddo ma poca neve, nella leggendaria corsa dei cani da slitta che si sta tenendo in Alaska

An Iditarod musher makes their way from Galena, Alaska to the new checkpoint of Huslia during the Iditarod Trail Sled Dog Race on Thursday, March 12, 2015. A lack of snow in southcentral Alaska forced race organizers to move the race north. (AP Photo/Alaska Dispatch News, Loren Holmes)
An Iditarod musher makes their way from Galena, Alaska to the new checkpoint of Huslia during the Iditarod Trail Sled Dog Race on Thursday, March 12, 2015. A lack of snow in southcentral Alaska forced race organizers to move the race north. (AP Photo/Alaska Dispatch News, Loren Holmes)

L’Iditarod è una leggendaria corsa per cani da slitta che si corre ogni anno dal 1967, in Alaska. La gara è lunga 1800 chilometri e si corre tradizionalmente tra Anchorage, la città più grande dello stato, e Nome, un posto di tremila abitanti, sul mare di Bering. A causa dell’assenza di neve, l’edizione di quest’anno è iniziata il 9 marzo a Fairbanks, circa 250 chilometri a nord di Anchorage, e si concluderà fra cinque giorni. Alla corsa partecipano circa 80 musher (guidatori di slitta) che possono guidare fino a 16 cani per slitta. Al momento è in testa la 44enne musher Aliy Zirkle, che è arrivata seconda nelle tre ultime edizioni dell’Iditarod.

I partecipanti all’Iditarod corrono in condizioni estreme: la zona attraversata dalla gara è completamente deserta e praticamente impraticabile con mezzi diversi dalle slitte, il vento freddo può raggiungere temperature di -70 gradi e sul percorso si possono incontrare lupi, alci e orsi. Fra i partecipanti è comune soffrire di allucinazioni a causa del freddo e della deprivazione di sonno. All’Iditarod vince chi arriva primo e ciascuno può seguire il tracciato che ritiene più opportuno: lungo il percorso, comunque, ci sono 27 checkpoint dove i concorrenti sono obbligati a passare per firmare un registro. Sono anche previste delle pause obbligatorie da 8 e 24 ore.

Per alcuni l’Iditarod è ispirata all’impresa del cane Balto e del guidatore di slitta Leonhard Seppala – resa famosa da un film d’animazione del 1995 – che nel 1925 organizzò una staffetta lungo la via dell’Iditarod per trasportare dei medicinali necessari per contrastare un’epidemia difterite a Nome. Per altri è soltanto un modo per celebrare la tradizione di un mezzo di trasporto che ha perso la propria centralità dopo il diffondersi di motoslitte, gatti delle nevi e altri mezzi a motore. Sin dagli anni Ottanta gli animalisti criticano l’Iditarod per le condizioni a cui sono sottoposti i cani da slitta: di recente il percorso della gara è stato però attrezzato con diversi centri di assistenza veterinaria e l’eventualità che un cane muoia è ormai molto bassa.