Dentro i cinema di New York, negli anni Quaranta

Le belle immagini in bianco e nero scattate da Weegee, un leggendario fotografo dell'epoca

Bambino col dito in bocca al cinema, New York, 1943 circa
Weegee
(© Weegee/ International Center of Photography)
Bambino col dito in bocca al cinema, New York, 1943 circa Weegee (© Weegee/ International Center of Photography)

Fino al 14 giugno il Bow Tie Chelsea Cinemas di Manhattan, New York, ospiterà la mostra “Weegee: at the Movies!”, una raccolta di 14 fotografie realizzate nella metà degli anni Quaranta da uno dei più popolari fotoreporter statunitensi degli anni Trenta e Quaranta. Weegee, soprannome di Arthur Fellig, le scattò in bianco e nero in svariati cinema newyorkesi, utilizzando una pellicola sensibile ai raggi infrarossi anziché il più comune flash: le foto mostrano coppie che si baciano tra le poltrone, spettatori solitari a volte addormentati, adolescenti divertiti e pacchetti di popcorn.

La mostra è stata organizzata per festeggiare il termine del restauro del teatro, aperto a Broadway nel 1924 su progetto dell’architetto italoamericano Eugene De Rosa, molto celebre negli anni Venti. Inizialmente destinato a rappresentare spettacoli di vaudeville e film, il 18 novembre del 1928 fu il primo cinema a proiettare il primo cartone animato con Topolino, Steamboat Willie. Nel 1937 divenne famoso come Ciné Roma, perché proiettava soprattutto film italiani; ora viene utilizzato soprattutto per i musical, grazie alla sua capienza di oltre 1.600 persone.

Weegee è famoso soprattutto per le fotografie di cronaca nera che scattava nei posti in cui erano stati commessi dei crimini, arrivando anche prima della polizia, e che poi rivendeva a quotidiani, giornali scandalistici e agenzie di stampa come lo Herald Tribune, il Daily News, il New York Post e il Sun. La sua capacità di battere i poliziotti sul tempo era così leggendaria che gli valse il soprannome con cui è famoso: la parola Weegee deriva infatti dalla ouija, la tavoletta con le lettere dell’alfabeto utilizzata nelle sedute spiritiche, uno scherzo sulla sua preveggenza.

Il suo vero nome era Ascher Fellig: era nato nel 1899 a Leopoli, che ora si trova in Ucraina ma all’epoca faceva parte dell’Impero astroungarico. Emigrò con la famiglia a New York nel 1909, dove cambiò nome in Arthur e a 14 anni iniziò a lavorare come fotografo. Nel 1934 si licenziò dalla Acme Newspictures (che sarebbe poi diventata la United Press International Photos) – dov’era assunto come tecnico della camera oscura – e si mise a fare il freelance: bazzicava nel quartier generale della polizia di New York e appena arrivava la notizia di un delitto “interessante” ci si fiondava per scattare le foto e poi venderle. Nel 1938 ottenne il permesso di installare una radio della polizia nella sua auto, nel cui bagagliaio aveva anche allestito una piccola camera oscura, e riuscì a velocizzare ancora di più il suo lavoro.

Weegee continuò a lavorare come fotoreporter di cronaca nera negli anni Quaranta, quando iniziò a dedicarsi anche alla fotografia di moda e pubblicitaria, realizzando servizi per Vogue e Life. Le sue fotografie di strada vennero acquistate da importanti musei, come il MoMA di New York, e nel 1945 pubblicò il suo primo libro, Naked City, che lo rese famoso e gli aprì la strada per fotografare i divi di Hollywood. Qui collaborò anche con Stanley Kubrick e lavorò come assistente agli effetti speciali per Il dottor Stranamore (l’accento austriaco del protagonista è ispirato al suo). Weegee viaggiò molto anche in Europa: lavorò per il Daily Mirror, tenne lezioni, si occupò di film e libri fotografici. Morì a New York il 26 dicembre del 1968 a 69 anni. Il suo archivio è conservato dall’International Center of Photography, che ha curato anche la mostra a Broadway: comprende 20 mila stampe, negativi, manoscritti, lettere e oggetti personali.