Cosa è successo al franco svizzero

La Svizzera ha abbandonato la soglia minima nel tasso di cambio con l’euro – che vuol dire? – e questo potrebbe essere un problema per le esportazioni svizzere

La Banca Centrale Svizzera (SNB) ha rinunciato alla sua politica di difesa del tasso di cambio di 1,20 franchi svizzeri per euro, mantenuta negli ultimi tre anni per evitare che la sua valuta aumentasse troppo di valore rispetto alla moneta europea e al dollaro. L’annuncio ha sorpreso buona parte degli analisti e degli investitori, che appena un mese fa erano stati rassicurati dai responsabili della SNB con promesse sul mantenimento della politica di blocco del franco svizzero. La borsa di Zurigo è arrivata a perdere fino al 10 per cento prima di recuperare; il valore al cambio del franco svizzero è aumentato rapidamente.

Nel 2011 la Banca Centrale Svizzera aveva deciso, unilateralmente e assumendosene tutte le responsabilità (come disse la Banca Centrale Europea all’epoca), di istituire un limite minimo di cambio a 1,20 franchi per euro, temendo che la sua valuta potesse rafforzarsi troppo rispetto alle altre monete. Era il periodo della grande instabilità economica e finanziaria dovuta alla crisi di alcuni paesi europei, Italia compresa, e molti investitori ritenevano che in Europa solo il franco svizzero potesse dare buone garanzie per la tenuta dei loro investimenti. La domanda per la valuta continuava ad aumentare e di conseguenza il suo valore: la SNB intervenne per evitare che aumentasse troppo, cosa che avrebbe potuto danneggiare le esportazioni (chi compra dall’estero beni prodotti in un altro paese deve di solito fare i conti con il cambio, e se è troppo sfavorevole spesso si rivolge altrove).

Dopo essere rimasto fermo a un minimo di 1,20, oggi alla rimozione del blocco da parte della SNB il franco svizzero ha aumentato sensibilmente il suo valore fino al 39 per cento circa rispetto all’euro e al dollaro, poi è sceso stabilizzandosi intorno al 14 per cento. Questo significa che con 1 euro si ottengono 1,03 franchi e non più 1,20 come era in precedenza. Il principale indice azionario della borsa di Zurigo ha perso il 10 per cento, e in molti casi le aziende che sono andate peggio sono state quelle che basano buona parte dei loro affari sulle esportazioni.

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Il limite di 1,20 era stato accolto positivamente dagli esportatori, che in questo modo avevano una garanzia sul fatto che il franco svizzero non potesse apprezzarsi più di tanto rispetto ad altre valute. Nick Hatek, amministratore delegato di Swatch, uno dei più grandi esportatori di orologi della Svizzera, ha detto che la decisione della SNB equivale a uno “tsunami per le esportazioni e per il turismo, e di conseguenza per l’intero paese”. Le azioni di Swatch hanno perso fino al 16 per cento in borsa. Anche i titoli bancari hanno sofferto, con UBS e Credit Suisse – due delle principali banche svizzere – che hanno perso fino all’11 per cento.

La Banca Centrale Svizzera ha motivato la sua decisione ricordando che la sua “misura eccezionale e temporanea ha protetto l’economia della Svizzera che rischiava di subire seri danni”. Per mantenere la soglia minima nel tasso di cambio, infatti, la SNB si era impegnata negli ultimi anni ad acquistare enormi quantità di euro per controbilanciare la domanda di franchi svizzeri, tanto da spingere alcuni detrattori a contestare questa politica. A novembre dello scorso anno era stato bocciato un referendum che se fosse passato avrebbe obbligato la SNB a convertire in oro parte delle sue riserve, cosa che secondo i sostenitori della consultazione avrebbe permesso di rendere la sua politica economica più stabile e sicura.

Comunicando la fine della soglia minima, la SNB ha inoltre spiegato che il dollaro ha aumentato ultimamente il proprio valore, cosa che in parte dovrebbe attenuare gli effetti della sua decisione. La Banca ha anche portato a -0,75 per cento il tasso di interesse che viene applicato ai fondi delle banche che sono depositati presso la stessa SNB. Il principale tasso di riferimento sul franco, il LIBOR, è stato aggiustato verso il basso ed è ora a -1,25 e -0,25 per cento (fino a ora era stato a -0,75 e a +0,25 per cento).