L’app di Samsung per i bambini autistici

Si chiama "Look at Me", serve per aiutarli a stabilire un contatto visivo con gli altri ed è l'ultima di una serie di applicazioni per aiutare chi è affetto da autismo

Per aiutare i bambini affetti da autismo a migliorare la loro capacità di stabilire un contatto visivo con le altre persone, Samsung ha realizzato un’applicazione per smartphone che si chiama “Look at Me”. L’app è stata sviluppata da un gruppo di ricerca composto da medici e docenti dell’ospedale universitario nazionale di Bundang di Seul e del dipartimento di psicologia dell’Università di Yonsei, entrambi in Corea del Sud. Attraverso una serie di giochi ed esercizi che sfruttano la fotocamera dello smartphone Look at Me stimola la curiosità dei bambini autistici, cercando di farli uscire almeno per qualche minuto dal ritiro interiore in cui di solito vivono.

L’applicazione per ora è disponibile in coreano ed è ancora in fase di sperimentazione, ma i primi test realizzati dal gruppo di ricerca hanno dato risultati incoraggianti. I ricercatori spiegano che Look at Me è stata fatta utilizzare per circa due mesi a 20 bambini affetti da autismo, e che nel 60 per cento dei casi sono stati rilevati miglioramenti nella capacità dei bambini di instaurare un contatto visivo con le persone che parlano con loro. In molti casi, infatti, chi soffre di autismo evita di interagire con il prossimo e, anche se magari sta ascoltando ciò che gli viene detto, non guarda mai in faccia il proprio interlocutore.

Molti studi realizzati negli ultimi anni hanno messo in evidenza come i bambini affetti da autismo siano particolarmente attratti da strumenti tecnologici come smartphone e tablet. Sfruttando questo loro interesse, diversi produttori di applicazioni hanno realizzato sistemi per provare a migliorare le loro capacità comunicative, ottenendo risultati importanti e soprattutto sistemi aggiuntivi per i genitori che ogni giorno provano a creare un’interazione con i loro figli affetti da questa patologia, le cui cause e meccanismi continuano a essere in buona parte sconosciuti.

Per aziende molto grandi e conosciute come Samsung, tra i più grandi produttori di elettrodomestici e prodotti tecnologici al mondo, iniziative come Look at Me servono naturalmente per farsi pubblicità e migliorare la propria immagine, ma portano comunque a risultati importanti per chi deve fare i conti con malattie come l’autismo.

Sull’autismo, ciò che lo causa e le possibili terapie per contrastarne gli effetti negli ultimi anni è notevolmente aumentato l’interesse da parte dei ricercatori e non solo. Google dall’estate scorsa ha aderito al progetto MSSNG dell’organizzazione statunitense Autism Speaks per raccogliere e studiare il genoma (cioè la totalità del materiale genetico) di almeno 10mila persone affette da autismo e delle loro famiglie. A oggi la raccolta ha permesso di mettere insieme il genoma di circa 1000 persone, decuplicando i dati si potrebbero scoprire nuovi dati sui meccanismi della malattia. Le informazioni raccolte da Autism Speaks sono messe a disposizione della comunità scientifica, che può consultarle liberamente per i propri studi.