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  • Domenica 7 dicembre 2014

Il tifone Hagupit nelle Filippine

È arrivato ieri sulle coste del paese e ha causato almeno tre morti, ma sembra che sia molto meno forte dei tifone Haiyan che l'anno scorso uccise più di 7 mila persone

Tra sabato 6 e domenica 7 dicembre il tifone Hagupit è arrivato sulle Filippine, causando la morte di almeno tre persone e colpendo alcune delle aree dove è ancora in corso la ricostruzione per i danni provocati dal tifone Haiyan, che l’anno scorso ha ucciso più di 7 mila persone. Hagupit ha distrutto diverse linee elettriche e scoperchiato i tetti di centinaia di case nella città di Tacloban, la più colpita dal tifone Haiyan. Circa mezzo milione di persone negli ultimi giorni sono state evacuate dalle aree costiere, dove era previsto il passaggio del tifone. Per il momento non ci sono notizie di morti.

Secondo gli esperti, Hagupit si è rivelata una tempesta molto meno forte di quanto si era temuto inizialmente. Il corrispondente di BBC che si trova nelle Filippine ha scritto che Hagupit non sembra affatto forte come Haiyan. Le autorità filippine hanno detto che difficilmente ci saranno frane e smottamenti come era successo invece un anno fa. Le Filippine sono un paese particolarmente montuoso e le frane sono uno dei rischi principali per la popolazione in caso di tifone (qui c’è una mappa del percorso seguito dal tifone e una proiezione della probabile evoluzione realizzata dal sito Mashable).

Nell’isola di Samar, la terza più grande dell’arcipelago che forma le Filippine, le aree abitate intorno a due vulcani che si trovano sul percorso del tifone sono state evacuate proprio per il pericolo delle frane. Anche se le piogge non sono così forti come in passato, i venti sono intensi e c’è il rischio che alberi abbattuti finiscano su case o automobili. Per il momento anche il livello dell’acqua del mare è rimasto sotto controllo. Qui sotto potete vedere una foto del tifone scattata da Terry W. Virts, un astronauta americano che si trova sulla Stazione Spaziale Internazionale insieme a Samantha Cristoforetti.