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  • Martedì 11 novembre 2014

Le donne morte dopo la sterilizzazione in India

Sono 11 e altre 60 sono ricoverate, un medico le ha operate tutte in 5 ore: è una cosa ricorrente, in un paese che sta cercando di contenere la crescita demografica

Doctor Docteur Severine Alran (R), head of the one-day surgery department of the French hospital institut Curie specialized in cancer treatment, operates a patient, on November 4, 2014 in Paris. AFP PHOTO/DOMINIQUE FAGET (Photo credit should read DOMINIQUE FAGET/AFP/Getty Images)
Doctor Docteur Severine Alran (R), head of the one-day surgery department of the French hospital institut Curie specialized in cancer treatment, operates a patient, on November 4, 2014 in Paris. AFP PHOTO/DOMINIQUE FAGET (Photo credit should read DOMINIQUE FAGET/AFP/Getty Images)

Aggiornamento 12 novembre – Le donne morte dopo l’intervento di sterilizzazione adesso sono 11, e 20 sono ancora in gravi condizioni.

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Otto donne sono morte in India, e molte altre sono ricoverate in ospedale, dopo una campagna statale di sterilizzazione gratuita. Più di 80 donne si sono sottoposte sabato 8 novembre ad un’operazione di chiusura delle tube laparoscopica – è un metodo contraccettivo chirurgico, con cui la donna non può più avere figli – all’ospedale da campo gratuito Nemi Chand, nello stato di Chhattisgarh. Di queste almeno 60 si sono ammalate.

«I rapporti parlano di pressione bassa, vomito e altri disturbi che hanno iniziato a manifestarsi lunedì 10 novembre nelle donne che hanno subito l’intervento chirurgico», ha detto all’agenzia di stampa AFP Sonmani Borah, il commissario del distretto di Bilaspur, dove era stato costruito il campo. «Da lunedi 8 donne sono morte e 64 sono state ricoverate in vari ospedali». Quattro medici sono stati sospesi e la polizia ha aperto un’indagine.

Questi ospedali da campo vengono regolarmente costruiti in tutta l’India come parte di uno piano di controllo sulla forte espansione della popolazione. Vengono chiamati “campi di sterilizzazione”: le donne che si sottopongono all’operazione ricevono 1.400 rupie (poco meno di 18 euro) dallo Stato. Alcuni stati offrono anche incrementi salariali ai dipendenti pubblici di sesso femminile che si sottopongono all’operazione o se lo fa la moglie di un dipendente di sesso maschile dopo il secondo figlio. Nonostante un massiccio ricorso a questo genere di pratiche, di questo passo nel 2030 l’India diventerà la nazione più popolosa al mondo con 1,5 miliardi di persone: per avere un termine di paragone, più degli attuali abitanti della Cina, che è tre volte più grande.

In India si svolge il 37 per cento delle sterilizzazioni di tutto il mondo, con 4,6 milioni di donne sterilizzate nel 2012. Il governo di Indira Gandhi impose la sterilizzazione su circa 10 milioni di persone negli anni Settanta, soprattutto gli uomini. Dopodiché la pratica ha iniziato ad essere applicata soprattutto alle donne che oggi sono anche i principali soggetti della campagna governativa. Alle donne non sono date altre opzioni per il controllo delle nascite: la pillola contraccettiva è considerata un tabù, mentre i preservativi non sono diffusi. I decessi dopo le operazioni non sono comunque una novità. Il ministero della Salute ha reso noto due anni fa, in Parlamento, che il governo ha dovuto pagare tra il 2009 e il 2012 un risarcimento ai parenti di 568 donne morte a seguito della sterilizzazione. In India le strutture ospedaliere non sono adeguate al numero di pazienti trattati e spesso non rispettano le norme di sicurezza minime per quanto riguarda la salute dei pazienti. Il governo impone delle quote da raggiungere ai medici, con degli incentivi economici, e questo causa spesso preparazioni superficiali e procedure affrettate. Oltre alla corruzione diffusa, il sistema sanitario indiano è spesso malgestito, i dosaggi dei farmaci sono variabili e i disinfettanti scarseggiano o sono annacquati per risparmiare.

RK Bhange, l’ufficiale capo medico di Bilaspur, ha detto al quotidiano Indian Express che le operazioni di Chhattisgarh sono state effettuate da un solo medico con l’aiuto di un assistente e sono durate circa cinque ore. «Non c’è stata negligenza. È un medico esperto, indagheremo sull’incidente», ha detto. Intanto Kate Gilmore, vicedirettore esecutivo del Fondo per la Popolazione delle Nazioni Unite, ha dichiarato: «Se i fatti verranno confermati si è verificata una grave tragedia umana. Se non vengono rispettati gli standard clinici ci devono essere delle conseguenze».

Il governo intanto ha annunciato che predisporrà un indennizzo di 200.000 rupie (circa 2.600 euro) per le famiglie delle donne che sono morte e 50.000 rupie (circa 650 euro) per i parenti delle donne ricoverate in ospedale. Due anni fa la polizia aveva arrestato tre uomini nello stato dell’India orientale del Bihar, poiché avevano effettuato sterilizzazioni senza anestesia per due ore su 53 donne, in un campo. Si stanno tenendo campagne di opinione contro i finti dottori, un fenomeno che sta causando molti morti. Recentemente una bambina di un anno è morta poiché un dottore non qualificato l’ha operata con un coltello da cucina.