Luca Dini di Vanity Fair ai critici italiani di “Ice Bucket Challenge”

Il direttore del settimanale Vanity Fair Luca Dini è stato tra i più impegnati promotori dell’iniziativa benefica “Ice Bucket Challenge” (quella delle secchiate di acqua gelata in testa e delle donazioni per i malati di SLA) in Italia, in cui ha coinvolto il suo giornale e un grande impegno online. Ma le critiche che alcuni hanno fatto a chi ha partecipato gli hanno fatto perdere la pazienza e la moderazione per cui è solitamente noto, in un articolo pubblicato sul sito di Vanity Fair.

Mi spiace dire che il mio Paese mi fa orrore. Però sì, a volte mi fa orrore, e stavolta mi fa orrore.
Perché altrove c’è chi ha obiettato nel merito: ha senso dare così tanto per la Sla, e non distribuire su altre cause parte delle donazioni? E questa è un’obiezione ragionevole.
Ma da noi, il problema non è quello. No, il problema è quanto ha dato Luciana Littizzetto, e «che tirchia, solo 100 euro». Detto soprattutto da persone che non hanno mai fatto volontariato in vita loro, che non hanno mai fatto niente per nessuno in vita loro.
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A voi predicatori improvvisati chiedo: se avete un reddito di 10 volte inferiore a quello di Luciana Littizzetto, avete versato i vostri 10 euro? Se avete un reddito di 100 volte inferiore a quello di Luciana Littizzetto, avete versato il vostro 1 euro? Perché non vi sfuggirà, forse, che se tutti voi donaste in proporzione con la stessa generosità di Luciana Littizzetto, nelle casse dell’Aisla entrerebbero parecchi milioni di euro.
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Sarebbe bello se succedesse. Non succederà, purtroppo. Perché molti di voi si limiteranno a criticarla.
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Dedicato a tutti quelli che mi hanno fatto notare, in questi giorni, quanta differenza c’è tra il nostro milione di euro (voglio essere audace: ci arriveremo, credo e spero, per la Giornata della Sla) e i cento milioni di dollari a cui arriveranno in America. C’è una differenza fondamentale, tra noi e l’America. Quella differenza siete voi, patetiche teste di cazzo.

(leggi per intero su Vanity Fair)