Come sarà la nuova Alitalia

Ieri Etihad ha firmato l'accordo per acquistare il 49 per cento di Alitalia: presto ci potrebbero essere cambiamenti molto importanti, sugli scali per esempio

Venerdì 8 agosto la compagnia aerea degli Emirati Arabi Uniti Etihad ha firmato l’accordo per acquistare il 49 per cento di Alitalia. La trattativa tra le due compagnia è andata avanti con molta difficoltà per molti mesi e una sua interruzione avrebbe potuto portare al fallimento di Alitalia, che si trova da diverso tempo in una nuova grave crisi (l’ultima di una lunga serie). Ecco cinque cose da sapere su questo accordo e sul perché è importante.

1. Quanto costa?
Etihad investirà 560 milioni di euro per acquistare il 49 per cento di una nuova società (la cosiddetta “Nuova Alitalia”). Etihad ha promesso anche un altro investimento di 690 milioni tra il 2015 e il 2018 per migliorare la flotta e formare il personale. L’accordo tra le due compagnie dovrebbe portare a circa 2.200 esuberi, di cui una grossa parte saranno ricollocati in altre società del gruppo, mentre circa 900 dovrebbero essere licenziati (oggi Alitalia ha circa 14 mila dipendenti). Già nel 2008, in occasione della privatizzazione della compagnia, settemila dipendenti erano stati licenziati. Da allora la compagnia ha perso circa 1,5 miliardi, più o meno 25 milioni di euro al mese.

2. Che cos’è la “Nuova Alitalia”?
È la nuova società che sarà separata dalla vecchia Alitalia. Etihad investirà nella nuova Alitalia, la società che conserverà marchio, aerei, rotte e personale. In questo modo Etihad investirà in una società ripulita da debiti e contenziosi legali. Le banche creditrici di Alitalia hanno rinunciato a circa 565 milioni di euro di crediti che avevano nei confronti della vecchia società, una parte dei quali sarà convertito in azioni della nuova società.

3. Quindi l’accordo è fatto?
Nelle ultime settimane ci sono stati parecchi ostacoli al raggiungimento dell’accordo, sia da parte di Etihad che da quella degli azionisti di Alitalia che da quella dei sindacati. L’amministratore delegato di Alitalia ha detto dopo la firma: «Ce l’abbiamo fatta, dopo tanta fatica, tante notti e un anno di lavoro». In realtà per ultimare l’accordo serve ancora il parere dell’Unione Europea. Per semplificare: una compagnia dell’Unione deve essere controllata da soggetti che fanno parte dell’Unione, altrimenti ottenere i diritti al volo è molto più complicato. Anche se Etihad non possiede il 51 per cento di Alitalia (il che la renderebbe formalmente il controllore della compagnia italiana), con il 49 per cento del capitale controlla di fatto la compagnia e questo potrebbe essere giudicato inappropriato dalle autorità europee.

4. Quali saranno le strategie?
Il piano prevede una serie di investimenti nei prossimi anni che insieme a una riorganizzazione interna dovrebbero riportare la compagnia a fare utili nel giro di tre anni (circa un centinaio di milioni di euro l’anno). Il giornalista economico Gianni Dragoni ha spiegato la strategia sul Sole 24 Ore:

Chi ha seguito la trattativa assicura che con gli emiratini Alitalia sarà l’avamposto in Europa di Abu Dhabi per sviluppare nuovi voli intercontinentali a lungo raggio, quello che la Cai dei patrioti berlusconiani non ha fatto, impoverendo la rete di collegamenti e lasciando spazio anche all’avanzata delle low cost sulle rotte europee e nazionali. L’anno prossimo ci sarà un nuovo volo diretto da Malpensa a Shanghai, altri collegamenti partiranno nel 2016, da Roma verso Città del Messico, Santiago del Cile e Pechino. In seguito dovrebbe essere avviata anche la rotta da Roma a San Francisco. L’incremento sarà comunque graduale. Non si sa se Alitalia avrà propri aerei per questi voli o se sarà Etihad a mettere a disposizione, ovviamente a a pagamento, i jet della sua flotta più potente.

5. E gli aeroporti?
La nuova Alitalia-Etihad dovrebbe abbandonare lo scalo di Malpensa e concentrarsi invece sull’aeroporto di Roma. Quindi, per i voli a lunga percorrenza per chi abita nel centro-sud dovrebbe cambiare poco, mentre per chi abita al nord sarà necessario spostarsi a Roma o fare scalo nei grandi aeroporti europei, come Parigi e Francoforte.