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  • Mercoledì 9 luglio 2014

Si vota in Indonesia

Le elezioni presidenziali di oggi sono considerate fondamentali per il futuro di una democrazia grande e giovane, per almeno tre motivi

Children wait for their parents voting in the presidential election in Bali, Indonesia, Wednesday, July 9, 2014. As the world's third-largest democracy began voting Wednesday to elect a new president, Indonesians are divided between two very different choices: a one-time furniture maker, Jakarta Governor Joko Widodo, and a wealthy ex-army general with close links to former dictator Suharto, Prabowo Subianto. (AP Photo/Firdia Lisnawati)
Children wait for their parents voting in the presidential election in Bali, Indonesia, Wednesday, July 9, 2014. As the world's third-largest democracy began voting Wednesday to elect a new president, Indonesians are divided between two very different choices: a one-time furniture maker, Jakarta Governor Joko Widodo, and a wealthy ex-army general with close links to former dictator Suharto, Prabowo Subianto. (AP Photo/Firdia Lisnawati)

Oggi, mercoledì 9 luglio, dalle 7.00 alle 13.00, ora locale si è votato in Indonesia per eleggere un nuovo presidente, il quarto della storia del paese dopo la caduta del dittatore Suharto. L’Indonesia è una repubblica presidenziale: il presidente è sia capo di governo che capo di stato. Quelle di oggi sono votazioni molto importanti per il futuro del paese, e anche controverse: l’Indonesia è la terza democrazia più grande al mondo, è il paese musulmano (sunnita) più popoloso del mondo e i due candidati alla presidenza sono tra loro molto differenti: Joko Widodo, ex governatore di Giacarta, con il vice Jusuf Kalla, si presenta come l’uomo nuovo rispetto al passato; Prabowo Subianto, con il vice Hatta Rajasa, è un ex generale del partito di governo, che rappresenta invece i vecchi apparati militari.

Il presidente uscente è Susilo Bambang Yudhoyono, che dopo due mandati consecutivi non ha potuto ricandidarsi. Le elezioni coinvolgono circa 187 milioni di elettori su 250 milioni di abitanti, il 30 per cento di questi voterà per la rima volta e saranno aperti circa 150 mila seggi. Secondo una legge del 2008, i soli partiti che hanno ottenuto alle legislative il 25 per cento dei voti hanno diritto a nominare un candidato. Poiché nessuno partito alle legislative che si sono svolte lo scorso aprile ha raggiunto questa soglia si sono formate due differenti coalizioni che hanno espresso i due candidati. In tutto l’arcipelago sono stati schierati più di 250 mila poliziotti e 30 mila militari per garantire la sicurezza del voto. I risultati ufficiali saranno comunicati il prossimo 20 luglio.

Un sondaggio pubblicato alla vigilia del voto ha dato Widodo in vantaggio di 2,7 punti percentuali, ma era molto alto il numero di elettori ancora indecisi. Secondo un exit poll, Widodo avrebbe ottenuto il 52 per cento e Prabowo Subianto il 48 per cento. Widodo ha comunque già rivendicato la vittoria:

I due candidati
Joko Widodo, detto “Jokowi”, venne eletto governatore di Giacarta nel 2012: ha 53 anni, è di umili origini e non ha alcun legame con il passato autoritario del paese. Viene visto come un potenziale riformatore e come la persona che potrebbe consolidare la democrazia del paese: è molto popolare soprattutto tra i giovani. Ha basato la campagna elettorale sulla lotta alla corruzione, contro gli apparati di potere, e si è presentato come antitesi al presidente uscente, fortemente criticato per aver fatto poco in campo economico, per una serie di scandali e abusi finanziari in cui è stato coinvolto e per l’incapacità di frenare l’intolleranza contro le minoranze religiose.

Joko Widodo – che ha parlato esplicitamente di diritti umani, di pluralismo e di lotta all’intolleranza religiosa – è dunque il candidato appoggiato anche dalle minoranze religiose, inclusi i cristiani, oltre che dal suo partito, il Partito democratico indonesiano di lotta (Pdi-P), laico e nazionalista, e da alcuni partiti islamici moderati come il Partito dello sviluppo nazionale (Pkb): è invece fortemente criticato dall’ala estremista islamica del paese ed è stato accusato di aver scelto un vice presidente cristiano e di discendenti cinesi. I critici dicono che non ha alcuna esperienza nella politica nazionale e nelle relazioni internazionali. Gli investitori sperano però in una vittoria Joko Widodo: lo vedono infatti come un potenziale riformatore, in un momento di grande difficoltà economica del paese.

Prabowo Subianto ha 62 anni, è un ex militare ed è genero del dittatore Suharto: rappresenta una leadership forte e in campagna elettorale ha sfruttato la nostalgia crescente per i tempi di Suharto, sentimento che si è rafforzato soprattutto in certi ambienti anche sulla scia di una grande delusione per un sistema democratico tanto recente quanto disordinato. I critici di Prabowo Subianto temono che potrebbe far tornare in Indonesia un regime autoritario. Il suo programma economico prevedo il finanziamento e lo sviluppo dei villaggi indonesiani, proposta che gli ha fatto guadagnare ampi consensi. Subianto è sostenuto, tra l’altro, dai gruppi islamici radicali come il Fronte dei difensori dell’Islam.