Per la madre di Bossetti, il figlio “non ha fatto niente”

Lo ha ripetuto in una intervista al Corriere, sostenendo che la "scienza sbaglia" e che il figlio, accusato dell'assassinio di Yara Gambirasio, non è nato da una relazione con un altro uomo

Il Corriere della Sera ha pubblicato una intervista con Ester Arzuffi, la madre di Massimo Giuseppe Bossetti, indicato da alcuni giorni dagli investigatori come il presunto assassino di Yara Gambirasio, la ragazzina di 13 anni di Brembate di Sopra (Bergamo) morta nel 2010 (qui trovate tutta la storia della lunga e complicatissima indagine molto seguita da media e pubblico italiani, messa in ordine). Arzuffi – che ha accettato di parlare col Corriere alla presenza di un avvocato – sostiene che Bossetti è figlio di suo marito e nega che il padre biologico possa essere Giuseppe Guerinoni, come invece sostengono gli investigatori sulla base di due distinti test del DNA.

Sta dicendo che la scienza ha sbagliato?
Sì. Ne sono la prova. So che vado alla gogna, che mi criticheranno, ma è così.

Arzuffi nell’intervista spiega che della vicenda di Yara Gambirasio si parlava talvolta in casa, perché la ragazzina era dello stesso paese in cui lei vive con la sua famiglia, ma di non avere mai notato comportamenti o atteggiamenti strani da parte del figlio Massimo Giuseppe.

Poi è arrivata la notizia che l’assassino della bambina è il figlio di quel Guerinoni che lei aveva conosciuto.
L’ho sentito in tv. Seguivo il caso della bambina, sono un’appassionata di “Chi l’ha visto?”. L’ho riconosciuto dalla foto.

Quindi in famiglia parlavate di Yara?
Sì, se ne parlava, perché abitava a Brembate Sopra.

E suo figlio che reazioni aveva?
Non ho mai captato nulla.

Cambiamenti nel periodo della scomparsa?
Nulla di nulla.

Una mamma potrebbe voler difendere a tutti i costi il figlio.
Si può anche pensare. Ma Massimo non ha fatto niente, davvero.

E se avesse notato qualcosa e dubitato di lui, che cosa avrebbe fatto?
Con il carattere che ho, se lo avessi visto lì fisso a guardare i servizi sulla bambina e avessi dubitato di lui, gli avrei detto: “Vai dai carabinieri”. Lo avrei trascinato.