L’app che fotografa i ladri di cellulari

"Lookout" è una specie di app antifurto che scatta e manda una foto di chi prova a sbloccare un telefono dopo averlo rubato

Ogni anno milioni di persone devono fare i conti con il furto dei loro smartphone. Statistiche precise per tutti i paesi non ce ne sono, ma si stima che solo negli Stati Uniti il problema abbia interessato nell’ultimo anno oltre 3 milioni di persone, il doppio rispetto al 2012. Per arginare il problema si parla da tempo della possibilità di ideare sistemi universali per tutti i cellulari per renderli inutilizzabili nel caso di furto, attraverso la collaborazione dei produttori e delle compagnie telefoniche. In attesa di soluzioni e regole condivise, diverse società hanno ideato applicazioni per complicare la vita a chi ruba gli smartphone.

Tra le soluzioni di questo tipo, negli ultimi giorni si è parlato molto sui siti di tecnologia – e non solo – di Lookout, una app per Android e per iOS che serve per tenere sotto controllo il proprio telefono nel caso di furto. La funzione di Lookout che ha fatto più discutere è quella che permette di scattare una foto del probabile ladro, quando questo cerca di sbloccare il telefono dopo che lo ha rubato. L’app attiva la fotocamera frontale dello smartphone e scatta la foto a insaputa di chi ha compiuto il furto, dopodiché invia un’email al proprietario dello smartphone con l’indicazione dell’ora e del luogo in cui è stato realizzato lo scatto.

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L’opzione, che porta a fare una specie di selfie inconsapevole che gli inventori dell’applicazione chiamano “theftie” (“theft” in inglese significa “furto”), era disponibile già da tempo su Lookout, ma in seguito a un recente aggiornamento è stata migliorata e resa a pagamento. La nuova versione fa attivare la fotocamera frontale in cinque diversi casi:

– viene inserito per tre volte di fila un codice di sblocco del telefono errato;
– la scheda SIM viene rimossa dal telefono;
– si prova ad attivare la modalità aeroplano;
– il dispositivo viene spento;
– viene rimossa l’applicazione dal telefono.

Le impostazioni di Lookout possono essere modificate per evitare che i sistemi di sicurezza si attivino tutte le volte. Le funzioni appena descritte funzionano solo sulla versione per Android dell’applicazione, perché il sistema operativo di Google è aperto e personalizzabile per quanto riguarda le sue funzioni. Lookout su iOS, il sistema operativo degli iPhone, fa molte meno cose perché Apple non consente più di tanto agli sviluppatori di integrare le loro applicazioni con il suo software. Per chi usa gli smartphone di Apple è consigliabile l’utilizzo del classico “Trova il mio iPhone” che permette di fare molte delle cose di Lookout, “theftie” a parte.

L’opzione per fare la foto all’insaputa di chi sta usando in quel momento il telefono ha fatto sollevare qualche perplessità per quanto riguarda la tutela della privacy. I responsabili di Lookout hanno risposto ricordando che i “theftie” vengono scattati solo nel caso di un utilizzo sospetto del telefono e che non è possibile, a distanza, inviare un comando per scattare la foto di qualcuno che in quel momento sta usando lo smartphone.

Il Wall Street Journal spiega che comunque Lookout ha già permesso di risolvere qualche caso di furto di uno smartphone. A Dyersburg, nel Tennessee, hanno rubato il cellulare a una persona che stava facendo shopping in un centro commerciale, e che aveva da poco attivato una versione di prova dell’applicazione. Quando l’autore del furto ha provato ripetutamente a sbloccare il telefono senza riuscirci, Lookout gli ha fatto una foto a sua insaputa e l’ha inviata tramite email alla legittima proprietaria dello smartphone, che ha pubblicato la foto sulla sua bacheca di Facebook e ne ha data una copia alla polizia. Alcuni giorni dopo un amico della persona cui era stato rubato il telefono ha scoperto nome e cognome del ladro. La polizia lo ha trovato e ha recuperato il telefono.