Piero Manzoni a Milano

Le foto delle opere di un artista considerato sperimentale e provocatorio, famoso soprattutto per gli "Achromes" e per la "Merda d'artista", sono in mostra a Palazzo Reale

Merda d’artista, n. 58, 68 e 80, maggio 1961 
Altezza 4,8, diametro 6 cm, scatoletta di latta, carta stampata 
Fondazione Piero Manzoni, Milano, Foto Bruno Bani, Milano
Merda d’artista, n. 58, 68 e 80, maggio 1961 Altezza 4,8, diametro 6 cm, scatoletta di latta, carta stampata Fondazione Piero Manzoni, Milano, Foto Bruno Bani, Milano

Fino al 2 giugno sarà esposta a Palazzo Reale a Milano una mostra dedicata all’artista lombardo Piero Manzoni. Manzoni – nato in una ricca e nobile famiglia di Soncino nel 1933 e morto nel 1963, a 29 anni, nel suo studio di Milano – è famoso in tutto il mondo per la sua arte sperimentale, considerata all’epoca innovativa e provocatoria, vicina alle avanguardie europee del Secondo dopoguerra e ai lavori di Lucio Fontana e Yves Klein. Tra le sue opere più conosciute ci sono gli Achromes, quadri bianchi realizzati a partire dal 1957 in svariati materiali (caolino, cotone idrofilo, panni cuciti, peluche, pallini di ovatta, panini) e soprattutto la Merda d’artista: 90 barattoli di latta numerati e sigillati che contengono ognuno 30 grammi delle feci di Manzoni. Sui barattoli c’è un’etichetta tradotta in varie lingue con su scritto «Merda d’artista. Contenuto netto gr. 30. Conservata al naturale. Prodotta ed inscatolata nel maggio 1961», e stampato sul fondo Made in Italy. Il prezzo era calcolato su quello di 30 grammi d’oro.

Il percorso artistico di Manzoni è variegato e sconfina in molti campi: fondò e diresse la rivista artistica Azimuth, compose due “afonie” musicali, scrisse testi teorici sulla sua idea d’arte, girò film e cortometraggi sulle uova, progettò di tracciare una linea lungo il meridiano di Greenwich. Nel 1960 organizzò la mostra-evento “Consumazione dell’arte Dinamica del pubblico Divorare l’arte”, in cui offriva da mangiare al pubblico uova sode «consacrate» con la sua impronta digitale e trasformate in arte; dal 1961 iniziò a firmare le persone come Sculture viventi, offrendo anche un certificato di autenticità. Nello stesso anno realizzò a Herning, in Danimarca, il Socle du monde, una base in metallo, con il titolo dell’opera rovesciato, su cui è appoggiato il globo terrestre, come fosse un’opera d’arte.

La mostra a Palazzo Reale è coprodotta dal Comune di Milano e Skira, che ha pubblicato il catalogo e la Breve storia della merda d’artista, di Flaminio Gualdoni. Resterà aperta fino al 2 giugno compreso, tutto il giorno dalle 9.30 alle 19.30, e si potrà entrare fino a un’ora prima della chiusura.