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  • Lunedì 12 maggio 2014

Le più belle copertine di Jet

Un'importante rivista per neri americani chiude e diventa solo digitale: sulle sue copertine è passato un pezzo della storia e della cultura degli ultimi decenni

Mercoledì scorso la società editoriale Johnson Publishing Company di Chicago ha annunciato che dal 30 giugno la rivista americana Jet smetterà le pubblicazioni cartacee e sarà disponibile soltanto come app per tablet e smartphone. Al di là dell’ennesimo esempio di giornale che si converte esclusivamente al digitale, la notizia è interessante per la portata storica di Jet, che è stata una delle più importanti riviste rivolte a un pubblico afroamericano e seguì dall’inizio e approfonditamente il movimento dei diritti civili. Jet venne fondato nel 1951 da John Johnson a Chicago, in Illinois, come un settimanale grande più o meno quanto un libro tascabile.

Il sottotitolo della rivista, The Weekly Negro News Magazine, fa capire facilmente quale fosse il suo contenuto: tutto ciò che poteva interessare alla comunità nera americana, dai cantanti alle mode, dallo sport agli argomenti più frivoli come “le donne dei neri milionari”, “le donne nere stanno diventando più sexy?” o “perché le donne tedesche vogliono mariti neri?”, come si legge su alcune copertine.

In pochi anni Jet iniziò a seguire approfonditamente il movimento per i diritti degli afroamericani, diventando un punto di riferimento per la comunità nera americana. Nel settembre del 1955 fu la rivista che pubblicò le fotografie del funerale di Emmett Till, un ragazzo nero di 14 anni che era stato torturato e ucciso in Mississippi. La madre Mamie volle lasciare aperto il feretro, così da mostrare come era stato ridotto il ragazzo: quelle immagini finirono su Jet, convincendo molte persone ad aderire alle proteste. Negli anni Jet raccontò il boicottaggio degli autobus in Alabama, i cortei di protesta in tutto il paese, i discorsi e le lotte di Martin Luther King, la morte di Bob Kennedy. All’epoca la rivista era diffusissima tra gli afroamericani e la si trovava ovunque, dal barbiere, nei saloni di bellezza e nelle sale d’aspetto; i suoi articoli erano brevi e facili da leggere rapidamente.

Negli ultimi tempi Jet si è trasformata in una rivista generalista di cultura pop, con dive e rapper in copertina, annunci di matrimoni e anniversari. I suoi lettori hanno un’età media di 35 anni e sono per il 60 per cento donne. Anziché ogni settimana, ora veniva pubblicato ogni tre; pur rimanendo la terza rivista più diffusa tra gli afroamericani – circa 700 mila copie a numero – i suoi ricavi sono calati del 17 per cento nel primo trimestre di quest’anno rispetto all’anno scorso, e la raccolta pubblicitaria si è ridotta del 26 per cento nello stesso periodo. Il processo per diventare un giornale solo online era iniziato già da tre anni: in questo periodo di tempo le entrate pubblicitarie sono diminuite del 24 per cento, passando da 13,6 milioni di dollari del 2010 ai 10,3 del 2013.

Di Jet resteranno il sito JETmag.com e la app, a cui ci si potrà iscrivere per 20 dollari all’anno: pubblicherà video, interviste, mappe 3D e sarà aggiornata quotidianamente. Una volta all’anno sarà stampato un numero speciale intitolato Best of Jet, che raccoglierà il meglio della rivista. Linda Johnson Rice, capo di Johnson Publishing Co., ha spiegato: «quasi 63 anni fa mio padre, John Johnson, chiamò il giornale Jet perché, come diceva sul primo numero, “Nel mondo di oggi tutto si muove più veloce. Ci sono più notizie e meno tempo per leggerle”. Non avrebbe potuto parlare in modo più azzeccato oggi. Non stiamo dicendo addio a Jet. Stiamo andando incontro al futuro, come fece mio padre nel 1951, e portandolo al prossimo livello».

L’azienda ha anche detto che Ebony, il corrispettivo mensile di Jet fondato nel 1945, continuerà a essere stampato: è la rivista più letta tra gli afroamericani, con 1,28 milioni di lettori, i suoi ricavi sono aumentati del 12 per cento nel primo quarto dell’anno rispetto all’anno precedente, e gli annunci pubblicitari sono aumentati del 2,3 per cento nello stesso periodo.