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  • Mercoledì 23 aprile 2014

C’è grossa crisi nel golf

Negli Stati Uniti calano i giocatori e si stanno proponendo modi per renderlo più attraente: buche larghe, partite brevi, prossibilità di ritirare, palline che vanno sempre diritte

IMAGE DISTRIBUTED FOR HACK GOLF - PGA Tour golfer Sergio Garcia collects his ball after putting during TaylorMade's 15-inch-cup event at the Oconee Golf Club at Reynolds Plantation on Monday, April 14, 2014 in Greensboro, Ga. The event was the first experiment to take place for the HACK Golf initiative. (Paul Abell/AP Images for HACK Golf)
IMAGE DISTRIBUTED FOR HACK GOLF - PGA Tour golfer Sergio Garcia collects his ball after putting during TaylorMade's 15-inch-cup event at the Oconee Golf Club at Reynolds Plantation on Monday, April 14, 2014 in Greensboro, Ga. The event was the first experiment to take place for the HACK Golf initiative. (Paul Abell/AP Images for HACK Golf)

Negli Stati Uniti il golf è uno dei dieci sport più praticati, tuttavia negli ultimi anni il numero di persone che iniziano a giocarlo è molto diminuito e questo, nel lungo periodo, potrebbe diventare un problema per la sua sussistenza. Per provare a invertire la tendenza qualcuno ha proposto (e sperimentato) dei cambiamenti delle regole che rendano il golf meno “difficile” per i nuovi arrivati ma questo, come ha raccontato il New York Times, ha incontrato le resistenze dei puristi e di quelli che vedono nell’elitismo del golf la chiave del suo fascino e del suo successo.

Nel 2000, negli Stati Uniti, circa 30 milioni di persone giocavano a golf: oggi, secondo un’analisi della National Golf Foundation, quel numero è sceso a 25 milioni e si stima che nei prossimi anni il numero di praticanti diminuirà di un ulteriore 20%. Nel corso del 2013, inoltre, in tutti gli Stati Uniti sono stati aperti solo 14 nuovi percorsi, ma ne sono stati chiusi circa 150. Nonostante la situazione non sia ancora grave per la sopravvivenza dello sport, l’andamento negativo preoccupa molti esponenti del mondo del golf, soprattutto considerando che fino a 10 anni fa il mercato del golf era stato in continua crescita: dal 1946 al 2006 il numero di campi e di praticanti di golf era sempre aumentato di anno in anno, e negli ultimi decenni il successo ha raggiunto anche molti altri paesi occidentali dove tradizionalmente il golf non era molto praticato, come l’Italia.

In molti, ha spiegato il New York Times, pensano che il problema del golf sia la sua cattiva reputazione presso le generazioni più giovani che lo vedono come un gioco troppo lento, troppo difficile da imparare e con troppe noiose regole. Ted Bishop, presidente della P.G.A. (l’associazione americana dei giocatori professionisti), spiega: «Dobbiamo smettere di spaventare la gente dicendogli che esiste uno ed un solo modo di giocare a golf e che bisogna seguire per forza certe regole. Dobbiamo offrire di diversi tipi di golf che la gente possa sperimentare, dobbiamo fare qualcosa per far sì che le persone provino a giocare almeno una volta, poi si renderebbero conto che è una cosa divertente».

Per questo motivo la P.G.A. ha creato un gruppo di lavoro con lo scopo di cercare modi alternativi di avvicinare le persone allo sport. Tra le persone che sono state chiamate a lavorare alla cosa, oltre a diversi giocatori professionisti e esperti di golf, ci sono anche Arlen Kantarian, che si occupò di cambiare l’immagine del tennis quando aveva avuto problemi simili a quelli del golf, e lo sciatore Bode Miller: anche lo sci aveva attraversato un momento di crisi ma cambiamenti nelle attrezzature e nella cultura generale avevano contribuito a renderlo uno sport nuovamente popolare.

Tra le diverse proposte che sono state fatte per provare a rendere il golf più accessibile c’è quella di attrezzare dei percorsi con buche larghe circa 40 centimetri, invece dei normali 10 centimetri. Recentemente, in Georgia, si è tenuto il primo evento ufficiale di golf con le buche larghe e hanno partecipato, per promuovere l’evento, anche due professionisti: Sergio Garcia e Justin Rose, l’ultimo vincitore degli U.S. Open. Secondo loro le buche larghe potrebbero alleviare la frustrazione che molti ragazzini e principianti in genere provano quando cominciano a giocare a golf e non riescono a mandare la palla in buca.

Un altro sostenitore della necessità di cambiare e addolcire le regole del golf è Mark King, CEO di Taylor Made, un’azienda produttrice di attrezzature da golf, che ha anche creato HackGolf.org, un sito dove chiunque può proporre idee per “rendere il golf più divertente”. Tra le proposte arrivate, ha spiegato King, c’è un po’ di tutto: da cose frivole, come offrire birre gratis ai giocatori o provare a giocare a calcio-golf, a cose che potrebbero anche funzionare, come dare la possibilità ai giocatori di risistemare la pallina dopo ogni colpo e offrire dei “colpi bonus” per quando la pallina finisce nelle buche di sabbia. Secondo King, nei prossimi anni, sarà necessario sperimentare queste nuove possibilità come le buche larghe, i percorsi più brevi e quelli in cui si paga a tempo e non a buche, che potrebbero convincere anche chi ha solo un paio d’ore libere a giocare una partita veloce. «Nessuno vuole cacciare dai campi i milioni di persone che giocano a golf secondo le regole tradizionali – ha spiegato King al New York Times – ma che problema c’è nell’offrire un alternativa? Scommetto che in 5 anni il 90 per cento dei campi da golf avrà dei percorsi con le buche larghe».

Infine, anche dei cambiamenti alle attrezzature sono stati proposti per rendere i colpi più facili per i principianti e i giocatori occasionali: la Polara, un’azienda di attrezzature da golf, ha progettato una pallina che auto corregge la sua traiettoria rendendo più facile tirare diritto ed evitare che la pallina devii verso destra (facendo uno slice) o sinistra (facendo un hook), uno degli errori più comuni tra i giocatori inesperti. Ora queste palline sono vendute in circa 800 negozi specializzati negli Stati Uniti.

Nonostante la diplomazia di quelli che spingono per un po’ di rinnovamento nello sport, sono in molti i giocatori “tradizionali” che non vedono la cosa di buon occhio e che pensano che il fascino del golf dipenda in gran parte dalle sue regole e dal modo in cui è giocato ora. Secondo Curtis Strange, due volte vincitore degli U.S. Open, i cambiamenti proposti creerebbero una moltitudine di sport diversi, che non avrebbero nulla a che fare con il golf, quello vero, e che lo snaturerebbero. Tuttavia la paura di questi giocatori verso il rinnovamento, secondo il New York Times, potrebbe essere solo quella di vedere arrivare orde di rumorosi giocatori in infradito sui loro campi da golf, che tradizionalmente sono stati un posto riservato alle élite del paese o a coloro che vogliono sentirsi élite.

Foto: Sergio Garcia raccoglie una pallina da una buca larga 40 cm. (Paul Abell/AP)