2 gennaio 2013. Nei giorni prima di capodanno qualcuno crea un falso account di Twitter intestato a Mario Monti, proprio mentre il Presidente del Consiglio uscente comincia a usare il proprio (vero) account di Twitter, generando qualche confusione e inciampo tra i giornali. Sia l’Ansa che Italia Oggi vengono ingannati e scrivono articoli riportando quello che ha scritto il falso account di Monti, compreso l’improbabile annuncio di un nome nuovo per l’”agenda Monti”, il suo programma politico: Montiskine.
23 gennaio 2013. La Stampa racconta il coinvolgimento di un famoso esperto di comunicazione statunitense – David Axelrod, giornalisticamente definito “il guru di Obama” – nella campagna elettorale italiana del Presidente del Consiglio uscente Mario Monti. L’articolo è intitolato “Deve aggredire i rivali”, tra virgolette. Ma un simile consiglio non è mai citato nel testo. Richiesto di chiarimenti sul titolo da un giornalista del Post, Axelrod fa sapere che “quella citazione è completamente falsa”.
29 gennaio 2013. Tutti i siti di news annunciano che dopo giorni di tensioni e voci di un licenziamento dell'allenatore della Roma Zdenek Zeman, la società e Zeman hanno invece ricomposto dissidi e insoddisfazioni: “Zdenek Zeman resta l’allenatore della Roma”, “La Roma ha «rimosso i dubbi», e va avanti con Zeman”, “La ventilata ipotesi di esonero non prende forma dopo un doppio faccia a faccia con la dirigenza”, e altri titoli simili. Tre giorni dopo Zeman viene esonerato.
4 febbraio 2013. “La sfida di Obama, wifi gratis in tutta l’America”, titola in prima pagina il Secolo XIX. E la notizia è su molti altri giornali italiani, come Repubblica: “Lo hanno battezzato “il Super WiFi per le masse”. Può diventare il cantiere di grandi opere di Barack Obama. Un balzo nel futuro, un grandioso progetto di modernizzazione. (...) Il Super WiFi gratis consentirebbe di allacciarsi gratis anche per le telefonate, oltre che per navigare Internet con il cellulare e usare tutte le applicazioni degli smartphone (...) Non è un libro dei sogni, il progetto esiste nei dettagli”. Ma come spiega per primo il sito web di tecnologia Ars Technica di fronte ai dubbi degli esperti, molti giornali – anche negli Stati Uniti – hanno ripreso equivocandolo un articolo del Washington Post che parlava di un progetto per liberare alcune frequenze, e potrebbero aver confuso i diversi significati di "free". Ars Technica parla di “cattivo giornalismo” e “notizia completamente falsa”.
10 febbraio 2013. Mediaset Premium trasmette un servizio commentato in studio con grande severità e sdegno in cui si mostrano le immagini di abbandono e degrado dello stadio di calcio di Cagliari. Ma le immagini mostrate sono in realtà quelle di uno sgangherato kartodromo dismesso ad Arborea, sempre in Sardegna, e con lo stadio non c'entrano niente. Una volta rivelato l'errore, la rete si scusa e rimuove il video dal suo sito.
15 febbraio 2013. Diversi media in tutto il mondo riferiscono di un progetto di legge del governo islandese per vietare la pornografia su internet. In Italia ne parlano nei giorni successivi tutti i maggiori quotidiani: per esempio Repubblica in prima pagina - “L’Islanda si scopre moralista: messo al bando il porno online” - e il Corriere della Sera sul suo sito: “Islanda, il governo vieta il porno online”. Ma il divieto non c'è, è solo una proposta - in un paese in cui ufficialmente sono già vietate le pubblicazioni pornografiche a stampa - che non avrà nessuno sviluppo nei mesi successivi e alcuni politici islandesi interpellati definiscono irrealizzabile.
27 febbraio 2013. Il sito del tabloid britannico Daily Mail pubblica le foto di oltre 200 mante morte deposte in fila sulla spiaggia di Gaza, in Palestina, e riferisce del mistero di questi animali andati a morire spiaggiati in grandi numeri e dei pescatori palestinesi increduli del fenomeno. La storia è ripresa il giorno dopo da molti siti di news italiani - Repubblica, Ansa, La Stampa tra gli altri - e dal sito di Repubblica e da quello del Daily Mail si propaga su molti altri media internazionali, sempre col "mistero" e le immagini impressionanti al centro: “Per ora resta solo un mistero. Difficile stabilirne le cause, ma lo scenario che si è presentato sulla spiaggia è stato davvero sconcertante. È qui che alcuni pescatori palestinesi hanno scoperto all’alba centinaia di mante spiaggiate sulle sabbie di Gaza Beach”. Ma alcuni siti e testimoni locali spiegano nei giorni seguenti che le mante erano state semplicemente pescate in mare dai pescatori nelle foto che le avevano poi disposte sulla spiaggia per squartarle e venderle (nelle foto gli animali sono in file ordinate). E le stesse indicazioni erano in realtà presenti nelle didascalie originali allegate alle foto mostrate. Nessuno dei siti italiani ha successivamente spiegato il "mistero", che resta tuttora online in questa forma.
17 aprile 2013. Il Corriere della Sera illustra un articolo sul terremoto in Iran con un'immagine in cui si vedono palme e persone dalla pelle scura. La foto cita come fonte il sito "Emergenza 24" (dove è tuttora indicata come relativa all'Iran) dal quale l'ha ripresa anche l'agenzia Ansa. Ma è una foto relativa al terremoto delle Filippine del febbraio 2012, distribuita allora dall'agenzia EPA.
3 maggio 2013. Repubblica pubblica in prima pagina un'estesa e ricca intervista a Laura Boldrini sul tema dell'aggressività verbale su internet e delle personali minacce e insulti ricevuti da Boldrini. L'intervista apre un acceso dibattito su molti siti internet e giornali rispetto alla pretesa di Boldrini che nuove regole vengano imposte per limitare «l'anarchia del web», espressione usata nel titolo dell'intervista e intorno alla quale si agiteranno molti confronti e litigi. Ma Boldrini non l'ha mai usata, quell'espressione, ed è un'invenzione del titolista, come spiegherà Boldrini stessa smentendo di aver chiesto restrizioni particolari per internet.
20 maggio 2013. Il direttore della rete televisiva TV2000 Dino Boffo ammette che quella che ha dato “era una notizia vera ma vera solo in parte e in parte non vera” e si scusa “per aver intaccato la verità dei fatti e per le persone coinvolte”, dopo aver annunciato che Papa Francesco aveva praticato un esorcismo nei confronti di un malato, notizia ripresa il giorno dopo da tutti i quotidiani insieme alle immagini pubbliche del Papa insieme a un fedele in visita in Vaticano. Non era un esorcismo, solo una preghiera con le mani appoggiate sulla testa della persona in questione, aveva spiegato il responsabile stampa del Vaticano smentendo la conclusione di Boffo.
18 maggio 2013. Repubblica annuncia in prima pagina un’inchiesta intitolata “Ecco l’agenda rossa di Borsellino dopo la strage”. E spiega: “Nelle foto mai viste l’ultima traccia del diario sparito”. Il riferimento è a un celebre e simbolico mistero che riguarda le indagini sull’attentato che uccise il giudice Paolo Borsellino nel 1992, quello della sua agenda che non è mai stata ritrovata: adesso le immagini di un video girato dopo l’attentato, spiega Repubblica in quell’articolo e in altri nei giorni successivi, mostrano qualcuno che rimuove dall’area dell’attentato quell’agenda. Gli articoli di Repubblica spiegano che i magistrati che indagano sull'attentato stanno cercando di individuare quell'uomo. Nei giorni successivi ci sono molte reazioni di politici e giudici sulla rivelazione e sul nuovo scenario: gli altri quotidiani sono combattuti tra l'imbarazzo per essere stati superati dallo "scoop" e l'interesse per la "svolta" delle indagini. Ma una rapida verifica della polizia scientifica e dei magistrati di Caltanissetta dimostra in meno di una settimana che quello indicato nelle immagini come l'agenda è in realtà un parasole di cartone, spostato da un agente che stava indagando tra le tracce dell'attentato.
20 maggio 2013. Aldo Biscardi legge nel suo programma sportivo in tv il testo integrale di una lettera ricevuta da Silvio Berlusconi in cui si annuncia un “riassetto” del settore tecnico e societario del Milan, in giorni in cui molti giornali danno per quasi certo il licenziamento dell'allenatore Allegri (che non avverrà). La notizia viene ripresa subito da tutti i siti di news, ma il Milan la smentisce poco dopo. Non arriverà poi nessuna conferma che la lettera fosse autentica.
30 maggio 2013. Il Giorno e il Corriere della Sera danno abbondante credito alla notizia che a Sesto San Giovanni un uomo che avrebbe compiuto delle aggressioni armato di una mazza da baseball e con un casco in testa, citando la presunta denuncia di una donna vittima dell'aggressore. Altri articoli parlano successivamente di "allarme", "panico" e "psicosi". Ma il comandante della polizia locale riferisce che «Si è sparsa questa voce, con grande allarmismo ma non c’è nessun riscontro: da giorni, come le altre forze dell’ordine, siamo impegnati a fare verifiche e abbiamo intensificato i controlli, ma non è emerso nulla di nulla».
8 giugno 2013. Il giorno dopo l’uccisione in Afghanistan di un soldato italiano, praticamente tutti i quotidiani la attribuiscono a una granata lanciata da un bambino afgano, pubblicando estese considerazioni sul coinvolgimento dei bambini nella guerra. Ma la notizia viene smentita dal Ministro della Difesa che spiega che le ricostruzioni di quanto è successo indicano che a lanciare la bomba sia stato un adulto, e la storia del bambino sia stata diffusa per ragioni di propaganda da parte degli attentatori talebani.
17 giugno 2013. Il tabloid irlandese Sun (edizione locale del Sun britannico, giornale di non grande affidabilità) pubblica la notizia che Silvio Berlusconi sarebbe “indagato per riciclaggio” in Irlanda. Il giorno dopo la notizia viene ripresa da molti quotidiani italiani con poca attenzione ai condizionali: Repubblica la mette in prima pagina e le dedica una pagina all’interno chiamando “scoop” quello del Sun. Ma la notizia non risulta agli avvocati di Berlusconi e dal giorno dopo non ne parlerà più nessuno: l'ipotesi prevalente è che al Sun abbiano fatto confusione con le implicazioni irlandesi di alcuni vecchi e noti procedimenti che riguardano le aziende di Berlusconi.
20 giugno 2013. Molti quotidiani italiani scrivono di un progetto di “uccidere Obama con i raggi X” sventato dall’FBI che ne ha arrestato gli autori. La storia dell’arresto e del progetto è vera, ma il piano – in prima pagina sul Corriere della Sera, per esempio – è stato già giudicato completamente implausibile dalle autorità americane e dagli esperti interpellati: si tratta di uno dei numerosi arresti che l’FBI compie rispetto a ipotesi di attentati contro il Presidente, e i giornali americani lo hanno ignorato o gli hanno destinato spazi marginali (negli stessi Stati Uniti non è su nessuna prima pagina, per esempio).
24 giugno 2013. Repubblica mette in prima pagina un articolo che inizia così: "Contava le teste come i petali delle margherite: morto, non morto, e nel dubbio, poiché era "umano", finiva quelli ancora vivi. Il sergente Dillard Johnson del 7mo Cavalleria contò 2.746 iracheni uccisi da lui in un mese di guerra, record assoluto di petali umani staccati per un soldato, almeno da quando l' esercito americano tiene questa contabilità". il giorno prima due tabloid inglese e americano avevano ripreso un comunicato stampa sull’uscita di un libro di un soldato americano, comunicato che gli attribuiva di aver ucciso 2746 nemici iracheni in battaglia, una cifra pazzesca. Nessun quotidiano americano maggiore aveva però dato credito o spazio alla notizia, che in Italia viene invece pubblicata dal Secolo XIX e da Repubblica in prima pagina. Dopo pochi giorni, di fronte ai dubbi di alcuni lettori su internet e all’inchiesta di un periodico americano, il soldato stesso smentisce quella cifra dicendo che è un’invenzione dell’ufficio stampa. La Stampa pubblica in prima pagina una spiegazione, il giorno dopo
27 giugno 2013. Nella rubrica delle lettere di Repubblica e nello spazio quotidiano di Massimo Gramellini sulla prima pagina della Stampa, è riportata la lettera di un insegnante che racconta di aver ricevuto la telefonata di un genitore di un alunno che gli chiedeva di bocciare suo figlio per permettergli di accedere alle nuove agevolazioni del governo per il lavoro giovanile. Ma la lettera è falsa (e come nel frattempo avevano scritto in molti, piuttosto implausibile) e lo rivela poche ore dopo l’agenzia di comunicazione che l’aveva inventata e spedita per scherzo.
28 giugno 2013. Tutti i maggiori siti di news italiani riferiscono di un video proveniente dalla Siria che mostra la decapitazione di tre frati da parte dei ribelli nella guerra civile locale. I titoli sono del tenore di «Siria, tre francescani decapitati dai jihadisti dopo un processo». Ma già dopo alcune ore risultano incongruenze nel racconto e nelle spiegazioni del video e dalle organizzazioni cristiane locali si smentisce che ci siano frati uccisi o scomparsi, e il video si rivela essere relativo a tutt'altro.
31 luglio 2013. Il Fatto pubblica un articolo in cui attribuisce a una non meglio precisata “stampa greca” la notizia di un attacco della marina turca contro una nave italiana (che è una nave oceanografica, ma le informazioni nell’articolo sono errate e confuse) vicino a Cipro: il titolo e l’articolo parlano addirittura del lancio di un missile contro la nave italiana. Ma la notizia viene smentita da tutti i coinvolti, e non confermata da nessuno: a quanto risulta la nave turca si era limitata a chiedere a quella italiana di allontanarsi dalla zona, che è contesa tra Turchia e Cipro, e nessun missile era stato sparato.
5 agosto 2013. È prevista a Roma una visita dei ministri degli Esteri e della Difesa russi, per incontrare i loro colleghi italiani. Per qualche equivoco non chiarito, La Stampa immagina però – avendo notizie dell’arrivo di un aereo militare russo e di un corteo di macchine a Roma – che a essere arrivato a Roma a sorpresa sia addirittura il presidente russo Putin: e sul suo sito della Stampa pubblica con risalto e la notazione "in esclusiva" l’annuncio che Putin è arrivato a Roma per venire a trovare all’improvviso il suo amico Silvio Berlusconi, il quale è stato appena condannato per frode fiscale dalla Corte di Cassazione. Molti altri siti di giornali e agenzie di stampa riprendono la notizia che però viene rapidamente smentita persino dall’ambasciata russa a Roma, con successive rettifiche dei siti interessati, o con la classica formulazione “il giallo dell’arrivo di Putin”.
24 settembre 2013. L’Ansa pubblica la notizia – ripresa tra gli altri da Corriere, Messaggero e Unione Sarda – per cui secondo un sondaggio “l’89% degli uomini francesi confonde il clitoride, che in francese si dice ”clitoris”, con un’automobile della casa giapponese Toyota”. Ma la notizia era uno scherzo inventato da un sito satirico francese. L'errore italiano viene poi preso in giro da alcuni siti di news francesi.
29 ottobre 2013. In un momento di grande enfasi e competizione mediatica intorno al tema dello spionaggio internazionale, La Stampa e il Corriere della Sera danno il maggiore risalto delle loro prime pagine alla notizia per cui ai partecipanti al G20 di San Pietroburgo sarebbero state consegnate delle chiavette USB ricordo con cui in realtà le autorità russe intendevano spiare il contenuto dei computer in cui sarebbero state poi inserite. La storia – di cui non si cita la provenienza e che fornisce solo un grossolano riferimento ai “servizi segreti tedeschi” che si sarebbero accorti dell'operazione – non è nota a nessun altro giornale o sito del mondo (se non nei giorni successivi, citando come fonte soltanto i due quotidiani italiani e senza altre conferme), e non ha nei giorni successivi nessuna conferma o nuovo dettaglio dagli enti o istituzioni citate: un portavoce del governo russo, per quel che vale, la definisce priva di fondamento. Dopo pochi giorni in cui la rivelazione non raccoglie nessuno sviluppo, la storia sparisce anche dai due quotidiani che l'avevano raccontata.
15 novembre 2013. Il Vaticano decide di rimuovere dal suo sito internet l’importante e dibattuta intervista fatta a ottobre dal fondatore del quotidiano Repubblica Eugenio Scalfari a papa Francesco – e che era stata pubblicata da Repubblica – trovandola non esattamente corrispondente alle parole del Papa. Lo stesso Scalfari spiega nei giorni successivi che ci sono delle discrepanze tra ciò che ha scritto e il pensiero espresso dal Papa, dicendo che ne aveva avvertito l’intervistato con queste parole: «Consideri che alcune cose che Lei ha detto io non le ho incluse, ed altre che io La faccio dire tra virgolette, Lei non le ha dette, ma io le ho incluse perché consideravo che, facendogli dire certe cose, il lettore poteva capire meglio chi è Lei. Perciò, la legga bene questa ricostruzione». Scalfari ammette di non aver registrato la conversazione col Papa né di aver preso appunti, e che i virgolettati attribuiti al Papa sono stati da lui ricostruiti a memoria. L'intervista fatta al capo della Chiesa Cattolica con queste modalità viene successivamente pubblicata in un libro da Repubblica ed Einaudi.
23 novembre 2013. Alcune aggressioni per strada in differenti città americane, fanno ipotizzare ad alcuni siti americani che esista una sorta di "moda" o "gioco" del picchiare sconosciuti senza motivo e all'improvviso. Diversi media più vicini alla destra e alla richiesta di maggior ordine e repressione della criminalità prendono per buona l'ipotesi e la diffondono, tra le diffidenze dei quotidiani e dei siti di news più autorevoli che citano le valutazioni dubbiose della polizia e di esperti criminali, e non trovano alcun elemento per avallare quello che è stato chiamato "knockout game". I giornali italiani riprendono con molte certezze e poche sfumature la versione del "gioco folle", a cui danno ampio spazio e pochi dubbi. Nei giorni successivi i principali media americani adottano con maggior convinzione il parere della polizia che si possa trattare di “una leggenda metropolitana”. Sui media italiani che ne hanno parlato non viene dato nessun aggiornamento in questo senso.
6 dicembre 2013. Nei minuti successivi alla morte dell’ex presidente sudafricano Nelson Mandela, i siti di diversi giornali italiani (il Giornale e il Messaggero tra gli altri) definiscono lo stesso Mandela “il padre dell’apartheid” (il Giornale si è poi scusato dell’errore). La stranezza dell'errore - tipico della precipitazione delle notizie improvvise - è che la morte di Mandela era attesa in tutto il mondo da molti mesi, e le biografie (i famosi "coccodrilli") si immaginavano già preparati e riveduti ampiamente.