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  • Mercoledì 11 dicembre 2013

8 morti per i saccheggi in Argentina

I furti proseguono ormai da giorni e in gran parte del paese ci sono scioperi della polizia

A child walks through debris in a looted supermarket in San Miguel de Tucuman, Argentina, Tuesday, Dec. 10, 2013, Outbreaks of looting have spread across Argentina as mobs take advantage of strikes by police demanding pay raises to match inflation. The central government has dispatched federal police to trouble spots and appealed for an end to what some officials are calling treason. (AP Photo/Bruno Cerimele)
A child walks through debris in a looted supermarket in San Miguel de Tucuman, Argentina, Tuesday, Dec. 10, 2013, Outbreaks of looting have spread across Argentina as mobs take advantage of strikes by police demanding pay raises to match inflation. The central government has dispatched federal police to trouble spots and appealed for an end to what some officials are calling treason. (AP Photo/Bruno Cerimele)

In diverse città dell’Argentina proseguono gli scontri e i saccheggi iniziati lo scorso 4 dicembre approfittando di uno sciopero della polizia locale organizzato per chiedere un aumento degli stipendi. Il quotidiano argentino Clarín ha scritto che circa mille negozi sono stati completamente distrutti, che 50 persone sono state arrestate, che duecento persone sono rimaste ferite e che finora, in diversi episodi legati ai saccheggi, sono morte otto persone.

Due persone sono morte la scorsa settimana a Córdoba, seconda città argentina per numero di abitanti che si trova a 700 chilometri a nord-ovest di Buenos Aires; un terzo uomo è morto fulminato a Concordia domenica 8 dicembre mentre cercava di rubare in un negozio. Altre quattro persone sono morte invece nella notte tra lunedì 9 e martedì 10 dicembre: due a San Miguel de Tucumán, nel nord ovest; altre due a Resistencia, nella provincia di Chaco, tra cui un ufficiale di polizia che stava cercando di difendere un negozio ed è stato colpito da un proiettile alla pancia; infine nella provincia di Jujuy, a nord, un ragazzo di 15 anni è stato colpito mentre partecipava ai saccheggi.

Le proteste della polizia sono scoppiate a Córdoba lo scorso 4 dicembre: approfittando della situazione, centinaia di persone hanno iniziato a saccheggiare una trentina di supermercati, rivenditori di elettrodomestici e altri negozi. Il governatore di Córdoba, José Manuel de la Sota, aveva ceduto alle richieste della polizia e aveva accettato di alzare gli stipendi: il giorno dopo, seguendo il modello di Córdoba, i sindacati di polizia di altre province avevano chiesto un uguale aumento di stipendio, e il problema dello sciopero e dei conseguenti saccheggi si è esteso in 16 delle 23 province del paese. Finora, le misure prese dai governi locali e da quello centrale che ha inviato circa 10mila agenti nelle zone di maggiore conflitto, non hanno portato ai risultati sperati.

Il capo di gabinetto del presidente argentino Cristina Kirchner, Jorge Capitanich, ha descritto i disordini e le proteste della polizia come «un vero e proprio tradimento» che ha l’obiettivo di «diffondere il caos nel paese». E il presidente, che fino ad ora non era intervenuto, ha detto che il saccheggio è stato «pianificato ed eseguito con precisione chirurgica» e ha condannato «l’estorsione messa in atto da quella parte della società che porta le armi per difendere la società stessa». Kirchner ha parlato da Plaza de Mayo durante una manifestazione organizzata per festeggiare il trentesimo anniversario della democrazia del paese.