Non c’era niente di affettuoso, nel bacio della foto alla manifestazione No Tav

Repubblica ha intervistato lunedì la ragazza che durante una manifestazione dei movimenti NoTav – contro la linea dell’Alta Velocità  – sabato in val di Susa, si era avvicinata a un agente di polizia per baciarlo, e la fotografia di quel gesto era girata moltissimo su internet e sui giornali e siti di news. Ma la sua versione demolisce la ricostruzione idilliaca che ne avevano fatto in molti.

Ecco che però sempre su Facebook è la stessa protagonista del gesto (Jasper Baol, come si firma, 20 anni, studentessa universitaria di Milano, al secolo Nina De Chiffre) a prendere le distanze. «È sempre molto divertente — scrive — vedere come vengono reinterpretate le foto. La ragazza in questione sono io. Nessun messaggio di pace, anzi, questi porci schifosi li appenderei solo a testa in giù, dopo quello che è successo a Marta, compagna molestata e picchiata».
Versione confermata dal sindacato di polizia Sap. Il poliziotto “baciato”, un giovane di 25 anni, non ha assolutamente avuto la percezione di un gesto amichevole: racconta anzi che dopo il “bacio” l’attivista si sarebbe bagnata le dita con la saliva e avrebbe provato ad avvicinarle alla sua bocca. Già allontanata una prima volta, è stata nuovamente invitata a proseguire per la sua strada. Un’altra ragazza avrebbe invece leccato la visiera a un collega.
Al telefono, Nina De Chiffre conferma tutto. Spiega di far parte del collettivo Remake di Milano che ha occupato il cinema Maestoso, poi sgomberato. Ammette sia di avere baciato il poliziotto, sia di non avere alcuna intenzione di lasciar passare come “segno di pace” quella che nella sua mente era una dichiarazione di guerra.
Quel bacio, insomma, non voleva essere un gesto pacifista?
«Macché. Avevo una scelta: sputargli o baciarlo. Ho scelto la seconda possibilità: provocarlo come farebbe una sex worker, una prostituta insomma. So quali siano le regole d’ingaggio delle forze dell’ordine e ci ho giocato: so bene che non possono
reagire alle provocazioni. Non mi sono limitata a baciarlo come si è visto in foto: gli ho detto delle cose per vedere se reagiva, ma lui è rimasto immobile. Era grottesco, come una macchina bloccata.
Gli ho anche leccato la visiera, mi sono bagnata le dita e ho toccato le sue labbra».
E quale sarebbe il significato di tutto ciò?
«Il mio era un gesto di spregio verso le forze dell’ordine. Volevo che quel poliziotto si ricordasse quello che è successo a Marta di Pisa: lo scorso luglio è stata molestata e picchiata senza nessuna conseguenza per gli agenti».

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